Lunedì 8 gennaio non è solo il giorno dei commenti post Golden Globes. Jonathan Majors ha parlato pubblicamente per la prima volta da quando è stato condannato per aggressione e molestie contro l’ex compagna Grace Jabbari. In un’intervista video a Good Morning America della Abc, Majors si è detto “sconcertato dalla sentenza”, che prevede una pena fino a un anno di carcere. Ha inoltre ribadito di non aver inferto alcuna delle ferite riportate da Jabbari.
Sollecitato più volte da Linsey Davis, conduttrice di Abc News Live Prime, sulle lesioni subite da Jabbari, Majors ha dapprima affermato: “Non so assolutamente come sono state causate”. Poi, alla domanda diretta sulla responsabilità di quelle ferite, Majors ha negato, aggiungendo: “Non sarei mai dovuto essere in quella macchina, in quella relazione. Se non fossi stato in quell’auto, nulla di tutto questo sarebbe mai successo”.
Il caso Majors e il verdetto
Le accuse risalgono al 25 marzo 2023, quando Majors era in auto con l’allora fidanzata Grace Jabbari. Jabbari, nel corso della sua testimonianza, ha detto di aver visto un messaggio sul telefono di Majors in cui avrebbe letto: “Oh, come vorrei baciarti” e di aver quindi strappato via il telefono dalle mani dell’uomo, che a quel punto avrebbe reagito afferrandole il braccio e la mano destra, per poi ruotarle l’avambraccio e colpirla alla testa. La donna ha inoltre testimoniato di essere stata rigettata con forza in auto dopo aver provato a uscire, il che si collega alla denuncia per molestie.
Dopo un processo durato due settimane, lo scorso dicembre, l’attore è stato dichiarato colpevole di aggressione di terzo grado e di molestie di secondo grado. Durante l’intervista dell’8 gennaio, alla domanda se fosse stato imprudente nelle sue azioni, Majors ha affermato di essere stato solo “imprudente con il cuore di Jabbari. Non con il suo corpo”. Ha anche ribadito di non aver mai picchiato una donna e di non aver mai perpetrato abusi domestici in nessuna delle sue relazioni.
“Ho assistito, ma non ho mai partecipato”, sostiene. Ha aggiunto di aver avuto pensieri suicidi fin dall’infanzia, ma di essersi rivolto per tempo a un supporto psicologico, tuttavia, i messaggi di Majors a Jabbari, che in alcuni casi manifestavano questi pensieri suicidi durante periodi tumultuosi della loro relazione, sono stati mostrati in tribunale come prova di abuso emotivo.
Majors durante l’intervista ha anche citato le ferite da lui riportate durante lo scontro in auto, per lo più graffi sul collo, e ha ricordato che Jabbari lo ha inseguito per strada dopo l’alterco, sottolineando il fattore razziale in gioco se lui, un uomo nero, avesse inseguito lei, una donna bianca.
L’attore, che ha pianto in diversi momenti dell’intervista, sulla sentenza ha affermato chiaramente: “Sono rimasto scioccato e spaventato. Come è stato possibile? Basandosi sulle prove, sulle prove dell’accusa, per non parlare delle nostre prove”.
A Majors è stato chiesto anche della registrazione audio ascoltata in tribunale, in cui si sentiva l’attore dire che era un “grande uomo” ed esortare Jabbari ad assomigliare di più a Michelle Obama e Coretta Scott King. “Stavo cercando di fornire un’analogia di ciò che aspiro ad essere. Questi grandi uomini, Martin, il presidente Obama”, ha affermato Majors. “Ho bisogno che lei, in questo caso Grace, faccia gli stessi sacrifici che sto facendo io”.
Ha poi definito la sua attuale compagna, Meagan Good, che è stata presente durante tutto il processo (ed era presente anche durante questa intervista) “un angelo”, aggiungendo: “Mi ha sostenuto, come Coretta”.
Il ritorno in pubblico: perché adesso
Per quanto riguarda il motivo per cui Majors ha deciso di parlare proprio adesso, l’attore ha affermato soltanto: “Ho sentito che era il momento. Sono successe molte cose. Nella mia vita personale, nella mia carriera e nella cultura. Si tratta di responsabilità, di farsi avanti, di essere coraggioso e di raccontare la mia parte della storia”.
Tuttavia, l’intervista precede la sentenza definitiva del 6 febbraio e gli avvocati affermano che è molto insolito fare una tale dichiarazione pubblica tra la condanna e la sentenza, per paura di influenzare negativamente la decisione del giudice. L’accusa di aggressione, la più grave per cui è stato condannato, prevede una pena massima fino a un anno di carcere, ma molti esperti legali si era già espressi sull’improbabilità di vedere l’attore realmente in carcere, soprattutto con la possibilità di ricorrere all’appello.
Tuttavia “il giudice ha a disposizione un’ampia gamma di strumenti per la sentenza, tra cui la terapia per la gestione della rabbia, i servizi sociali, altri programmi o il carcere. Se l’imputato dovesse dire qualcosa di inappropriato secondo il giudice o insultare l’integrità del sistema giudiziario, è facile che il giudice gli faccia scontare la pena in carcere”, ha dichiarato l’avvocato penalista Cary London.
“Da un punto di vista puramente legale, sarebbe più saggio aspettare a rilasciare una dichiarazione pubblica fino a dopo la sentenza. Ma Majors sta probabilmente valutando altri fattori, come le relazioni pubbliche e le sue future opportunità di carriera”, ha dichiarato un altro legale, Kate Mangels.
Poco dopo la sentenza, i Marvel Studios della Disney hanno escluso l’attore dal ruolo di Kang il Conquistatore dai prossimi film del Marvel Cinematic Universe. Questo rende molto insolita anche la collocazione dell’intervista su Abc News, di proprietà della Disney, la prima di Majors dopo il processo.
Durante una pausa pubblicitaria, prima dell’intervista, inoltre è stato trasmesso un annuncio pubblicitario per i prossimi Oscar, i cosiddetti sport “per la considerazione” dell’Academy, dedicato a Creed III, che vede Majors protagonista insieme a Michael B. Jordan. Majors però non è stato, sapientemente, ripreso nello spot.
Alla domanda sul suo possibile ritorno a Hollywood, l’attore ha risposto ridendo: “Sì, continuo a crederci. Prego che sia così”.
L’intervista integrale è andata in onda su Good Morning America, mentre uno speciale di mezz’ora con altri segmenti inediti uscirà l’11 gennaio, in esclusiva su Hulu.
Traduzione di Pietro Cecioni
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