Chissà com’erano i grandi, agli inizi. È un pensiero che può venire spesso. Chissà che studi hanno fatto, chi era il loro insegnante preferito, chissà qual è stato il primo cortometraggio che hanno girato. La 38esima edizione della Settimana della Critica, che avrà luogo dal 30 agosto al 10 settembre in occasione della Mostra del Cinema di Venezia, ce lo mostra.
Ad aprire la sezione dei cortometraggi è Incontro di notte, lavoro di fine anno del biennio dal 1959 al 196 della regista Liliana Cavani al Centro Sperimentale di Cinematografia. Fu la madre ad accenderle la passione per il cinema, portandola in sala da quando era una bambina, destinata così a diventare studentessa della prestigiosa scuola romana con sede ai bordi di Cinecittà.
Incontro di notte, solo un’esercitazione
Era solo un’esercitazione, quell’Incontro di notte del 1960. Un’espressione di stile che mostrava una delle qualità cardine della cinematografica di Cavani: saper fronteggiare il doppio, lo speculare. Una parte e quella opposta.
È infatti la figura di Francesco d’Assisi, uomo dissipato trasformato dalla fede, che prende come spunto per il suo primo, omonimo, film del 1966 con Lou Castel, proseguendo nell’esplorazione del santo con il successivo Francesco del 1989 con Micky Rourke e la miniserie televisiva con Mateusz Kościukiewicz del 2014. È lo scontro tra religione e scienza in Galileo del 1968 e ne I cannibali del 1970, in cui mette in scena in versione contemporanea l’Antigone di Sofocle, in ballo nel conflitto che va generandosi tra rispetto della legge e senso di pietà.
La duplicazione, in Incontro di notte, è nei suoi personaggi. Uno senegalese, uno italiano. Uno libero, veemente, appassionato, dedito alla sua musica e a quella soltanto. L’altro preso di ispirazione e ubriaco non solo dell’alcol bevuto, ma delle note suonate dal compagno, sospinto comunque verso il calore del proprio nido invece che nel perdersi nelle avventure che offre la notte.
L’omaggio del CSC a Liliana Cavani
Nella direzione impeccabile degli attori (Romano Ghini, Ababakar Samba e Annabella Incontrera) c’è il rigore di una maturità consapevole, maneggiata con precisione millimetrica anche nei movimenti e nelle inquadrature della camera. C’è il metodo di una studentessa che è visibile fin dalla giovinezza, pur se sarà col successivo La battaglia che vincerà il Ciak d’oro, un tempo affidato al miglior saggio di fine anno dal CSC.
Il passato di una regista a cui, nel presente, viene affidato il Leone d’oro, a compimento di una carriera che Incontro di notte ha cominciato. E che, per l’occasione, verrà presentato come evento speciale in versione digitalizzata dal CSC Digital Lab durante l’80esima Mostra di Venezia.
Una celebrazione che la Sic e il CSC riservano a Liliana Cavani. A una regista che ha sempre dimostrato di avere conoscenza del mestiere del cinema. E che ci ha fatto vedere che a volte i grandi erano già grandi, anche agli inizi.
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