Fu dedicata al Carnevale di Viareggio del 1954 la prima diretta televisiva della Rai, in onda il 21 febbraio di quell’anno, poche settimane dopo l’inizio delle trasmissioni tv nel paese, e purtroppo andata perduta negli anni successivi. Oggi, dopo quasi settant’anni, la regista Elisabetta Sgarbi torna a quel carnevale con il suo documentario, Nino Migliori. La festa che rovescia il mondo per gioco, raccontando attraverso gli occhi del celebre fotografo – oggi 97enne – i giganteschi e colorati carri, vere e proprie opere d’arte in movimento che dopo 150 edizioni ancora affascinano e fanno sognare grandi e piccini.
“Da piccola mi travestivo con un vestito rosa coperto da un velo bianco: pensavo di essere una fatina. Poi sono cresciuta, ho dovuto difendermi, lottare. Non ho mai frequentato molto il carnevale, finché Marialina Marcucci, presidente della fondazione Carnevale di Viareggio, non mi ha chiesto di partecipare al centocinquantesimo anniversario dell’evento, celebrandolo con una mostra, un catalogo e una canzone scritta dal gruppo musicale che ho prodotto, gli Extraliscio” racconta Elisabetta Sgarbi – che, nel crescere, ha abbandonato il vestitino rosa per una più elegante camicetta di pizzo rosso con occhiali in pendant, e comodi pantaloni neri.
Il documentario, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Freestyle, è il secondo film che Elisabetta Sgarbi dedica all’amico fotografo bolognese. Anche per il primo Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza, lo scorso anno, fu scelto il festival romano per il debutto sul grande schermo. Sgarbi torna quindi a rivolgere il suo sguardo sulla vita del fotografo, questa volta fuori dal suo atelier di Bologna, trasportandolo nella cittadina della Versilia, in una dimensione inusuale e fuori dal tempo come quella dello storico carnevale.
“Mi sono resa conto di quanto sia grande questo carnevale, quanta storia, quanto lavoro e quanta arte ci sia dietro. Ho sempre bisogno di prendere lentamente confidenza con le cose, dunque mi ci sono avvicinata piano, condividendo questo mio stupore con Nino, con cui avevo collaborato l’anno scorso. Tutto nasce il 6 gennaio scorso, durante un pranzo a casa sua. Dissi en passant a Nino e Marina Migliori che stavo collaborando con il Carnevale di Viareggio, in occasione dei suoi centocinquanta anni. Con scatto felino e entusiasmo bambino, con gli occhi guizzanti, Nino mi dice: ‘Voglio venire a fotografare i carri’. E io: ‘Va bene, però io ti filmo mentre tu fotografi i carri'” racconta Sgarbi, che in questa nuova avventura ha voluto coinvolgere per la colonna sonora Mirco Mariani, frontman degli Extraliscio.
“La musica che ho fatto per il film di Elisabetta è come una fotografia di Nino. È casuale. A volte parto con l’improvvisazione, poi un certo suono mi dà un’idea. Allora seguo l’immagine con quel suono, e spesso succedono cose inaspettate, belle e irripetibili. In 32 minuti di film la musica non si interrompe mai: a volte gioca contro, a volte va a favore dell’immagine, a volte sembra non averci niente a che fare” aggiunge il musicista – l’unico della produzione del film ad aver ricevuto in omaggio una maschera del carnevale.
Nel film Nino Migliori, con la sua inseparabile compagna di tanti viaggi, la macchina fotografica Rolleiflex 6×6, al collo, si getta nella festa, nei colori, nei suoni, nelle strade colme di gente dove sfilano i carri. Accanto a lui la sua dolce metà, Marina, che lo sostiene con occhi colmi di stupore e amore.
Ad accompagnare lo spettatore nelle sfilate allegoriche sono i testi di Vittorio Sgarbi e Sandro Veronesi, interpretati da Tony Laudadio. “Mi sono fatta aiutare da due grandi scrittori. Da mio fratello Vittorio, che ha raccontato in modo così dotto, anche quasi enciclopedico ma sempre lirico e narrativo, il carnevale – dice Elisabetta Sgarbi – e da Sandro Veronesi. Che nonostante la sua distanza da quel mondo, e nonostante fosse refrattario a parlarne, ha scritto per me un suo ricordo legato al Carnevale”.
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