Giovedì 30 novembre sera il Women in Film (WIF Awards) è tornato per il suo annuale WIF Honors, che ha premiato ancora una volta le donne che lavorano in prima linea per cambiare in meglio l’industria dell’intrattenimento.
L’evento, tenutosi al Ray Dolby Ballroom di Los Angeles, ha esordito con la presentazione del Jane Fonda Humanitarian Award, scelto e consegnato dalla stessa Fonda. Come ha spiegato l’attrice “c’è una grande gioia nell’essere un’artista, un’attrice. Essere pagati per il proprio lavoro e riconosciuti è fantastico, meraviglioso. Ma essere un’attivista è un’altra cosa. Recitare significa mettere in scena uno spettacolo, essere un’attivista vuol dire mettersi al servizio del mondo”.
Ha poi aggiunto: “È difficile immaginare un vincitore più adatto di questo riconoscimento”, parlando della vincitrice di quest’anno, America Ferrera. “Fin dal suo primo momento sullo schermo in Le donne vere hanno le curve è stato evidente che si trattava non di una donna che avrebbe avuto successo a Hollywood, ma di una donna che avrebbe contribuito a cambiarla”.
Quando è salita sul palco, Ferrera ha usato il suo discorso per ricambiare l’affetto di Fonda: “So che parlo a nome di tante donne di questo settore quando dico quanto ti siamo grate per essere un modello. Quando ci dedichiamo alla nostra arte, come donne nel cinema, sosteniamo le storie che hanno plasmato le nostre vite in passato, o le sfidiamo con nuove storie che ci spingono verso una realtà diversa e più giusta. Jane, in ogni aspetto del tuo lavoro, ci hai mostrato come fare”.
Jon Hamm ha poi consegnato il primo Crystal Award per l’advocacy alla regista di Past Lives, Celine Song, e alla star Greta Lee – quest’ultima con cui ha lavorato in The Morning Show – dichiarando: “Posso testimoniare che è assolutamente meritevole di tutti i riconoscimenti che sta ricevendo e molti altri ancora”.
WIF Awards, premi e conversazioni
Dopo la premiazione, la coppia di Past Lives si è seduta per una breve conversazione, in cui Song ha riconosciuto che “la facilità con cui ho raccontato questa storia, la naturalezza con cui l’ho vissuta, è il risultato della lunga storia delle donne nel cinema”. Lee, che recita al fianco di Teo Yoo in un film che segue il rapporto tra due amici d’infanzia nel corso di 24 anni, ha anche parlato di come lavorare al progetto sia “diventato qualcosa che riguardava il mio personale senso di perdita, in realtà, in termini di identità e di parlare di nuovo il coreano”.
Dopo la chiacchierata, Yara Shahidi ha ricevuto il Max Mara Face Of The Future Award da Maria Giulia Prezioso Maramotti. “Grazie al lavoro che tutti voi avete fatto, i momenti di maggior impatto sul set sono stati contornati da donne emancipate in ogni reparto, a ogni livello esecutivo. Sono grata di essere entrata in un’industria e di aver sfidato la norma- ha affermato Shahidi nel suo discorso, aggiungendo – Essere qui in realtà per me è una continua fonte di speranza, perché questa è una sala unita da un impegno comune ed è davvero una cosa rara”.
Per concludere l’evento, la star di Flamin’ Hot, Annie Gonzalez, ha consegnato il secondo Crystal Award for Advocacy a Eva Longoria, regista del film, e a Linda Yvette Chávez, sceneggiatrice. Durante la loro conversazione, Chávez ha ricordato di aver saputo che Longoria voleva che lei scrivesse il film e che era disposta ad aspettare che finisse di lavorare alla sua serie Netflix Gentefied. “Non l’avevo ancora incontrata, ma nel momento in cui l’ho conosciuta ho pensato: oh, sembra una delle mie cugine, è come se fossi a casa”.
Longoria ha anche raccontato di come abbia dovuto lottare per dirigere il progetto e di come si sia esercitata a presentare il film di fronte a diversi suoi mentori del settore. “Facevo la presentazione e poi loro mi dicevano: ok, fermati. Voglio che tu esca e ti metta i tuoi pantaloni da maschio bianco privilegiato e parli come se il lavoro fosse già tuo. Io non ci avevo mai pensato e mi dicevo: oh sì, gli uomini lo fanno sempre, danno per scontato di avere già il lavoro. Quindi è cambiato qualcosa in me”.
E in risposta alle domande che le sono state rivolte per sapere se riesce a credere al successo di Flamin’ Hot, Longoria ha aggiunto: “Sì, cazzo, c’ero anch’io”.
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