Champagne, champagne champagne: la notte dei Golden Globes è prima di tutto una festa e l’81ª edizione non ha fatto eccezione. Una festa che dopo anni di pandemia e un lungo sciopero degli attori, Hollywood desiderava da tempo.
Lo si sente nel brusio della sala del Beverly Hilton Hotel di Los Angeles che nei numerosissimi e infiniti spazi pubblicitari della cerimonia si anima di abbracci, saluti e baci. Sul red carpet “a fiori” la tendenza sembra quella di voler tenere tutto in famiglia. Reese Witherspoon porta il figlio, Martin Scorsese la figlia. Brie Larson, Charles Melton e Bradley Cooper si fanno accompagnare dalla madre. Persino il presentatore Jo Koy ha invitato l’intera parentela. È un momento da celebrare con chi si ama e, nell’informalità dei Golden Globes si può fare.
Come spiegato durante il pre-show, per la sala adibita alla cerimonia, per la prima volta organizzata dalla nuova Golden Globe Foundation, l’idea è stata quella di creare uno show intimo, simile ai club e ai locali di musica dal vivo. E dove infatti lo spazio per muoversi è davvero ridotto e il contatto fisico è inevitabile.
E se proprio non è possibile ignorare il bacetto (sempre e solo) a favore di telecamera fra Timothée Chalamet e Kylie Jenner, ormai virale, sicuramente è più divertente scovare tra la folla il dolce bacio tra Meryl Streep e Steven Spielberg o la strana coppia formata da Joaquin Phoenix e Martin Short.
Le telecamere del fuori onda funzionano come occhi lontani su un formicaio che pullula di movimento e di corpi che si cercano, per salutarsi, per conoscersi, per congratularsi, o anche solo per gli effetti dell’open bar.
Non li ferma, giustamente, nemmeno il tremolante monologo iniziale di Jo Koy. Come di consueto, lo stand up comedian, prova a lanciare una “battutaccia” ai maggiori ospiti in sala, per rompere il ghiaccio. Peccato però per lo scivolone sull’imitazione di Robert De Niro, ultima spiaggia di chi non sa più cosa dire, e per una battuta sul naso di Bradley Cooper in Maestro e sui genitali di Barry Keoghan in Saltburn, trascinata un po’ troppo a lungo. Almeno Koy, comunque, sul palco c’è, a differenza di Ricky Gervais che, assente, non ritira il Golden Globe alla miglior stand up comedy, nuova categoria del premio.
Fra i tavoli del gala si incontrano giganti ed esordienti, tantissime prime volte e veterani del glamour hollywoodiano. Ma anche le matricole hanno qualcosa da insegnare ai più grandi: lo dimostra Lily Gladstone che conquista l’unico Golden Globe di Killers of the Flower Moon (su 7 nomination) e non si fa intimidire né dai suoi comprimari né dal contesto in cui, sottolinea nel suo discorso iniziato nella sua lingua madre, si sente estranea. Perché Hollywood non fa ancora abbastanza spazio agli interpreti nativo americani.
La ridotta presenza di Killers of the Flower Moon sul palco si nota tanto quanto quella di Barbie, che almeno può contare sul premio che sembra essere stato creato su misura per l’enorme successo di Greta Gerwig e Margot Robbie: il miglior blockbuster (e su quello ugualmente prevedibile della miglior canzone originale, andato a Billie Eilish e al fratello Finneas).
Gerwig, tuttavia, inquadrata di sfuggita dalle telecamere durante l’annuncio della migliore regia, non riesce a trattenere un po’ di disappunto nel vedere la statuetta fra le mani di Christopher Nolan. Il regista britannico trionfa anche su un mostro sacro come Martin Scorsese, ricevendo il suo primo Golden Globe in assoluto. Solo un’altra volta nella sua vita si è ritrovato con quel premio in mano, ricorda, ma non era suo. Apparteneva al Joker di Heath Ledger, scomparso pochi mesi prima, e aveva un peso emotivo molto diverso.
La notte di Oppenheimer e delle coppie sullo schermo
Oppenheimer è dunque il vero vincitore della gara cinematografica dei Golden Globes. Non solo perché conquista la vetta del miglior film drammatico, spodestando anche alcune probabilissimi contendenti come Anatomia di una caduta e Past Lives. Ma anche perché vede la premiazione dell’eccellente duo Cillian Murphy-Robert Downey Jr., uno dei principali motivi della riuscita del film.
L’81ª edizione dei Golden Globes, in realtà è a tutti gli effetti l’edizione delle coppie sullo schermo. Non solo Murphy e Downey Jr., ma anche Paul Giamatti e Da’vine Joy Randolph vengono premiati entrambi per The Holdovers – Lezioni di vita. E per la televisione si raggiunge un raro traguardo, con tutte e tre le coppie di protagonisti delle serie vincitrici, premiate anche con i Golden Globes ai migliori attori.
Per Succession, miglior serie drammatica, il riconoscimento va a un emozionatissimo Kieran Culkin che parla a voce strozzata e a Sarah Snook. Per The Bear, miglior serie comica, Jeremy Allen White raddoppia il Globe ricevuto l’anno scorso ma sembra sembra più incredulo e frastornato. Accanto a lui arriva Ayo Edebiri, che dopo aver rubato la scena nella seconda stagione della serie, è promossa e vincente nella categoria leader. Infine, Beef – Lo scontro vince come miglior miniserie e, inoltre, con la premiazione di Ali Wong e Steven Yeun raggiunge anche il totale di tre premi su tre nomination.
Poche certezze e grandi delusioni dei Golden Globes 2024
Niente da fare per Matteo Garrone e il suo Io capitano: Anatomia di una caduta non poteva essere battuto nella categoria del miglior film in lingua non inglese. Un’opera “sull’impossibile ricerca della verità”, come la descrive Triet. Un thriller in grado di sezionare al tempo stesso la natura di una coppia e il ruolo della donna al suo interno. Non potrà tuttavia gareggiare nella stessa categoria agli Oscar, non essendo il titolo scelto dalla Francia. Un speranza in più nel caso in cui Io capitano dovesse arrivare alla cinquina finale.
Assicurate fin dall’inizio, le vittorie di Povere creature! come miglior film commedia/musicale e di Emma Stone come miglior attrice (comica), nel ruolo di Bella Baxter, non perdono certo il loro valore, anzi. Il Leone d’oro di Yorgos Lanthimos, fin dal suo debutto a Venezia, ha conquistato chiunque, amplificando anche il messaggio di emancipazione femminile anticipato da Barbie.
Allo stesso modo non stupisce la vittoria di Hayao Miyazaki per Il ragazzo e l’airone, film d’animazione che ha conquistato le vette del botteghino anche negli Stati Uniti. Ai Golden Globes 2024 tutto sembra essere andato secondo le aspettative, per quanto deludenti per Gerwig e Scorsese. Nulla è ancora deciso per la corsa agli Oscar, ma è certo che, come affermato da Koy nei saluti finali, “Hollywood is back”.
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