Suits: il creatore Aaron Korsh sorpreso dal rinnovato successo della serie. Grazie a Netflix e TikTok

Lo sceneggiatore racconta la reazione ai numeri esplosivi che il suo show sta racimolando grazie alla piattaforma: "L'esposizione che abbiamo avuto non l'avrei mai potuta prevedere, nemmeno in un milione di anni"

Come chiunque su Internet, Aaron Korsh e la figlia si stanno godendo Suits. Hanno quasi finito sette delle nove stagioni della serie, e lei ne è entusiasta, con grande sollievo di Korsh, che tra l’altro ha creato la serie. Patrick Adams interpreta Mike Ross, un astuto studente che ha abbandonato il college e che, nel bel mezzo di un traffico di droga, ottiene un ottimo lavoro legale per Harvey Specter, interpretato da Gabriel Macht, pur non avendo una laurea in legge.

Suits, che conta anche una giovane Meghan Markle nel suo cast, è andata in onda su USA Network dal 2011 al 2019. Poi, verso la metà di giugno di quest’anno, ha iniziato a essere trasmessa in streaming su Netflix (oltre che su Peacock) e da allora è esplosa in popolarità, regnando sulle classifiche di streaming Nielsen, dove sta stracciando ogni record da settimane.  

Korsh si è preso una pausa dai picchetti degli sceneggiatori e degli attori per parlare del rinnovato successo della serie, e di ciò che significa per il futuro di Suits.

Nota dell’editore: questa è la prima parte di un’intervista in due parti, che è stata coordinata attraverso i rappresentanti di Korsh, in conformità con una decisione della WGA dopo lo sciopero degli sceneggiatori iniziato il 2 maggio. 

Intervista ad Aaron Korsh

All’inizio di giugno ha twittato: “Ho scoperto che il 17 giugno Suits passerà da Amazon Prime a Netflix (negli Stati Uniti, ndr). Quindi, se non avete guardato Suits su Amazon, è il momento di iniziare a non guardarlo su Netflix. Inoltre, sentitevi liberi di continuare a non guardare Suits su Peacock”. Questo suggerisce certamente che siete stati colti di sorpresa da questo recente successo. È vero? 

In gran parte sì. Voglio dire, era un post divertente e stavo cercando di annunciare che sarebbe stato su Netflix. Ma la portata dell’esposizione che abbiamo avuto dopo l’arrivo sulla piattaforma non l’avrei mai potuta prevedere nemmeno in un milione di anni. Un mese o due prima che arrivasse sul Netflix, però, ho iniziato a ricevere messaggi da una persona con cui andavo al liceo, o dal mio dentista, non ricordo.

Erano messaggi e mail che dicevano che i loro figli avevano visto la scena dell’episodio pilota su Tik Tok, quella in cui Harvey intervistava Mike per un lavoro nel suo studio legale. E da lì hanno cominciato a guardare la serie. Quindi, qualcosa stava accadendo anche prima che partisse su Netflix e ne ha incredibilmente amplificato la popolarità.  

Ci sono molte teoria sul successo della serie, ma mi piacerebbe sentire la sua opinione

Un po’ è merito di TikTok e un po’ di Netflix che sa come invogliare a guardare uno show. Poi il motivo non credo sia totalmente diverso dal perché mi sia piaciuto Ted Lasso, quando è uscito durante la pandemia. Penso che con i personaggi di Suits le persone si riconoscano in qualcuno e/o vedano chi vorrebbero essere. Inoltre c’è un ottimismo intrinseco nella serie, anche se capitano cose tristi.

È buffo, nel corso degli anni mi sono preso un sacco di critiche ogni volta che succedeva qualcosa di brutto a qualcuno nello show. La gente si arrabbiava moltissimo. Ma in questo periodo storico, credo che i personaggi e l’ottimismo di fondo siano il motivo per cui le persone sono legate alla serie, e forse un po’ è dovuto al tono, perché è drammatico ma c’è anche umorismo. 

Sciopero e diritti residuali

Ho sentito agenti e dirigenti suggerire che potremmo vedere un effetto Suits dopo questi scioperi…

L’unica cosa più difficile di indovinare cosa penseranno i fan è indovinare a quali conclusioni arriveranno i dirigenti degli Studios. (ride, ndr

Si è parlato molto anche dei diritti residuali dello streaming e del desiderio, da parte degli sceneggiatori, di rivederli, compreso un articolo che uno dei suoi sceneggiatori di Suits ha scritto per il Los Angeles Times…  

Credo che Suits sia un esempio dei guadagni ottenuti dopo lo sciopero del 2007, in termini di diritti residuali. E non un esempio delle carenze di adesso. Il motivo per cui lo penso è che, prima di tutto, un episodio di Suits vale circa 70mila dollari di diritti residuali, per quanto ne so. Questa cifra, secondo me, è in crescita. Al contrario di quanto accadrebbe se Suits fosse stato scritto per Netflix, in quel caso credo che la cifra sarebbe inferiore a 10mila dollari e probabilmente non crescerebbe mai.  

Quindi, sostengo il mio sindacato al 100%; è necessario rivedere il modo in cui gli sceneggiatori vengono retribuiti, perché i compensi svaniscono quando si realizzano show per i servizi di streaming. Ma vi dirò questo: ho scritto un episodio di Everybody Loves Raymond quando ero assistente sceneggiatore, 20 anni fa, e credo di averne ricavato circa 90mila dollari di diritti, e continuo a guadagnarne tra i 3mila e i 4mila all’anno. Credo che Suits sia molto più simile a questo che, per esempio, a qualsiasi altra serie realizzata per una piattaforma di streaming. 

Questo ha senso per quanto riguarda i diritti residuali. Ora, a rischio di fare una domanda che potrebbe sembrare volgare, vedrà un guadagno finanziario da questi enormi numeri di streaming? Presumibilmente lei partecipa ai profitti… 

Partecipo agli utili dello show, e credo che nessuno si debba preoccupare di quanti soldi sto guadagnando con Suits. (ride, ndr)  

Un reboot di Suits

So che recentemente ha twittato che un reboot di Suits era improbabile, ma con tutto questo rinnovato entusiasmo intorno alla serie, una parte di lei sta almeno pensando a come potrebbe essere?   

Prima di tutto, è un lavoro davvero duro inventarsi delle trame per uno show che ami e a cui tieni e che vuoi che sia grandioso, quindi per me sarebbe una tortura non pensarci nemmeno un secondo se qualcuno mi dicesse: “Vogliamo farlo”. Quando i fan mi chiedono, ad esempio, “Cosa pensi che stiano facendo Harvey e Mike a Seattle?”. Io rispondo: “Non lo so!”. È davvero difficile inventarsi queste cose, è per questo che c’è una writers room, è per questo che siamo in sciopero, così non devo pensarci da solo! 

Mi sembra giusto… 

Inoltre, sentite, USA Network ci ha dato 26 episodi di preavviso sulla data di conclusione della serie. È un bel po’ di preavviso. Quando è finita, sono stato molto soddisfatto. Sono riuscito a non vergognarmi di nessuno degli episodi che abbiamo fatto. Quindi, avrei paura nel rifarlo…

Non mi vengono in mente una tonnellata di serie che sono state rilanciate e che mi hanno fatto dire: “Sì, è stato fantastico”. Di solito, non sono nemmeno interessato a guardarli i reboot. Quindi, se qualcuno mi contattasse e il cast fosse interessato, lo prenderei in considerazione, se riuscissi a trovare un’idea che mi entusiasma. Ma se potessi agitare la bacchetta magica e mandare in onda un altro show, non sarebbe la continuazione di Suits.

Ora, so di aver menzionato l’idea del prequel di Robert Zane a proposito del padre di Rachel, interpretato da Wendell Pierce, e lo farei in un secondo. Ero davvero entusiasta di questa idea.  

Progetti futuri

Negli anni successivi alla fine di Suits, dopo aver dato prova di sé, ora può fare quello che vuole?   

Ero così stanco dopo nove anni che, dopo Suits, avevo bisogno di rilassarmi. Poi c’è stata la pandemia e per i primi nove mesi non riuscivo nemmeno a pensare di scrivere. Ho cercato di tornare a scrivere e ho scoperto che il mercato per mandare in onda qualsiasi serie, a prescindere dal tema, è davvero difficile. La prima cosa che ho scritto, uno spec script (la visione di un autore su uno show in onda, con i temi della serie ma con dinamiche differenti, ndr), è stata venduta e non credo sia ancora morta, e forse con Suits popolare come lo è ora…  

Potrebbe esserci della fortuna nell’aria

Speriamo. E credo che quella sceneggiatura abbia il dna di Suits. Anzi, penso che sia un cugino di Suits, ma che – in qualche modo – rifletta maggiormente la situazione in cui mi trovavo quando l’ho scritto.  

È ambientato in un mondo diverso, immagino?   

Non completamente. Senza svelare troppi dettagli, si svolgeva in due periodi e due mondi diversi, uno dei quali era il mondo legale e l’altro quello degli agenti, e l’abbiamo venduta, ma non è stata realizzata. In pratica hanno detto: “Invece di essere agenti nel presente, possono essere avvocati?”. Era ironico che fosse la stessa cosa che era successa in Suits e, ancora una volta, l’ho accettata e, se dovessimo tornare a parlarne, non la riporterei sugli agenti. Ho pensato: “Sapete una cosa? È meglio così”.  

Ancora una volta, devo credere che se il creatore di Suits dovesse tornare con uno show simile a Suits adesso, o quando lo sciopero sarà finito, la reazione sarebbe diversa? 

Certo, ma lasciatemi dire che pensavo che dopo la fine della serie avrei avuto un po’ di energia. Voglio dire, non è che Suits sia stato un fallimento. 

Per niente. È stato un grande successo per USA Network

Quando Suits è finito, ogni singolo essere umano che conoscevo nel mondo dello spettacolo mi ha detto: “Avrai un contratto mostruoso da qualche parte”. E la verità era che non ero nemmeno sicuro di volere un contratto perché avevo bisogno di un po’ di tempo per decomprimere, tuttavia sapevo con certezza che volevo che mi venisse offerto un contratto. Volevo che la scelta fosse mia! (ride, ndr) Ma non siamo riusciti a trovare un accordo. Quindi, ancora una volta, non riesco mai a indovinare.  

Wow. Che feedback avrebbe avuto? 

Posso distinguere tra un dirigente che ha sentito parlare di Suits e uno che ne è un fan, e la maggior parte delle volte ne avevano sentito parlare ma non erano fan. Potrebbe cambiare ora, non ne sono sicuro, ma Suits non godeva dello stesso livello di rispetto di altre serie. Non puoi controllare queste cose, devi solo accettarle.

Cerco di ricordare a me stesso che ho lasciato l’investment banking per scrivere e non ero sicuro di essere abbastanza bravo o talentuoso per farcela come scrittore a Hollywood. Il mio obiettivo era quello di essere l’equivalente del dodicesimo uomo di una squadra dell’NBA che non gioca mai una partita. Se avessi potuto fare lo sceneggiatore interno durante tutta la mia carriera, sarei stato felicissimo.

Ho superato i miei obiettivi e ho guadagnato abbastanza soldi con Suits da non dover più lavorare. Ma sono anche un essere umano e mi sento frustrato per il ritmo di sviluppo o le recensioni o altro, e quando succede, devo fermarmi e dire: “Cosa stai facendo? Sei davvero fortunato”. E lo sono davvero.

Traduzione di Pietro Cecioni