Per Alberto Barbera, direttore della Mostra del Cinema di Venezia, la sezione dedicata alla realtà virtuale è “un successo”. Lo ha detto durante la conferenza stampa dedicata a Venice Immersive a Palazzo del Casinò, in un dialogo con i curatori della sezione Liz Rosenthal e Michel Reilhac, che quest’anno hanno visto un incremento sostanziale dell’attenzione da parte del pubblico e dei media nei confronti della loro esposizione tra la realtà e il virtuale.
Sembra quindi che per la costola del festival in scena al Lazzaretto Vecchio si preannuncia un grande futuro, un segnale forte di intesa e di complicità con una kermesse che quest’anno – alla luce degli scioperi di Hollywood – a visto diversi grandi nomi allontanarsi dal Lido.
Barbera ha assicurato ai curatori un duraturo impegno nei confronti di Venice Immersive, un investimento sul lungo termine che mostra una grande apertura nei confronti dell’arte visiva digitale e virtuale da parte di una delle kermesse più importanti in europa e nel mondo.
Venezia potrebbe quindi imporsi maggiormente in questo settore, e anche il curatore Reilhac sostiene questo percorso, affermando che “siamo arrivati a un nuovo capitolo” per la Mostra del Cinema. “L’arte immersiva sta maturando molto sul fronte della creatività”, aggiunge Rosenthal, sottolineando il loro grande interesse per la dimensione sociale di quest’arte e per la funzionalità multigiocatore, integrando nel concorso anche i mondi creati per il videogioco VR Chat.
All’interno della sezione, realizzata attraverso un processo di selezione durato – stando a quanto dichiarato in conferenza stampa dai curatori – circa tre settimane, si possono trovare infatti installazioni che spaziano dalla realtà virtuale (come Wallace & Gromit in the Grand Getaway), fino all’intelligenza artificiale (come Tulpamancer), passando per la realtà aumentata (come Jim Henson’s The Storyteller: the seven ravens) e all’installazione (come Peupler).
Venice Immersive: sperimentazione e mercato
La realtà virtuale e aumentata è una forma d’arte che però incontra diverse difficoltà fuori dai circuiti dei festival, soprattutto sulla distribuzione di tipo commerciale. Questa è una condizione dalla quale produttori e creatori stanno pian piano uscendo, ed è un cambiamento riscontrato anche dagli stessi curatori. “Ci stiamo muovendo dalla sperimentazione pura, alla creazione di opere che può adattarsi a un mercato”, afferma Reilhac.
Se la cornice del Lazzaretto Vecchio, a un minuto di vaporetto dal Lido, poteva rappresentare una sorta di autogol della sezione Venice Immersive (in una location lontana dalle vie principali della Mostra), in realtà potrebbe essere la sua grande fortuna, creando un grande senso di community. “La comunità che segue l’arte immersiva è incredibilmente variegata, si crea una rete di supporto reciproco molto forte e lo spirito che abbiamo respirato noi in questi giorni è incredibile”, afferma Reilhac. E conclude: “Sembra quasi un mondo utopico, se tutti fossero come la comunità dell’Immersive Island, il mondo sarebbe un posto migliore”.
Venice Immersive e la Mostra del Cinema di Venezia chiuderanno i battenti il 9 settembre, con la premiazione ufficiale delle opere in concorso. La giuria, composta da German Heller, Singing Chen e Pedro Harres, proverà le esperienze e assegnerà i premi Venice Immersive Grand Prize, lo Special Jury Prize e l’Achievement Prize.
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