La regista Agnieszka Holland ha chiesto al ministro della Giustizia polacco Zbigniew Ziobro di scusarsi per i commenti fatti online che paragonano il suo nuovo film, Green Border, alla “propaganda nazista”. Ziobro, membro di spicco del governo conservatore di destra polacco, ha criticato aspramente il film, che esplora il disastro umanitario che affligge i migranti lungo il confine tra Polonia e Bielorussia.
“Nel Terzo Reich, i tedeschi producevano film di propaganda che mostravano i polacchi come banditi e assassini. Oggi hanno Agnieszka Holland a disposizione”, ha scritto Ziobro lunedì su X, la piattaforma social precedentemente nota come Twitter. Holland ha rispsto, tramite l’Associated Press, che intende sporgere denuncia per diffamazione contro Ziobro se non riceverà le sue scuse entro sette giorni. Ha inoltre chiesto a Ziobro di fare una donazione di beneficenza di 50 mila zloty polacchi (11.600 dollari) a un’associazione che aiuta i sopravvissuti all’Olocausto.
I registi polacchi e la European Film Association hanno difeso Holland dopo questo attacco politico.
In una lettera aperta, di cui The Hollywood Reporter ha preso visione, Renata Czarnkowska, presidente della Poland’s Women in Film Association, ha dichiarato che “il governo polacco e i media a loro asserviti hanno deciso di calunniare Agnieszka Holland in nome di una volgare propaganda e di una diffamazione di artisti insigni che non si vedeva dal 1989, anno del ripristino dell’indipendenza; hanno spietatamente infangato lei e il suo film, Green Border, che nessuno di quegli apparatchi che sputano veleno ha mai potuto vedere”.
Green Border è stato presentato in concorso a Venezia martedì scorso, ottenendo recensioni entusiastiche.
Il film racconta la situazione dei migranti provenienti dal Nord Africa e dal Medio Oriente che sono stati attirati al confine bielorusso-polacco dalla propaganda che prometteva un facile passaggio nell’Unione europea. Invece, sono diventati pedine in un gioco geopolitico, dopo che il governo polacco li ha respinti, lasciandoli bloccati e affamati nelle foreste paludose e insidiose tra i due Paesi. Green Border è uno dei numerosi film presenti a Venezia che esaminano la situazione dei migranti che cercano di raggiungere l’Europa.
Paragonare Holland e il suo film alla propaganda nazista è veramente paradossale. La regista è nota soprattutto per il film sull’Olocausto Europa Europa del 1990 e per il film candidato all’Oscar In Darkness (2011), che racconta le difficoltà degli ebrei nascosti in Polonia durante la seconda guerra mondiale. Parlando con THR, Holland ha messo in relazione i temi di Green Border con Europa Europa, affermando che entrambi i film esplorano come l’Europa, che da un lato è “la culla della civiltà, della cultura, della democrazia e dei diritti umani, possa diventare la culla di regimi totalitari”.
“I film di Agnieszka Holland parlano molto spesso del coraggio e della mancanza di paura di fronte all’ingiustizia”, ha sottolineato il produttore di Green Border Mike Downey, che è anche presidente della European Film Academy. Ha elogiato la solidarietà dei colleghi polacchi di Holland di fronte alla condanna politica. “Agnieszka sta subendo un pesante attacco personale e pubblico in Polonia, e questi atti di solidarietà riflettono lo straordinario lavoro che svolge nel parlare contro l’ingiustizia e l’oppressione… Siamo tutti d’accordo. Rimanere in silenzio non è un’opzione”.
Green Border verrà presentato al Toronto Film Festival e uscirà in Polonia il 22 settembre.
Traduzione di Pietro Cecioni
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