Vin Diesel è stato accusato di aggressione sessuale dalla sua ex-assistente, che sostiene che lui l’abbia aggredita in un hotel della Georgia nel 2010, durante le riprese di Fast & Furious 5.
Nella causa, depositata giovedì 21 dicembre presso la corte superiore di Los Angeles, Asta Jonasson sostiene che la star di Fast & Furious l’abbia immobilizzata contro un muro, dove l’avrebbe poi palpeggiata e si sarebbe masturbato davanti a lei. La denuncia fa il nome della One Race Films di Diesel, che avrebbe licenziato Jonasson come ritorsione per aver resistito alle avances dell’attore e avrebbe fatto in modo che “l’aggressione fosse insabbiata”.
In un comunicato, Bryan Freedman, avvocato di Diesel, ha affermato che il suo cliente “nega categoricamente questa accusa nella sua interezza”. Ha aggiunto: “È la prima volta che sente parlare di questa accusa di oltre 13 anni fa, fatta presumibilmente da una dipendente che era lì da 9 giorni. Esistono prove evidenti che smentiscono completamente queste affermazioni stravaganti”.
Jonasson, che ha firmato un accordo di riservatezza che le impedisce di parlare di tutto ciò che riguarda Diesel, attribuisce la presentazione della sua causa alla legislazione che impedisce l’applicazione di tali contratti in alcuni casi e a una legge californiana che ha creato una finestra di tre anni per le denunce di cattiva condotta sessuale, fino al 2026. Nell’ultimo anno, i querelanti hanno approfittato di una legge simile a New York, l’Adult Survivor’s Act, per citare in giudizio importanti figure dell’industria dell’intrattenimento, tra cui Sean “Diddy” Combs, Jamie Foxx e Neil Portnow. Anche le società di proprietà degli accusati sono state citate in diverse cause per aver presumibilmente favorito le aggressioni o per aver negligentemente omesso di sorvegliare i loro direttori e dipendenti.
La denuncia riguarda un incontro violento con Diesel al St. Regis Hotel di Atlanta nel settembre 2010.
Vin Diesel e le dinamiche dell’aggressione
Jonasson, le cui responsabilità includevano organizzare eventi e accompagnare Diesel alle feste per assicurarsi che non venissero scattate fotografie, afferma che le era stato chiesto chiesto di aspettare nella suite dell’attore mentre lui si intratteneva con altri ospiti. Appena gli altri se ne erano andati, l’attore “ha afferrato i polsi della signora Jonasson, uno con ciascuna delle sue mani, e l’ha spinta sul letto”. La donna afferma di aver “immediatamente cercato di sfuggire alla sua presa”, e a quel punto ha lasciato la camera da letto.
Secondo la denuncia, Jonasson è stata inseguita da Diesel, che “si è inginocchiato, ha sollevato il vestito della signora Jonasson fino alla vita e ha molestato il suo corpo” dopo averla immobilizzata.
La causa continua: “Vin Diesel si è mosso per abbassare la biancheria intima della signora Jonasson. In quel momento, la signora Jonasson ha urlato e, in preda al panico, è corsa in corridoio verso il bagno, facendo cadere Vin Diesel a terra”.
Dopo essersi rialzato, l’attore “l’ha immobilizzata al muro con la parte sinistra del suo corpo e ha ricominciato a palpare il corpo della signora Jonasson, compresi i suoi seni”. Diesel ha poi “tirato fuori il pene dalle mutande” e ha iniziato a masturbarsi, secondo la denuncia.
“La signora Jonasson ha sentito Vin Diesel emettere dei gemiti, poi Vin Diesel l’ha liberata rapidamente, è andato in bagno e ha aperto il rubinetto tenendo la porta del bagno aperta”, si legge nella denuncia.
Qualche ora dopo, Samantha Vincent – presidente di One Race e sorella di Diesel – l’ha licenziata, si legge nella denuncia. In una telefonata le avrebbe detto che l’azienda non aveva bisogno di “un aiuto extra”, nonostante lavorasse lì da meno di due settimane.
“Il messaggio era chiaro. La signora Jonasson è stata licenziata per essersi opposta coraggiosamente all’aggressione sessuale di Vin Diesel, Vin Diesel sarebbe stato protetto e la sua aggressione sessuale insabbiata”, si legge nella denuncia, che sottolinea come la donna avesse “precedentemente ricevuto elogi per il suo lavoro”.
Secondo la denuncia, un altro supervisore di One Race le avrebbe fatto delle avances giorni prima della presunta aggressione. La donna sarebbe stata convocata nella sua stanza, dove lui si sarebbe tolto la camicia, si sarebbe messo a letto e le avrebbe detto “Vieni qui”, dopodiché lei se ne sarebbe andata.
Jonasson ha presentato richieste di risarcimento per aggressione sessuale, discriminazione di genere, ambiente di lavoro ostile e ritorsione, tra le altre cose. Chiede danni non specificati per “umiliazione, stress emotivo e dolore fisico e mentale”. Vanity Fair ha dato per primo la notizia della causa.
“Forte dei movimenti #MeToo e Time’s Up, della protezione dello Speak Out Act e del recente rilancio delle sue rivendicazioni con la legge AB2777, la signora Jonasson non è più disposta a rimanere in silenzio e cerca di riaffermare la sua autorità e di chiedere giustizia per le sofferenze subite per mano di Vin Diesel e One Race”, si legge nella causa.
Diesel non ha alcun progetto in produzione, ma lui e One Race sono coinvolti nella produzione di un film ancora senza titolo di Fast and Furious con Dwayne Johnson. Questo film non ha ancora un regista né una data di inizio, ma si prevede che sarà il prossimo film di Fast and Furious ad arrivare nelle sale, seguito da Fast XI, che avrà come protagonista Diesel e sarà il canto del cigno per il suo personaggio. L’attore è inoltre legato a diversi altri progetti, anche se non è chiaro quali usciranno dalla fase di sviluppo. Tra questi, un nuovo film della saga di Riddick e un film Universal ispirato ai giocattoli Rock ‘Em Sock ‘Em Robots della Mattel.
Diesel ha interpretato Groot in Guardiani della Galassia Vol. 3, uscito quest’anno e ha ripreso il ruolo di Dominic Toretto per Fast X.
21 dicembre, ore 17:20. Aggiornamento con una dichiarazione di Diesel.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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