“Il gioco della finzione” si sovrappone alla realtà nella sezione fuori concorso del Torino Film Festival 2023 dedicata all’Argentina. Cinque film si aggiungono ad About thirty di Martín Shanly, presentato nella selezione ufficiale, per delineare il quadro di un paese in crisi – economica, sociale, umana – manifestatasi nella recentissima elezione di Javier Milei: ultradestra sul modello Trump, anti-abortista, negazionista dei desaparecidos, contro il femminismo, l’educazione sessuale e il matrimonio (etero ed omosessuale).
Dopo forti titoli di denuncia politica, come il candidato agli Oscar Argentina, 1985 di Santiago Mitre e il nuovo titolo in corsa verso gli Academy, Los delincuentes di Rodrigo Moreno, il cinema argentino sembra avere bisogno, sempre di più, di riflettere la realtà del presente e portarla oltre il confine nazionale. E i registi, soprattutto, sembrano avere sempre più urgenza di parlare in prima persona, attraverso sperimentazioni estetiche e tematiche. Tendenza che si specchia anche nei cinque film selezionati al Torino Film Festival 2023. Eccoli.
Il gioco della finzione – Nuovi sguardi argentini
CAMBIO CAMBIO di Lautaro García Candela (Argentina, 90′)
Pablo e Florencia lavorano su via Florida, centro economico e turistico di Buenos Aires. Le difficoltà economiche hanno diverse ripercussioni sulla loro vita insieme, così Pablo per sopravvivere, inizia a rivendere clandestinamente dollari statunitensi per strada. Diventa uno degli “arbolitos”, alberelli, come vengono chiamati i trafficanti di denaro sul mercato nero, che si moltiplicano in città sfruttando l’avvicinamento della crisi monetaria. E con Florencia prova a fare il colpo della vita, quello che li porterà entrambi lontano dalla strada per sempre.
CLARA SE PIERDE EN EL BOSQUE di Camila Fabbri (Argentina, 86′)
In un formato ibrido tra fiction e documentario, Clara lascia Buenos Aires e parte per una gita in campagna con la famiglia. Poco dopo, riceve un messaggio da Martina, l’amica d’infanzia con cui si trovava alla discoteca República Cromañón la notte in cui avvenne un incendio, e comincia a riflettere nel profondo sull’idea della maternità. Momentaneamente sospesa dalla realtà del presente, attraverso messaggi vocali di WhatsApp, video amatoriali e pranzi in famiglia, Martina fa i conti con la sua adolescenza e con quella dei suoi amici in una città devastata dalla crisi e da una tragedia che ha lasciato dietro di sé una lezione: ovvero, che il piacere di ascoltare musica dal vivo e l’euforia della gioventù non li avrebbero resi immortali.
CLEMENTINA di Augustin Mendilaharzu, Costanza Feldman (Argentina, 109′)
Tutti sono in isolamento, ma Clementina e l’uomo con cui è in quarantena non smettono di lavorare. Di lui il pubblico sa poco: insegna qualcosa, è sfuggente e codardo e colleziona ossessivamente oggetti che popolano la sua casa come un esercito invasore. Di lei si sa ancora meno: a malapena si scorge il suo volto, un volto misterioso che sembra abbastanza forte da affrontare l’incertezza, il pericolo, le avversità. I due hanno una telecamera e iniziano a filmare. All’inizio sono immagini documentarie. Quando appaiono il volto e il corpo di Clementina inizia a comparire, timidamente, la finzione. Insieme i due lavorano con ciò che la realtà offre e poi lo trasmutano. Credono di fare un cortometraggio, poi un altro, e poi tanti altri. Il gioco cresce e si impadronisce completamente delle loro vite. Con infinita innocenza prima, con infinita responsabilità poi, iniziano a capire che stanno facendo un film. Questo film.
MAMÁ, MAMÁ, MAMÁ di Sol Berruezo Pichon-Rivière (Argentina, 65′)
“Grazie mamma per avermi fatto femmina”, afferma la giovanissima regista Sol Berruezo Pichon-Rivière su questo racconto dell’universo femminile, una casa affollata in cui Cleo si sente sola, da quando la sorellina Erin è annegata in piscina, evento che ha invece spinto sua madre a chiudersi in sé stessa. Il mondo di Cleo si è disgregato in una serie di brevi istantanee leggermente distorte, incentrate sui minimi dettagli, dai colori sbiaditi. I suoi ricordi frammentari s’insinuano in un presente profondamente cambiato, ma le piccole e grandi cose di tutti i giorni la aiuteranno ad aprirsi alla vita, all’amore, ai giochi, a una festa di compleanno, alle sue prime mestruazioni. Una storia di cura, pazienza e affetto.
QUÉ SERÁ DEL VERANO di Ignacio Ceroi (Argentina, 85′)
Charles, un francese originario di Montpellier, vende la sua videocamera. Ignacio, un regista argentino in visita in Francia, la acquista e scopre che i video realizzati da Charles non sono stati cancellati. Con sorpresa, al loro interno intravede il potenziale per un film d’avventure ambientate in giro per il mondo. Inizia così una relazione epistolare in cui Charles, forse senza nemmeno rendersene conto, scrive le parole adatte per corredare le immagini del film. Un film sulle relazioni romantiche, sui viaggi senza fine, sui conflitti armati lontani, sulla solitudine e sulla compagnia delle persone che amiamo.
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