La Creative Artists Agency (CAA) e Disney sapevano di Weinstein, ma non hanno difeso la proprie star. Questa l’accusa dell’attrice Julia Ormond in una causa intentata contro l’ex magnate di Miramax Harvey Weinstein, accusando inoltre la sua ex talent agency e i datori di lavoro – tra cui la stessa compagnia di Weinstein e la Corp di Topolino – di aver chiuso un occhio sui suoi precedenti di violenza sessuale.
Ormond, che è salita alla ribalta negli anni Novanta dopo aver recitato in Vento di passioni, Il primo cavaliere e Sabrina, accusa la CAA di non aver “badato al suo benessere, di averla messa in pericolo e di non averla avvertita su Weinstein”, nonostante agenti di alto livello fossero presumibilmente a conoscenza della sua “propensione a comportamenti sessuali violenti e approfittatori”, nonché di “molteplici accordi confidenziali raggiunti da Weinstein per tenere nascosta la sua condotta all’opinione pubblica”.
La denuncia depositata mercoledì 4 ottobre presso il tribunale di New York indica che gli ex agenti Bryan Lourd e Kevin Huvane l’avrebbero incoraggiata a partecipare a un incontro con Weinstein che l’ha portata ad essere aggredita, e di non aver denunciato l’incidente alle forze dell’ordine.
La donna incolpa inoltre i dirigenti della Disney Jeffrey Katzenberg e Michael Eisner di aver scaricato la responsabilità della supervisione di Weinstein in modo negligente, con l’obiettivo di ignorare la cattiva condotta per continuare a trarre profitto dai rapporti della società con Miramax. Nessuno di questi individui è stato citato nella causa come imputato.
Sapevano di Weinstein
“Gli uomini della CAA che rappresentavano Ormond sapevano di Weinstein”, si legge nella denuncia. “Anche i datori di lavoro di Weinstein alla Miramax e alla Disney lo sapevano. Sfacciatamente, nessuna di queste importanti società ha avvertito Ormond che Weinstein aveva una storia di aggressioni sessuali, perché era troppo importante, troppo potente e faceva loro guadagnare troppi soldi”.
In una dichiarazione, un portavoce della CAA ha affermato che le accuse contenute nella causa sono “completamente prive di fondamento”. Ha dichiarato di aver avviato un’indagine condotta dallo studio legale Paul Weiss, che “non ha trovato nulla a sostegno delle affermazioni della signora Ormond” contro l’agenzia, dopo essere stata contattata dall’avvocato dell’attrice con una richiesta di 15 milioni di dollari “in cambio del fatto che lei non rendesse pubbliche le accuse contro CAA”.
Il portavoce ha aggiunto: “Per rispetto alla signora Ormond, la CAA ha condiviso con lei i risultati dell’indagine di Paul Weiss, attraverso il suo legale, fornendo le prove di un rapporto dinamico e impegnato tra CAA e la signora Ormond, e degli sforzi costanti dell’agenzia per sostenere la sua carriera durante tutto il periodo trascorso in agenzia, dal 1995 al 1999”.
Ormond ha denunciato Weinstein per aggressione sessuale e Miramax e Disney per supervisione negligente. Accusa anche la CAA di negligenza e violazione del dovere fiduciario. La denuncia è stata presentata in base all’Adult Survivors Act di New York, che ha temporaneamente eliminato i vincoli temporali sulle denunce per reati sessuali per un periodo di un anno.
La causa
Nella causa è riportato un incontro tra Ormond e Weinstein nel 1995 per discutere dei finanziamenti per un titolo che stava sviluppando. Weinstein disse che avrebbe discusso il progetto solo nell’appartamento che la Miramax aveva messo a disposizione di Ormond, come parte dell’accordo di prima visione con lei. Le sue difese si abbassarono perché aveva consumato diversi drink e, volendo finalmente arrivare a quello che pensava fosse lo scopo del loro incontro, Ormond accettò che Weinstein tornasse nel suo appartamento. Poco dopo, Weinstein si spogliò e la costrinse a praticargli del sesso orale”.
Dopo che Ormond ha raccontato l’aggressione a Lourd e Huvane, i due le hanno detto che “avrebbe potuto non essere creduta e che ‘rischiava di far arrabbiare ulteriormente Weinstein’ se si fosse rivolta alla polizia, perché era la sua ‘percezione dell’evento – e non l’effettiva mancanza di consenso di Ormond – che contava legalmente’, secondo la denuncia.
“Hanno anche detto a Ormond che poteva rivolgersi a un avvocato e cercare un accordo, ma hanno sottolineato che non doveva aspettarsi di ricevere più di 100mila dollari, che a quanto pare credevano fosse la tariffa corrente per essere stata aggredita sessualmente da Harvey Weinstein”, si legge nella denuncia. “Lourd e Huvane consigliarono ad Ormond di valutare se un accordo del genere valesse la pena, visto quanto guadagnava nel mondo del cinema. Infine, misero in guardia l’attrice sul fatto che non avrebbe dovuto parlare con nessuno di ciò che Weinstein aveva fatto, perché l’avrebbe denunciata per diffamazione”.
CAA copriva Weinstein
Già prima del 1995, Ormond sostiene che la CAA sapeva da altre attrici che Weinstein era un predatore sessuale. Per esempio, nel 1994 Mia Kirshner (“Kirshner”) era un’attrice di 19 anni che recitava in un film distribuito dalla Miramax. I suoi agenti avevano organizzato un incontro tra lei e Weinstein nel suo hotel a New York per discutere di un potenziale nuovo progetto della Miramax. Ma quando Weinstein si presentò nella sua stanza, intendeva scambiare un rapporto sessuale con un’opportunità di carriera, cosa che lei rifiutò. Sconvolta e spaventata, Kirshner riferì questa interazione al suo agente principale alla CAA, ma le fu detto che era inutile fare qualcosa al riguardo”.
Ormond ha lasciato la CAA nel 1999, dopo che Lourd e Huvane l’hanno trasferita a un agente più giovane in seguito alla cessazione del suo contratto con la Miramax.
La causa sostiene anche che la Disney, che ha acquistato Miramax nel 1993, aveva la responsabilità di fermare i crimini sessuali di Weinstein. Inizialmente Eisner delegò la supervisione dell’ex magnate all’allora presidente della società Katzenberg, che poi passò i compiti al dirigente del marketing e della distribuzione Dick Cook. Bill Mechanic, all’epoca capo della divisione video internazionale della Disney, è stato successivamente nominato nel ruolo e “ha individuato che la Miramax non rispettava la legge nelle sue pratiche di risorse umane”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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