“Quello che abbiamo visto noi in questo documentario è la Patrizia che conoscevamo. E che già è sorprendente di suo. Ma conoscerla significa anche sapere che può sorprenderti continuamente con la sua libertà. Una libertà sopratutto di pensiero e di parola”, racconta Francesco Piccolo a THR Roma parlando di Le mie poesie non cambieranno il mondo, documentario realizzato a quattro mani con Annalena Benini, dedicato a Patrizia Cavalli. Presentato nella sezione Notte veneziane alle Giornate degli Autori, Le mie poesie non cambieranno il mondo uscirà in sala il 14 settembre con Fandango (che produce insieme a Rai Documentari).
“Qualsiasi domanda si faceva a Patrizia non si poteva prevedere la risposta perché era quasi sempre inedita rispetto a quello che avevi sentito” continua lo scrittore. “L’abbiamo riconosciuta come l’avevamo conosciuta al di fuori dalle riprese. Ma abbiamo anche scoperto tantissime cose che erano inedite per noi, perché intime. Quando, ad esempio, racconta l’incontro con Elsa Morante dice una cosa nuova: parla del fatto che in tre passaggi è andata verso la sua vita vera. Una verità assoluta. Ci siamo subito messi a fare i conti con quanti passaggi avevamo fatto per raggiungere la nostra vita vera. Piccolo
Il ruolo della poesia di Patrizia Cavalli oggi
“La poesia di Patrizia ha vita e ne ha sempre di più con il passare degli anni. È molto amata e letta. Una poesia che parla a tutti nonostante sia molto colta e che ricerca sempre la parola esatta facendo grande attenzione alla metrica”, sottolinea Benini. “Ma è una poesia moderna, del quotidiano che parla della vita di tutti i giorni. Una poesia carnale capace di parlare dei sanpietrini di Roma, di un divano sfatto dopo una chiacchierata d’amore, del tavolo della cucina, dei gatti. È una poesia che offre il suo sguardo sul mondo in un modo apparentemente semplice e fruibile. E questa è una grande chiave d’accesso per essere letta e amata da tutti”.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma