Tutti i segreti di Oppenheimer: dalla “bomba esplosa” (ma era tritolo) alla tempesta di Los Alamos, viaggio dietro le quinte del set

Il kolossal del regista britannico sul padre dell'atomica - ora con il vento in poppa nella corsa verso gli Oscar - ha fuso storia e dramma restando fedele alla scelta di usare quasi esclusivamente effetti speciali "vecchio stile", senza ricorrere (quasi mai) alla grafica digitale. Il reportage di THR

No, Christopher Nolan non ha fatto esplodere una vera bomba sul set di Oppenheimer. Per ricreare il Trinity Test – la prima esplosione di un’atomica al mondo – lui e la sua squadra hanno fatto esplodere tonnellate di tritolo, hanno dato fuoco a litri di benzina e hanno bruciato montagne di polvere di magnesio e alluminio. Il regista britannico, celebre per la sua predilezione per gli effetti pratici analogici  (ha fatto schiantare un vero Boeing 747 durante le riprese del suo thriller Tenet del 2020), si è fermato, chiaramente, di fronte alla fusione nucleare.

“È un umorismo molto dark”, afferma Nolan con una risata a proposito delle voci dei fan secondo cui stava progettando di provocare una vera e propria esplosione nucleare nel deserto del New Mexico. “Mi ha fatto sentire la responsabilità di non lasciare dubbi sulla serietà delle armi atomiche e sulla portata del cambiamento che hanno provocato nel mondo”.

Una storia che Nolan voleva raccontare da tempo

La storia di J. Robert Oppenheimer (che ora ha collezionato ben tredici nomination agli Oscar, ndr), interpretato da Cillian Murphy,  è una storia che Nolan contemplava da tempo. “Sono cresciuto nel Regno Unito negli anni Ottanta, quando c’era un’attenzione molto intensa alla minaccia delle armi nucleari”, racconta. “È da lì che nasce il mio interesse per Oppenheimer”.

Emma Thomas, produttrice e moglie di Nolan, aggiunge: “In Tenet c’è un riferimento a Oppenheimer, e credo che la storia del film e la storia dell’uomo parlino di molti dei temi dei film di Christopher e delle sue preoccupazioni in termini di progressi tecnologici e di come questi interagiscono con la storia personale”. Il produttore Chuck Roven, con cui Thomas e Nolan hanno prodotto la trilogia del Cavaliere Oscuro, ha suggerito a Nolan il libro American Prometheus, una biografia del famoso fisico scritta da Kai Bird e Martin J. Sherwin, ed è sembrato “un caso che ci sia capitato tra le mani in quel modo”, spiega Thomas.

Robert Downey Jr. e Cillian Murphy in una scena di Oppenheimer

Robert Downey Jr. e Cillian Murphy in una scena di Oppenheimer

La prima volta della narrazione in prima persona

Nolan ha scritto la sceneggiatura in un paio di mesi, basandosi in gran parte sul materiale raccolto da American Prometheus e su altre ricerche. Ma l’aspetto su cui si è soffermato di più è stata la costruzione della narrazione in prima persona (è la prima volta nella sua filmografia) e l’immersione nelle trascrizioni dell’udienza di conferma del Senato. Una volta terminato, ha passato le pagine a Thomas perché le leggesse, e poi al supervisore degli effetti visivi Andrew Jackson, che ha vinto un Oscar per il suo lavoro su Tenet di Nolan.

“Sono andato subito da lui e gli ho detto: sì, non ci sono molte inquadrature qui, possiamo farlo senza computer grafica?”. E si riferiva non solo alla prima esplosione nucleare ma anche a tutte le visualizzazioni della teoria atomica e del comportamento quantistico che devono sembrare un tassello di un insieme in un film molto, molto analogico.

“Andrew mi ha detto che aveva bisogno di privacy e di poter lavorare da solo per molto tempo, con mesi e mesi di anticipo, provando e sperimentando”.  Jackson ha poi collaborato con il supervisore degli effetti speciali Scott Fisher per mettere a punto le sequenze del Trinity Test. Nolan fa notare che gli effetti visivi sono solitamente realizzati in post-produzione, mentre gli effetti speciali sono sul campo, e spesso spinge i due reparti a lavorare insieme nei suoi film. “Andrew è un mago con questi effetti analogici”, afferma. “Sapevo che sarebbe stato in grado di farlo se avesse avuto abbastanza tempo”.

Il trasferimento di Nolan alla Universal

Quasi tutti i film di Nolan, a partire da Insomnia del 2002, sono stati distribuiti dalla Warner Bros (The Prestige è l’unica eccezione, mentre Interstellar è stato distribuito dalla Paramount a livello nazionale) ma questa volta il regista ha deciso di cercare un nuovo partner. Forte sostenitore dell’esperienza in sala, Nolan era rimasto contrariato dalla decisione della Warner nel 2020, nel bel mezzo della pandemia e della chiusura dei cinema, di mettere l’intera programmazione cinematograficoe del 2021 sul suo servizio di streaming appena ribattezzato, Hbo Max (ora Max).

Non sorprende che la Universal abbia colto al volo l’occasione offrendo a Nolan un budget di 100 milioni di dollari. “Fa film che sono innegabilmente cinematografici”, ha dichiarato Donna Langley, presidente della Universal Pictures, al festival texano SXSW nel 2022, aggiungendo al CinemaCon 2023 che “semplicemente non c’è un altro regista il cui impegno a proteggere e sostenere le sale cinematografiche sia più saldo”.

La squadra di Oppenheimer

La mossa successiva di Nolan è stata quella di mettere insieme la sua squadra di attori con il direttore del casting John Papsidera, a partire da Murphy. L’attore racconta:”Come fa sempre, Chris mi ha chiamato all’improvviso – o meglio, Emma mi ha chiamato e ha passato il telefono a Chris perché lui non ne possiede uno – e mi ha detto nel suo modo molto sobrio e britannico: ‘Sto facendo un nuovo film, è su J. Robert Oppenheimer, e vorrei che tu interpretassi Oppenheimer’. Ho detto di sì prima ancora di leggere il copione”.

Cillian Murphy e la bomba atomica in una scena di Oppenheimer

Cillian Murphy e la bomba atomica in una scena di Oppenheimer di Christopher Nolan

Downey, che interpreta la nemesi di Oppenheimer, l’ex segretario al commercio degli Stati Uniti Lewis Strauss, ha letto il copione prima di accettare la parte, ma non ha avuto bisogno di essere convinto più di Murphy. “Ho pensato: se è come si legge, sarà una cosa pazzesca”, afferma. “Fin dai primi 30 secondi, la sensazione è quella di doversi allacciare le cinture e prepararsi all’esplosione”.

Come di consueto per i film di Nolan, la sua sceneggiatura era avvolta da una segretezza simile a quella del Progetto Manhattan, stampata su carta rossa per evitare fotocopie e fughe di notizie (cosa che il regista ha fatto fin dai film di Batman). Blunt è andata a casa di Nolan per leggere la sceneggiatura nella sua biblioteca. “Avrei detto di sì anche se avesse voluto che interpretassi un’inserviente”, racconta l’attrice.

Il set di Los Alamos

Le riprese principali sono iniziate nel febbraio 2022, con Hoyte van Hoytema come direttore della fotografia. Sebbene fossero stati previsti 85 giorni in cui girare, Nolan li ha accorciati a 57 per liberare una parte maggiore del budget per i progetti di produzione e le riprese in loco. Uno dei set più ampi è stata la ricostruzione di Los Alamos, la città improvvisata dove Oppenheimer e il suo team di scienziati hanno lottato per battere i tedeschi e i russi nella creazione della bomba atomica. Poiché la vera Los Alamos era cambiata drasticamente rispetto all’insieme di baracche, laboratori e cottage costruiti per la missione negli anni Quaranta, la scenografa Ruth De Jong e il suo team si sono impegnati a ricostruire la città originale in cima a una mesa polverosa vicino a Ghost Ranch, nel Nuovo Messico, in pieno inverno, il che ha comportato delle sfide.

“Il governo degli Stati Uniti ha dato al Progetto Manhattan 2 miliardi di dollari, tre o quattro anni e un corpo di ingegneri dell’esercito per costruire la Los Alamos originale”, afferma De Jong. “Io non avevo nulla di tutto questo”.

Nolan aggiunge: “Siamo andati a visitare il set poco prima di Natale, e c’è stata una terribile tempesta quando eravamo lassù. Tutti i bagni chimici e le altre costruzioni erano stati spazzati via, e c’era ghiaccio blu ovunque. In quel periodo dell’anno si riusciva a malapena a scavare buche nel terreno. Ruth e la sua troupe hanno avuto due mesi di tempo per costruire tutto e hanno fatto un lavoro incredibile”.

La scelta della pellicola: l’invenzione della 65 mm in bianco e nero

Nel frattempo, mentre i set venivano montati, Nolan, Thomas e van Hoytema stavano lavorando con Kodak, FotoKem, Imax e Panavision a un altro tipo di innovazione tecnologica. Nel film, le scene dal punto di vista di Oppenheimer sono mostrate a colori, girate in 65 mm di grande formato, mentre quelle viste dalla prospettiva di Strauss sono in bianco e nero, anch’esse girate in 65 mm. Ma prima di Oppenheimer, la pellicola in bianco e nero da 65 mm non esisteva.

“Non c’è mai stata una richiesta di pellicola in bianco e nero da 65 mm: nessuno aveva mai girato in bianco e nero di grande formato e, soprattutto, nessuno aveva mai girato in bianco e nero in formato Imax”, afferma Nolan. Il regista e il direttore della fotografia hanno chiesto a Kodak e FotoKem di produrre una pellicola in bianco e nero specifica per il film, il che, secondo van Hoytema, ha costretto Imax e Panavision a riprogettare le loro cineprese per adattarle alla nuova pellicola. “È stata un’operazione piuttosto impegnativa”, osserva van Hoytema.

Esisteva la possibilità di girare le sequenze in bianco e nero in 35 mm, ma van Hoytema pensava che l’alternanza tra 65 mm e 35 mm avrebbe fatto apparire queste ultime sequenze troppo grezze o sgranate.

“Anche se era una delle parti più complesse dal punto di vista logistico e produttivo sapevamo che se non avesse funzionato, avremmo avuto una posizione di ripiego perché avremmo potuto girarlo, digitalizzarlo e togliere il colore”, aggiunge Nolan. “Ma non mi avrebbe fatto piacere. Sarebbe stata una grande delusione per Hoyte o per me”.

Cillian Murphy in una scena di Oppenheimer di Christopher Nolan

Cillian Murphy in una scena di Oppenheimer di Christopher Nolan

L’uso di telecamere Imax ha inoltre migliorato il senso di intimità della storia, nel senso che van Hoytema ha ripreso i volti molto da vicino e in prima persona. “Sapevo che si sarebbe trattato di una narrazione altamente soggettiva, e sapevo che Chris voleva che ci trovassimo nella mente di Oppenheimer e che voleva usare la cinepresa Imax per scene molto intime”, afferma Cillian Murphy. “Ho capito abbastanza presto che si sarebbe trattato di una rappresentazione molto intima e ridotta”.

Gli effetti visivi analogici in Oppenheimer

Nolan afferma inoltre che nel film non è stata utilizzata la computer grafica, ma è stata usata un po’ di magia digitale per migliorare gli effetti pratici. Prima dell’uscita del film, le testate giornalistiche hanno riportato che Nolan non avrebbe usato la computer grafica per filmare l’esplosione, portando molti a ipotizzare falsamente che avesse fatto esplodere una vera bomba atomica nel mezzo del deserto del New Mexico. Ma solo perché Nolan ha confermato che non ci sarebbe stata la computer grafica, non significa che non ci siano stati effetti visivi. Le due cose non sono interscambiabili.

“Gli effetti visivi erano basati su materiale fotografico piuttosto che completamente generati al computer, quindi c’è sempre una base fotografica nel lavoro sugli effetti visivi”, afferma Jackson.

Per esempio, la scena in cui il proiettile di plutonio scivola lungo un tubo verso il centro della bomba? Jackson e Fisher hanno trovato il modo di riprendere praticamente quell’effetto facendo scivolare gli oggetti lungo pezzi di tubo dell’impalcatura e riprendendoli con le luci puntate sulle estremità. Non sono stati aggiunti effetti al computer: nel film viene utilizzata questa configurazione. Anche le sequenze di particelle e onde quantistiche sono state realizzate attraverso “progetti simili a quelli delle scuole superiori”, utilizzando metallo che cade su piastre fredde o palline da ping-pong rotanti, dice van Hoytema. “Tutto ciò che vedete è generato dalla materia fisica delle cose fisiche che vengono riprese”. Inoltre van Hoytema ha usato un “obiettivo snorkel” per entrare in questa “microesperienza e filmarla in modo relativamente ampio”. La maggior parte dei membri della troupe ha dichiarato a THR che le sequenze dell’atomo sono state le più impegnative del film.

Il Trinity Test

Per il Trinity Test, il momento più importante del film, il team di Jackson ha creato un modello in scala reale della bomba simile a un globo metallico. “Dovevamo vederla in laboratorio mentre veniva assemblata e dovevamo vederla a Trinity mentre veniva issata sulla torre”, spiega Fisher.

Ma la troupe di Nolan ha lavorato anche con “bigature”, repliche in scala ridotta che erano più maneggevoli da filmare. La vera torre di Trinity, per esempio, era alta più di trenta metri, quella del film “soltanto” nove. L’esplosione della vera nube “a fungo”, avvenuta nel 1944, era alta chilometri, mentre quella innescata da Nolan per il film raggiungeva solo qualche centinaio di metri. L’effetto pratico è stato migliorato e reso più grande rallentando la pellicola e sovrapponendovi dei compositi, alcuni dei quali contenevano 100 strati di immagini. Van Hoytema ha poi accentuato le inquadrature con l’illuminazione, come le luci stroboscopiche.

“Chris vuole fare tutto in modo pratico per il gusto di farlo, ma io credo davvero nella differenza di qualità tra fare le cose in modo pratico e farle in computer grafica”, spiega van Hoytema.

Robert Downey Jr. è Lewis Strauss in una scena del film

Robert Downey Jr. è Lewis Strauss in una scena del film

Il volto di Oppenheimer nel tempo: il trucco

Non è stata utilizzata la computer grafica nemmeno per invecchiare e de-invecchiare Murphy. Al contrario, la truccatrice Luisa Abel ha utilizzato trucchi tradizionali per modificare l’aspetto dell’attore. Abel racconta a THR che per il look più giovane di Oppenheimer ha fatto realizzare delle protesi per creare una pienezza vitale, accentuata da luci e ombre. Il trucco naturale ha fatto risaltare le lentiggini di Murphy e Abel ha scurito le sue sopracciglia. Per i suoi look più anziani, ha usato la sua miscela personalizzata di “stipple” per l’invecchiamento, creata appositamente per il formato Imax, e ha aggiunto profondità e risalto con leggere pennellate di colore. Sono stati aggiunti anche dettagli minimi, come le macchie di nicotina sui polpastrelli dovute al fumo. Per il suo look finale, quello di Oppenheimer molto anziano, Abel ha usato il silicone collo, guance, nel naso e occhi.

Cillian Murphy come David Bowie

Per interpretare Oppenheimer, Murphy ha perso una quantità imprecisata di peso nell’arco di sei mesi e si è fatto crescere e tagliare i capelli più volte durante la produzione per adattarli all’aspetto del personaggio nelle diverse fasi della vita. Durante le riprese non sono state indossate parrucche e le giornate lavorative sono state in un certo senso legate alla lunghezza dei capelli di Murphy. La costumista Ellen Mirojnick e il suo team si sono procurati orologi da polso d’epoca, fedi nuziali, fibbie di cinture e altri accessori per mantenere l’autenticità del guardaroba del film (anche se le sigarette di Oppenheimer erano finte sigarette alle erbe).

David Bowie ai tempi del Thin White Duke è stato di ispirazione per il look di Oppenheimer per Nolan e Mirojnick. Ma il cappello a tesa larga da cowboy, elemento caratteristico del look di Oppenheimer, era sorprendentemente difficile da trovare.

“Ero sempre più nervoso perché era iconico, come quando abbiamo fatto la trilogia del Cavaliere Oscuro e abbiamo dovuto realizzare il suo costume”, afferma Nolan. E aggiunge Mirojnick: “È un ibrido di cappello. Non l’ho visto altrove”.

Le riprese stesse, spesso ostacolate dalle difficoltà meteorologiche nel deserto del Nuovo Messico, dove è avvenuta la maggior parte delle riprese.  Murphy racconta: “È stato incredibilmente difficile e faticoso. È stato come un sogno perché ero così immerso nell’intera faccenda al punto da cancellare completamente la vita reale”.

 

Traduzione di Pietro Cecioni