Un sequel di Barbie è possibile? La parola alla creatrice Greta Gerwig

I commenti dell'autrice arrivano dopo un weekend di debutto da record, con 162 milioni di dollari al botteghino nordamericano e la migliore apertura per un'opera di una regista donna

Dopo l’enorme weekend di debutto di Barbie, Greta Gerwig si è aperta sul successo del film, sulle critiche e se prevede un sequel nel futuro. Nel corso di un’intervista con il New York Times, pubblicata online martedì, quando le è stato chiesto se vede la pellicola diretta da Margot Robbie come l’inizio di un franchise o come una storia finita, la regista ha risposto: “In questo momento, è tutto ciò che ho”.

“Mi sento così alla fine di ogni film, come se non avessi più un’altra idea e tutto quello che ho sempre voluto fare, l’ho fatto”, ha spiegato. “Non vorrei schiacciare il sogno di nessuno, ma per me, in questo momento, sono a zero”. I commenti di Gerwig arrivano dopo un weekend di debutto da record. Non solo Barbie ha ottenuto una delle migliori aperture dopo la pandemia, con 162 milioni di dollari al botteghino nordamericano, ma Gerwig ha anche battuto il record di apertura per una regista donna.

Gerwig era “a corto di parole” dopo aver visto l’enorme successo del film. “È stato incredibile andare in giro e vedere persone vestite di rosa”, ha aggiunto. “Non avrei mai immaginato una cosa del genere”. A volte è stato persino difficile per lei comprendere la reazione, anche se “il mio tentativo era di creare qualcosa che le persone avrebbero voluto vivere insieme”.

Dopo aver visto il film, molti spettatori si sono espressi sui social media lodando la pellicola e la sua inclusione di temi più profondi come il sessismo, l’emancipazione femminile e l’autodeterminazione. Alcuni opinionisti conservatori hanno invece criticato il film in quanto “woke”.

Greta Gerwig e quella scena che la Mattel voleva togliere

Gerwig ha sottolineato che non si aspettava assolutamente questo tipo di reazione. “Certamente c’è molta passione”, ha detto in risposta alle critiche. “La mia speranza per il film è che sia un invito per tutti a far parte di una grande festa”.

La regista ha anche affrontato alcuni disaccordi che il team creativo del film ha avuto con la Mattel durante le riprese. Secondo quanto riportato in precedenza, Richard Dickson, COO e presidente della Mattel, a un certo punto si è recato sul set londinese e ha discusso con Gerwig e Robbie per una scena che riteneva “non inerente al marchio”, secondo la rivista Time.

Nella scena in questione, un’adolescente umana definisce le bambole Barbie sessiste e fasciste. “La consapevolezza che doveva assumere Barbie era il capire come veniva considerata nel mondo reale”, spiega Gerwig. Anche se non ha mai ottenuto l’approvazione completa da parte della Mattel, l’autrice è riuscita a far accettare il progetto così da poter procedere. “Avevo fiducia che, una volta che l’avessero visto, avrebbero accolto la sequenza senza opporsi”, ha detto la regista.

Mentre Gerwig continua a gioire per il trionfo di Barbie, ha detto che suo figlio di 4 anni la pensa un po’ diversamente su tutta la questione della Barbiemania. “Mi ha fatto una torta rosa con una “B” sopra e mi ha detto: “È così che diciamo addio a Barbie””, ha raccontato Gerwig al Times con una risata.