Sette autori in cerca di Pier Vittorio Tondelli: “Così vogliamo spezzare la gabbia della sua solitudine”

Parla Andrea Adriatico, regista di un documentario in cui gli scrittori Viola Di Grado, Alcide Pierantozzi, Alessio Forgione, Paolo Di Paolo, Angela Bubba, Claudia Durastanti e Jonathan Bazzi ripercorrono i luoghi dell'autore degli Altri libertini. Tentando di rispondere ad un mistero: perché non viene rappresentato e tradotto quanto meriterebbe? "C'è un oscurantismo che pesa ancora oggi sulla sua figura. E poi c'è il tema difficilissimo dei diritti e dei suoi eredi"

Sette scrittori italiani under 40 raccontano oggi Pier Vittorio Tondelli, l’autore di culto morto a soli 36 anni nel 1991, in un documentario on the road, in cui libri e parole prendono la forma di un viaggio da Correggio a Berlino, passando per Bologna, Milano, Rimini, Roma, Firenze, Orvieto e L’Aquila. Città, un modo o nell’altro, care allo scrittore emiliano, luoghi di cui ha scritto o da cui ha tratto ispirazione. Il regista Andrea Adriatico, dopo il biopic Gli anni amari su Mario Mieli, ha realizzato La solitudine è questa, prodotto da Cinemare con Pavarotti International 23 srl, presentato alla Festa del Cinema di Roma, dedicato a colui che ha meglio descritto gli anni ottanta, autore di libri che hanno segnato un’intera generazione. Altri libertini, Rimini e Camere separate sono titoli che mostrano ancora oggi tutta la loro attualità e potenza narrativa. Eppure, in un certo senso, se ne parla poco.

“C’è ancora molta solitudine intorno alla figura di Pier Vittorio Tondelli, morto giovane di Aids, nel pieno della sua energia creativa. Questa sua tragica scomparsa, dovuta a quella maledetta malattia del tardo Novecento, si porta dietro un oscurantismo che pesa ancora oggi sulla sua figura come un macigno. Bisogna ancora interrogarsi su che cosa è significato in Italia morire di Aids. Il tema dei diritti sono estremamente complicati, a maggior ragione per gli autori più scomodi, con il risultato che spesso chi li ha in carico non sia in grado di gestire dei corpus così importanti. L’eredità della diversità è forse una delle questioni più complesse che esistano”: è quanto racconta Andrea Adriatico durante una video-intervista con THR Roma.

Pier Vittorio Tondelli

Pier Vittorio Tondelli

Il film ricorda Pier Vittorio Tondelli attraverso quel che rimane: le sue parole e i suoi libri, riletti da sette autori di oggi, nati proprio negli anni ottanta. Scrittori per i quali Tondelli ha rappresentato uno snodo fondamentale nella loro formazione.  Il tutto condito da sette intermezzi degli intervist-attori Lorenzo Balducci e Tobia De Angelis, che interpretano le parole e i corpi meticolosamente descritti nei romanzi. I due protagonisti hanno l’arduo compito di far cessare, almeno per i 98 minuti della durata del documentario, la solitudine che si è creata intorno alla figura di Tondelli.

Balducci e De Angeles hanno incontrato le voci della nuova letteratura italiana in altrettanti luoghi cari a Tondelli. Viola Di Grado, durante la processione del Corpus Domini a L’Aquila, racconta Altri libertini, l’opera prima del 1980 che proprio nel capoluogo abruzzese fu sequestrata per oscenità e lanciò lo scrittore emiliano all’attenzione del pubblico e della critica. Alcide Pierantozzi ci immerge, viaggiando tra Roma e Orvieto, nelle atmosfere del romanzo Pao Pao, che Tondelli ha ambiento nelle due città per raccontare il suo servizio militare. Sulle spiagge di Rimini Alessio Forgione racconta il libro di maggior successo, Rimini, mentre a Porta Sempione, a Milano (città dove ha vissuto e lavorato negli ultimi anni), Paolo Di Paolo svela i dettagli dell’unico testo teatrale di Tondelli, Dinner party.

Paolo Di Paolo con Tobia De Angelis, Lorenzo Balducci e Andrea Adriatico sul set di "La solitudine è questa" a Milano

Paolo Di Paolo con Tobia De Angelis, Lorenzo Balducci e Andrea Adriatico sul set di “La solitudine è questa” a Milano

A Correggio (dove lo scrittore è nato il 14 settembre 1955), Angela Bubba legge e commenta Biglietti agli amici proprio nella piazza che il paese ha dedicato a Tondelli, proprio di fronte al liceo frequentato dal giovane autore, mentre Claudia Durastanti narra l’avventura editoriale della raccolta di articoli Un weekend postmoderno tra Firenze e Bologna (le città delle passioni artistiche e degli studi), con un’inevitabile tappa di fronte alla casa di Andrea Pazienza. A chiudere il viaggio, a Berlino, città emblematica del rapporto dell’autore con l’Europa, è Jonathan Bazzi, a cui è affidato il compito di svelare Camere separate, l’ultimo doloroso romanzo sulla malattia e la morte, uscito nel 1989, a chiusura di un decennio vissuto pericolosamente.

Una solitudine, quella di Tondelli, che si manifesta anche attraverso la poca divulgazione della sua letteratura all’estero.

“Se dovessimo pensare a opere letterarie che vengono tradotte dalla lingua italiana in altre lingue, troviamo delle cose sicuramente molto meno interessanti della letteratura tondelliana. Tondelli non solo è poco tradotto, ma le poche traduzioni che esistono sono assolutamente non di valore, cioè non restituiscono la grande rivoluzione linguistica dell’autore. In qualche modo è marcata ancora di più una sorta di solitudine, una sorta di traccia che ha preso la storia di questo scrittore, mistificandola e facendola diventare un oggettino generazionale degli anni ottanta. In realtà abbiamo perso la storia di un grande classico della letteratura italiana”, conclude con una certa amarezza Adriatico, che con questo documentario spera di riuscire a creare almeno un nuovo dibattito sulla figura dello scrittore emiliano.

Video-intervista a Andrea Adriatico, Lorenzo Balducci e Tobia De Angelis