Nel 1991 uscì un documentario intitolato A letto con Madonna in cui la parola “letto” doveva far pensare proprio a quella cosa là, quella a cui state pensando voi (anche se poi nel film si parlava d’altro). Oggi, nel 2023, esce A letto con Michel Gondry, titolo che forse è un’ironica citazione: molto ironica, perché la visione di Gondry sotto il piumone, che si agita e grugnisce per i sogni troppo complicati, è contro ogni tentazione.
Svegliarsi alle due di notte
Però il film, diretto da François Nemeta e ideale completamento del precedente Michel Gondry. Do It Yourself, è veramente grazioso e qua e là illuminante. Soprattutto ci fa scoprire – nel caso già non lo sospettassimo – che Gondry, acclamato regista di video musicali e autore di film culto come Se mi lasci ti cancello e Be Kind Rewind, è un tipo buffo. La cornice entro la quale si muovono i 50 minuti di proiezione è una notte nella quale Gondry si sveglia alle due meno dieci e tenta, a volte invano a volte riuscendoci, di riacchiappare i sogni che stava facendo.
Come capita a chi si sveglia di notte, l’uomo ha fame ma nel frigorifero non c’è assolutamente nulla, solo un limone ammuffito e qualche oggetto che potrebbe essere uno yogurt scaduto. Non solo: la voce off (dello stesso Gondry, in francese) ci dice che dal frigo esce una zaffata di aria calda: “Fa più caldo dentro il frigo che in casa – dice – forse perché la luce, quando lo sportello è chiuso, non si spegne?”. A quel punto fa una cosa buffissima: tenta di aprire e chiudere il frigo velocemente, per “sorprendere” la luce ancora accesa, ma la cosa è evidentemente impossibile.
Il video nel frigorifero
Allora gli viene un’idea geniale, che vi consigliamo (consideratelo uno di quei consigli gratuiti per vivere una vita più serena): prende il cellulare, accende la funzione video e lo chiude nel frigo; fa questa operazione diverse volte, poi riprende il telefono e guarda il video che ha appena girato (e che tecnicamente è, di fatto, un nuovo film di Michel Gondry). L’immagine da luminosa passa a buia, poi a luminosa, poi buia di nuovo. Niente da fare: la lampadina si spegne, il frigo funziona, la Terra gira e l’universo è ancora in asse.
Come un film di Nolan
Nel corso di questa nottata nella quale il tempo si dilata come in un film di Christopher Nolan, e a un certo punto va a ritroso, Gondry incontra alcuni amici come Charlotte Gainsbourg e Alain Chabat con i quali chiacchiera del più e del meno (con Charlotte, in particolare, di suo padre Serge, per il cui pezzo La chanson de Prévert Gondry ha realizzato un video meraviglioso). Dato che il frigorifero l’ha tradito, si prepara dei mappazzoni di pasta scotta che non mangerebbe neanche un cane randagio a digiuno da mesi. Parla dei suoi amori artistici, da Duke Ellington al David Lynch di Strade perdute: “David mette nei film le cose che ha sognato, senza mai spiegarle, ed è per questo che i suoi film sono così belli e potenti”.
A un certo punto Nemeta rischia il clamoroso autogol: tra i vari spezzoni di repertorio, che vengono sia da precedenti lavori di Gondry sia da opere altrui (il citato Lynch, ma anche il grande commediante francese Jean-Pierre Bacri), inserisce una scena del cartone animato Il riccio nella nebbia, realizzato nel 1975 dal grande artista sovietico Jurij Norštejn.
Da Gondry al riccio sovietico
Pur durando solo dieci minuti, Il riccio nella nebbia è un capolavoro assoluto degno di stare accanto ai colossi dell’animazione, da Disney a Miyazaki: e dopo aver visto anche venti secondi di Norštejn, qualunque altra immagine rischia di sembrare insulsa. Per cui, se vi capiterà di vedere A letto con Michel Gondry (e ne vale la pena) poi cercate su Youtube il film del grande sovietico: ci ringrazierete, e soprattutto ringrazierete Gondry, un artista generoso con grandissimi modelli.
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