Nei 75 anni di storia del Festival di Cannes sono stati relativamente pochi i film presentati in anteprima che hanno poi ottenuto il riconoscimento dell’Academy Award al di fuori della categoria Oscar che oggi chiamiamo “miglior film internazionale”. In sole due occasioni infatti il vincitore della Palma d’Oro e il vincitore del premio più importante dell’Academy, l’Oscar per il miglior film, è stato lo stesso film: Marty, vita di un timido del 1955 e Parasite del 2019.
Cannes rappresentava il luogo ideale per i film d’autore in un’ampia varietà di lingue. Gli Academy Awards invece celebravano i film in lingua inglese dall’America o dal Regno Unito. Negli ultimi anni, però, questo divario ha iniziato a ridursi: Cannes ha occasionalmente proiettato film più mainstream, mentre gli elettori degli Oscar hanno abbracciato in misura crescente film più artistici. Anche perché l’Academy, un tempo composta per lo più da membri di Hollywood, è diventata volutamente un’organizzazione decisamente più internazionale.
Nel passato del festival, e Cannes 2023?
Consideriamo, ad esempio, le ultime quattro edizioni di Cannes (distribuite negli ultimi cinque anni, dato che il festival del 2020 è stato annullato dalla pandemia). In questo periodo, sette film presentati a Cannes hanno ottenuto la nomination agli Oscar come miglior film (BlackKklansman del 2018, C’era una volta a Hollywood e Parasite del 2019, Drive My Car del 2021 e Elvis, Top Gun: Maverick e Triangle of Sadness nel 2022).
I registi di sei film presentati a Cannes hanno ottenuto la nomination agli Oscar per la miglior regia (Spike Lee per BlackKklansman e Pawel Pawlikowski per Cold War del 2018, Bong Joon-ho per Parasite, che ha vinto, e Quentin Tarantino per C’era una volta a Hollywood, Ryûsuke Hamaguchi per Drive My Car e Ruben Östlund per Triangle of Sadness). Inoltre, sei interpreti di film presentati a Cannes hanno ottenuto la nomination agli Oscar (Adam Driver per BlackKklansman, Leonardo DiCaprio e Brad Pitt per C’era una volta a Hollywood, quest’ultimo vincitore, Antonio Banderas per Dolor y gloria del 2019, Austin Butler per Elvis e Paul Mescal per Aftersun del 2022).
Tutto ciò porta a chiedersi quanti e quali dei film presenti al Festival di Cannes 2023 potrebbero essere destinati agli Oscar.
Da Scorsese ad Anderson
Il primo sospettato – inedito, ma dal pedigree innegabile – è Killers of the Flower Moon, un film che racconta gli omicidi nella Nazione Osage durante gli anni Venti. Diretto da Martin Scorsese, che lo ha co-sceneggiato insieme a Eric Roth, è interpretato dalle sue due muse, Leonardo DiCaprio e Robert De Niro, oltre che da Brendan Fraser, tutti vincitori di un Oscar. Nel cast anche Lily Gladstone e una serie di altri attori nativi americani.
Il budget (200 milioni di dollari) e la durata del film (ben oltre le tre ore) sono un po’ sconcertanti, ma i finanziatori Paramount (sale americane) e Apple (streaming mondiale) sono sicuramente entusiasti. E con Scorsese – il cui film del 1976, Taxi Driver, vinse la Palma d’Oro – che ha scelto di proiettarlo fuori concorso piuttosto che in concorso, il film non punta ai premi del festival, ma al tipo di popolarità che Elvis e Top Gun: Maverick hanno ottenuto insieme ad una nomination agli Oscar come miglior film.
Wes Anderson torna al festival con un altro grande film corale in concorso, Asteroid City, ambientato in una convention di Junior Stargazer nel 1955, che Focus Features distribuirà a giugno. In termini di premi, Anderson è molto bravo (Grand Budapest Hotel) o poco bravo (The French Dispatch, lo scorso Cannes).
Da May/December ad Anatomy of a Fall
Lo stesso vale per Todd Haynes, il cui May December, anch’esso in concorso, è uno dei titoli più attesi del festival. È la storia di un’attrice (la vincitrice dell’Oscar Natalie Portman, anche lei in concorso) che fa visita alla donna che dovrà interpretare in un film (la vincitrice dell’Oscar Julianne Moore, collaboratrice abituale di Haynes, in particolare in Lontano dal Paradiso del 2002).
Jonathan Glazer non ha una grande esperienza in fatto di Oscar. Il suo primo film, Sexy Beast del 2001, ha portato a Ben Kingsley una nomination come miglior attore non protagonista e il suo film più recente, Under the Skin del 2013, ha ricevuto il plauso di molti critici, ma non dai premi. Ma questo non impedirà a molti di speculare sulla sua opera in concorso, The Zone of Interest, che è adattata dall’omonimo romanzo del 2014 di Martin Amis sul comandante di Auschwitz Rudolf Höss e sua moglie Hedwig. Hedwig è interpretata da Sandra Huller (vincitrice della Palma d’oro per Toni Erdmann) e, dato che recita anche in un altro film in concorso, Anatomy of a Fall di Justine Triet, nel ruolo di una donna che cerca di dimostrare la propria innocenza dopo l’omicidio del marito, potrebbe essere una delle attrici da tenere d’occhio nella corsa alla migliore attrice.
Su Ken Loach mai dire mai
Tra i film in concorso a Cannes 2023 c’è anche l’ultimo, e a quanto pare definitivo, film drammatico del maestro britannico 86enne e già vincitore della Palma, Ken Loach. The Old Oak analizza l’impatto della globalizzazione, dell’immigrazione e di altri fenomeni simili su una piccola città britannica. I film di Loach hanno sempre riscosso più successo tra i critici che tra i membri dell’Academy, ma mai dire mai.
Altri film in lingua inglese da tenere d’occhio: Firebrand di Karim Ainouz, un film su Katherine Parr (Alicia Vikander, vincitrice dell’Oscar), la sesta e ultima moglie del re Enrico VIII (Jude Law), che è ancora in cerca di una distribuzione negli Stati Uniti; Club Zero di Jessica Hausner, su un’insegnante e cinque studenti di una scuola d’élite, con un cast che include Mia Wasikowska ed Elsa Zylberstein; e Black Flies, il thriller di Jean-Stephane Sauvaire su un giovane che si prepara per la scuola di medicina (Tye Sheridan) e un paramedico navigato (Sean Penn), basato su una sceneggiatura che è stata presentata in The Black List.
Giappone, Finlandia, Italia e Francia a Cannes 2023
Tra i film non in lingua inglese in concorso ci sono tre film di registi già vincitori della Palma: Monster, il primo film in lingua giapponese di Hirokazu Kore-eda dopo Shoplifters, vincitore della Palma e nominato agli Oscar nel 2018; About Dry Grasses, il ritratto in lingua turca realizzato da Nuri Bilge Ceylan di un insegnante accusato di aver abusato di uno studente; e Perfect Days, il montaggio in lingua giapponese di quattro racconti di Wim Wenders.
Il maestro finlandese Aki Kaurismäki torna in concorso con Fallen Leaves, una tragicommedia che rappresenta l’ultimo capitolo della sua serie Proletariat.
Sono in lizza a Cannes 2023 anche due film in lingua italiana: La Chimera, interpretato da Josh O’Connor e Isabella Rossellini e diretto da Alice Rohrwacher, il cui cortometraggio live-action presentato in anteprima a Cannes l’anno scorso, Le Pupille, ha ottenuto una nomination all’Oscar; e il film drammatico Il sol dell’avvenire, co-scritto, diretto e interpretato da Nanni Moretti, già uscito nelle sale italiane.
La stessa Francia è in gara con il primo film di Catherine Breillat dopo 10 anni, Last Summer, un remake del film del 2019 Queen of Hearts, che parla di un rapporto tra matrigna e figliastro, e con il film in lingua francese The Pot-au-Feu di Tran Anh Hung, con Juliette Binoche nel ruolo di una cuoca che si innamora dello chef per cui lavora.
I documentari, l’animazione e i corti
Di tanto in tanto dal festival emergono film saggistici di grande spessore, come Bowling for Columbine del 2002, The Fog of War del 2003, Inside Job del 2010 e Amy del 2015, tutti premiati con l’Oscar per il miglior documentario. Quest’anno, si dovrebbe tenere d’occhio Occupied City, un’epica cronaca di Amsterdam occupata dai nazisti, diretta dal premio Oscar Steve McQueen e distribuita da A24 (non è in concorso); e Four Daughters, in lingua araba, in cui le attrici interpretano le due figlie scomparse di una madre tunisina.
I film d’animazione non vengono quasi mai proiettati in concorso a Cannes ed Elemental, il film che chiude il festival di quest’anno, non fa eccezione. Diretto da Peter Sohn, è il 27° film della Pixar – che ha partecipato per l’ultima volta al festival con Inside Out e che quasi sempre si aggiudica almeno un film nella categoria Oscar per il miglior film d’animazione – e sarà distribuito nelle sale dalla Disney a giugno.
Infine, non si possono ignorare i film di Pedro Almodóvar, che torna a Cannes 2023 con Strange Way of Life, un cortometraggio con Ethan Hawke e Pedro Pascal che segna la sua seconda uscita in lingua inglese. Con questo film, di cui Sony Classics ha già acquistato i diritti, potrebbe seguire la Rohrwacher nella corsa all’Oscar per il miglior cortometraggio live-action?
Traduzione dei Pietro Cecioni
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