Non si dica che Hollywood non sappia creare grandi storie. È così. Ne è in grado anche quando a essere protagoniste sono persone reali, non personaggi sul grande schermo. Delle star, certo, ma pur sempre “reali”. Lo è Jonathan Majors e lo è la causa di cui non solo è stato l’imputato, ma da cui è uscito anche colpevole.
L’attore – classe ‘89, nato a Santa Barbara, in California, e arrivato al cinema col primo film Hostiles di Scott Cooper nel 2017 – è stato accusato di aver aggredito e usato violenza nei conforti della sua ex fidanzata, Grace Jabbari. Majors ha perso tutto esattamente nel momento in cui lo aveva raggiunto. Pensate cosa significa avere un sogno. E pensate ora cosa vuol dire vederselo sfuggire dalle mani – le stesse che avrebbe dovuto tenere a posto.
È il 2020 e Majors viene diretto da Spike Lee per il dramma sul passato e sul Vietnam Da 5 Bloods, originale Netflix. La piattaforma è al suo meglio, visto che tutti sono costretti a casa per la pandemia di Covid. Un film di un autore esce e un nuovo volto che avremmo visto più volte in futuro compare per la prima volta davanti ai nostri occhi. E non è nemmeno tra i protagonisti quel ragazzetto così sveglio, bella presenza, che si destreggia tra gli adulti disillusi che hanno attraversato la Storia e che, la Storia, ha poi abbandonato.
Quale trampolino migliore se non un’opera di Lee per cogliere la palla al balzo: farsi notare (impossibile il contrario), convincere chi ancora non lo aveva visto a recuperare The Last Black Man in San Francisco (incentivo soprattutto per l’estero, con la pellicola uscita solo in America nel 2019) e prepararsi per i meandri e gli incubi di Howard Phillips Lovecraft della serie Lovecraft Country.
Jonathan Majors, (una volta) star del futuro
È vero, c’erano stati prima anche Out of Blue, Cocaine e Captive State. Ma è il 2020 l’anno in cui il mondo si accorge di Jonathan Majors, e in cui il suo mondo di cambia per sempre. Le attenzioni arrivano, gli Studios fanno la corte, e l’occasione per farsi conoscere il più possibile sa coglierla al volo: mandato in pensione Thanos dopo Avengers: Endgame (non propriamente quella immaginata dall’Eterno, ma pur sempre un lungo periodo di riposo), la Marvel è in cerca di un nuovo super villain su cui basare il futuro delle sue Fasi (una o due, facciamo anche tre).
Majors è pronto per la sua “dinastia” e Kang è a disposizione per offrigliela. Contratti milionari, riconoscibilità globale. E non importa che la prima apparizione è nell’ultima puntata di una serie-costola del MCU. Si tratta pur sempre di Loki, il personaggio più amato dell’intero cosmo messo in piedi da Kevin Feige.
Una piccola introduzione, giusto il preludio a ciò che di Kang – dei Kang – sarà.
Majors è bravissimo, che eccellente acquisto ha fatto la Marvel. E non fa niente neanche se il primo film in cui appare sul grande schermo, Ant-Man and the Wasp: Quantumania, è una mezza ciofeca. La scena post-credit urla, ci dice chiaro e tondo: Kang è il futuro. Ma il futuro non lo sa, allora prende un’altra direzione, non c’è timeline che tenga.
Ecco che torniamo al cinema, dentro e fuori lo schermo. A che serve sceneggiare quando la vita fa tutto da sola? Mentre su Netflix torna per il western The Harder They Fall, sempre al cinema nel 2023 vediamo Majors picchiare durissimo in Creed III di Michael B. Jordan. È bravo quest’ultimo, protagonista che debutta alla regia, ed è bravo il suo compare su cui si regge metà dell’opera. È subdolo, è meschino. E lo è soprattutto perché è talmente convincete che ci caschiamo veramente quando sembra voler chiedere redenzione. Abbocchiamo all’amo, come il protagonista. E, invece, è davvero un altro personaggio cattivo.
La vita che supera Hollywood
Il 25 marzo 2023 Jonathan Majors viene arrestato. Il boxer di Creed III viene allontanato da casa per violenza domestica e il 18 dicembre dello stesso anno, di fronte ad un giudice, viene imputato di quattro accuse di aggressione e molestie aggravate. L’ex Jabbari è stata trovata con lesioni sul corpo e una ferita dietro l’orecchio. C’è anche un video di una telecamera di sicurezza che ritrae Majors in atteggiamenti irruenti.
Il procuratore distrettuale Alvin Bragg, come dichiarato al Times, ha illustrato “un ciclo di abusi psicologici ed emotivi e un’escalation di coercizione fin troppo comune in molti casi di violenza da parte del partner”. Insomma: colpevole, vostro onore. La vedete la tragedia? Nel senso drammaturgico del termine, s’intende.
Al massimo del suo splendore, quando Majors aveva la strada spianata e chiunque lo avrebbe voluto per il suo carisma e l’evidente talento, la “ancora per poco” star ha perso tutto. E fortunatamente, aggiungeremmo con amarezza (amarezza dovuta non alla perdita di un buon attore, ma per l’ennesimo caso di violenza sulle donne).
E’ l’epopea di un semplice uomo che puntava all’Olimpo (cinematografico) e che si è ritrovato nel baratro (come essere umano), ora siamo al colpo di grazia: intanto viene messo da parte Kang e la sua non più dinastia – il progetto del MCU da Avengers: The Kang Dynasty sembra essere passato a Avengers 5 e si sta pensando addirittura a un nuovo villain, lasciando perdere l’idea del recasting. In più, l’anno in cui Jonathan Majors viene condannato, è lo stesso in cui avrebbe potuto ambire all’Oscar.
Magazine Dreams è il film scritto e diretto da Elijah Bynum passato al Sundance Film Festival 2023 e amato dalla critica: probabile che non non uscirà mai (intanto è scomparso dalla lista dei film di Searchlight).
È il film in cui Jonathan Majors interpreta un bodybuilder che cerca la fama e non riesce a tenere a freno la propria violenza. L’avete capita l’ironia tragica, di cui è piena ogni epica greca o shakespeariana? L’ascesa e la caduta di un potenziale dio, punito per essersi rivelato il più becero degli esseri umani.
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