La vecchia Dc è morta, l’abbiamo uccisa noi. O meglio, ha fatto tutto da sola. L’universo cinematografico della rivale diretta dei Marvel Studios ha avuto una certa difficoltà a ingranare, e tra il culto per Zack Snyder e un paio di confusioni creative, il risultato è stato quello che è stato. Per la serie: poche idee e ben confuse. Ora che il box office dei cinecomics sta attraversando una crisi anche per la casa delle idee, la Dc sta cercando di andare alla riscossa, e i nuovi Dc Studios, guidati dal regista James Gunn e dal produttore Peter Safran, stanno preparando tutto in funzione del ritorno dei supereroi di casa Dc sul grande schermo, e tra i prescelti per questo rilancio – oltre all’ovvio Uomo d’acciaio – c’è Supergirl, la cugina di Superman.
Secondo quanto riportato da The Hollywood Reporter, l’attrice e sceneggiatrice Ana Nogueira è salita a bordo per scrivere un film sulla kryptoniana Kara Zor-El, intitolato Supergirl: Woman of Tomorrow. Il film, di cui ancora non si hanno molte notizie, sarebbe tratto dall’omonimo fumetto scritto da Tom King (Mister Miracle) e disegnato dall’artista brasiliana Builquis Evely (Wonder Woman), che non è soltanto una delle opere più importanti della supereroina kryptoniana, ma è un po’ la summa di un personaggio tormentato e incancrenito dalla rabbia, pieno di sfaccettature che il grande pubblico non ha ancora visto.
Supergirl: Woman of tomorrow
La donna del domani, questo il titolo italiano del fumetto edito da Panini Comics, comincia con una sbronza, con il compleanno solitario della giovane Kara, che per riuscire a ubriacarsi è costretta ad andare su pianeti che ruotano attorno a soli non gialli, poiché quelli conferiscono ai kryptoniani la forza e la resistenza che li rende pressoché imbattibili. E anche una semplice serata alcolica diventa impossibile.
Kara è insieme al suo cane Krypto quando fa l’incontro con una giovane donna di nome Ruthye, che è alla ricerca di un certo Krem delle colline gialle, che dopo essere stato ospitato nella sua casa, avrebbe ucciso suo padre con una spada. Dopo un sanguinoso scontro all’arma bianca, in un pianeta recondito, Krem riesce a fuggire, e Supergirl e Ruthye si imbarcano in un viaggio galattico di grandissime proporzioni.
Un’epopea fantascientifica
La storia scritta da King, che negli anni – oltre a essere stato anche funzionario della CIA dopo l’11 settembre – ha assistito nella scrittura anche il papà degli X-Men Chris Claremont, è una lunga avventura che mescola elementi fantasy a quelli fantascientifici. Le tavole di Evely fanno poi il resto, alternando ambientazioni oniriche e lisergiche a sequenze crude e dinamiche. Il tutto vivacizzato dai colori di Matheus Lopes.
L’epopea di Kara è una ricerca spasmodica di un posto nell’universo. Ma soprattutto di indipendenza e autonomia. Una scissione forte dalla concezione classica di Supergirl, prima come protettrice di Clark (la cui navicella arriva tardi sulla Terra, quando l’uomo d’acciaio è già cresciuto) e poi come – semplicemente – sua cugina, la sua “versione femminile”.
Un Superman che nei confronti di Kara si è spesso trovato ad avere un atteggiamento paternalista, come mostrato in uno dei capitoli più interessanti della giovane Kara, ovvero quando ha ricevuto il dono dell’anello rosso (nel mondo di lanterna verde, ci sono anelli anche di altri colori, ognuno secondo l’emozione che caratterizza i portatori. Quello rosso è quello della rabbia).
Supergirl, Allarme rosso
Indossato la prima volta nella storia del 2014 Allarme rosso in Red Lanterns #28 – scritta da Charles Soule e disegnata da Alessandro Vitti – l’anello sprigiona tutta la sua rabbia, che per essere placata viene reso necessario l’intervento del corpo delle lanterne verdi e rosse, insieme – nonché un bagno nel lago di sangue di Ysmault, il pianeta natale del gruppo anche conosciuto come cavalieri di Atrocitus.
“Una kryptoniana e una lanterna rossa, è praticamente la più letale di tutte le combinazioni possibili”, dice Hal Jordan, la lanterna verde originaria della Terra, nonché l’unica ad aver ricevuto nel 2011 un adattamento cinematografico – purtroppo sfortunato – con l’interpretazione di Ryan Reynolds.
Un evento, quello dell’anello della rabbia, che porta uno dei principali membri – Guy Gardner – a cercare l’aiuto di Superman, ed entrambi discutono sul destino di Kara, come se non fosse lì presente, come se non si rendesse conto di venire trattata come una bambina, immatura. “Non sono un fardello. Non sono un problema che gli adulti devono risolvere”, urla Supergirl, dopo aver picchiato suo cugino usando una nave (si, una nave) come mazza da baseball.
Perdere il proprio pianeta
Ira e rabbia sono tratti presenti nella caratterizzazione di Kara, che come Kal ha perso il suo pianeta natale Krypton, un dolore che non ha mai – comprensibilmente – superato. In La donna del domani, tornano questi temi, ai quali si aggiungono anche crescita, sorellanza e senso di giustizia. Una supereroina vittima anche della perfidia dei nemici di Kal, e che in questo fumetto in otto puntate – pubblicate dal 2021 al 2022 – tenta di trovare sé stessa nello spazio profondo, svolgendo anche il ruolo da “sorella maggiore”. Una donna non può riposare?”, chiede Ruthye. “Nella mia esperienza, no. Non credo che possa farlo”, risponde Kara.
Una storia persino complessa da adattare , con una grande varietà di ambientazioni aliene e di momenti che – anche se possono sembrare superflui – sono in realtà marchi profondi della tridimensionalità del personaggio, e del suo percorso di crescita e maturazione.
“Vedete, ciò che non è ben compreso della figlia di Krypton è che il suo potere non risiede nell’azione ma nel controllo, nella resistenza e nella passione”, racconta la giovane Ruthye, voce narrante nel fumetto di Tom King. “In ogni momento di ogni giorno, sopprimeva le forze che si agitavano dentro di lei. tutta l’energia di un mondo morto che si infrangeva contro le sue molte barriere, chiedendo eternamente di essere liberata”. E conclude: “Credo che questo sforzo le facesse male. Credo che vivesse la sua vita nel dolore”.
Grande spazio nel piccolo schermo
I Dc Studios – ovviamente – mantengono la segretezza sulla trama del progetto, e quindi non è dato sapere molto altro. Il compito di Ana Nogueira rimane ugualmente interessante da seguire, per portare al cinema un personaggio che ha avuto grande spazio nel piccolo schermo con la serie omonima di Cbs, e con protagonista Melissa Benoist, che veste egregiamente il mantello della kryptoniana, e poco spazio sul grande schermo (oltre al film del 1984 con protagonista Helen Slater) in The Flash, di Andy Muschietti, con l’interpretazione di Sasha Calle (Febbre d’amore).
Benché Benoist abbia interpretato una Kara decisamente meno piagata dalla rabbia, ha comunque colto alcuni lati del carattere della kryptoniana che hanno permesso alla serie di arrivare fino alla sesta stagione, riuscendo anche – dopo il passaggio all’emittente The Cw – a realizzare degli interessanti incroci con altri personaggi dell’universo televisivo Dc Arrowverse, tra cui proprio il velocista scarlatto interpretato da Grant Gustin.
Per l’attrice di Febbre d’amore, invece, potrebbe essere il ritorno nei panni di Kara, visto che il film della stessa Nogueira era stato inizialmente pensato come uno spin-off di The Flash. Un progetto poi abbandonato, ma che aveva comunque colpito Gunn e Safran. E ora non resta che aspettare ancora un po’, per vedere il debutto di questo nuovo – e si spera riorganizzato – universo narrativo Dc, con il calcio d’inizio ufficiale che sarà concesso sempre all’Uomo d’acciaio in Superman: Legacy, interpretato questa volta da David Corenswet (The Politician), ma anche l’arrivo di Supergirl, la donna del domani.
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