Le shortlist degli Oscar: vincitrici l’Academy e le piattaforme, vittorie a metà per Barbie e Il colore viola

The Hollywood Reporter ha analizzato i titoli annunciati. Per il film di Greta Gerwig si parla di una vittoria a metà, grandi soddisfazioni sono arrivate per Netflix ed Apple. Le cinquine di finalisti per ogni categoria saranno annunciate il 23 gennaio 2024

All’indomani dell’annuncio delle shortlist per le 10 categorie degli Oscar di quest’anno il giornalista di The Hollywood Reporter Scott Feinberg ha analizzato le scelte dei membri dell’Academy. Ecco secondo lui i vincitori, che cosa sta nel mezzo, come Barbie e Il colore viola, e i perdenti.

I vincitori delle shortlist degli Oscar

1) L’Academy

C’è mai stata una lista di candidati per la migliore canzone originale più nutrita di questa?

Tra gli autori in lizza ci sono Billie Eilish e Finneas (What Was I Made For? da Barbie), Olivia Rodrigo (Can’t Catch Me Now da Hunger Games – La ballata dell’usignolo e del serpente), Jon Batiste (It Never Went Away da American Symphony) e Dua Lipa (Dance the Night da Barbie). In altre parole, le persone che stanno dietro alla metà dei candidati al Grammy per la canzone dell’anno, che sarà consegnato il 4 febbraio. Inoltre: Mark Ronson (I’m Just Ken da Barbie), A$AP Rocky (Am I Dreaming da Spider-Man: Across the Spider-Verse), Lenny Kravitz (Road to Freedom da Rustin) e Halle Bailey (Keep It Movin’ da Il colore viola), tra gli altri.

Se, prima o durante le votazioni per le nomination (dall’11 al 16 gennaio 2024), l’Academy non affitta l’Hollywood Bowl e invita ciascuno dei protagonisti di una canzone a esibirsi lì (tutti accetterebbero e sarebbe il biglietto più richiesto dell’anno per qualcosa che non sia Taylor Swift), e se la ABC non trasmette il concerto, allora dovrò davvero chiedermi quanto vogliano che la gente si sintonizzi sul canale degli Oscar il 10 marzo. Non c’è modo migliore per aumentare la consapevolezza e l’entusiasmo, gente!

2) Due piattaforme streaming

Dopo la shortlist della scorsa stagione degli Oscar, gli sforzi di Netflix in vista dei premi hanno subito un cambio di direzione importante, dimostrando quanto sostegno avesse Niente di nuovo sul fronte occidentale. La piattaforma ha poi puntato molto meno su Bardo e altri film, e molto di più sul film in lingua tedesca sulla Prima Guerra Mondiale, che ha ottenuto, alla fine, una nomination all’Oscar per il miglior film.

Per Netflix, il Niente di nuovo sul fronte occidentale di quest’anno potrebbe essere La società della neve. Il film in lingua spagnola di J.A. Bayona sul disastro aereo sulle Ande del 1972 è entrato in quattro shortlist, una in più rispetto al favorito per il premio al miglior film internazionale La zona d’interesse (Spagna): colonna sonora originale, trucco/parrucco ed effetti visivi.

Netflix si è difesa bene anche con il documentario di Matthew Heineman su Jon Batiste American Symphony, che è entrato in tre shortlist: documentario, come previsto, ma anche colonna sonora originale e canzone originale (It Never Went Away di Batiste). Nessun altro documentario è andato così bene, anche se Les Filles d’Olfa di Kino Lorber è entrato nelle liste dei documentari e dei film internazionali (Tunisia).

Infine, Netflix ha ottenuto menzioni nella shortlist degli Oscar anche per Stamped From the Beginning (lungometraggio documentario), Rustin (canzone originale) e Maestro (trucco/parrucco, alla faccia del naso ricostruito di Bradley Cooper), oltre a un cortometraggio documentario – Camp Courage, sui rifugiati ucraini – e due cortometraggi live-action, La meravigliosa storia di Henry Sugar di Wes Anderson e The After con David Oyelowo.

Ma anche un’altra piattaforma è andata bene: Apple. Il suo film di Martin Scorsese, Killers of the Flower Moon, è entrato nella shortlist per il trucco/parrucco, il sonoro, la colonna sonora originale e persino la canzone originale (Wahzhazhe A Song for My People). Gli altri due finalisti sono STILL: La storia di Michael J. Fox di Davis Guggenheim per il documentario e Flora and Son per la canzone originale (sia High Life sia Meet in the Middle).

Alla faccia del contraccolpo post-scioperi che avrebbe affetto le piattaforme!

3) Due piccole società non di streaming

Due piccole società non di streaming si sono fatte valere e hanno ottenuto tre titoli ciascuna nella shortlist. Un plauso a MTV Documentary Films, che ha fatto centro con il lungometraggio documentario The Eternal Memory e i cortometraggi The ABCs of Book Banning (debutto alla regia della leggenda del documentario Sheila Nevins, 84 anni) e Last Song from Kabul. E al New Yorker, che è entrato nelle shortlist con i cortometraggi The Barber of Little Rock (che ha Dwyane Wade come produttore esecutivo) e Deciding Vote (uno splendido sguardo sul modo drammatico in cui New York ha approvato la prima legge sul diritto all’aborto in America) e il cortometraggio live action Knight of Fortune.

4) Povere creature!

Il film di Yorgos Lanthimos non piacciono a tutti, ma l’ultimo – che è essenzialmente un Frankenstein che incontra Barbie – sembra essere apprezzato dall’Academy. Il film della Searchlight è entrato in tre shortlist: trucco/parrucco (anche solo il volto del personaggio di Willem Dafoe meritava questo premio), colonna sonora originale (Jerskin Fendrix) ed effetti visivi. Sono certo che i registi avrebbero voluto entrare anche nella shortlist del sonoro, ma si tratta comunque di un risultato notevole.

5) Giappone e Francia

I comitati di selezione per i migliori lungometraggi internazionali di questi due Paesi hanno avuto molte critiche per le loro candidature. Il Giappone ha preferito Perfect Days, un film prodotto dalla Neon del regista tedesco Wim Wenders, ai maestri giapponesi Hirokazu Kore-eda (Monster) e Hayao Miyazaki (Il ragazzo e l’airone), mentre la Francia ha scelto La passione di Dodin Bouffant di Anh Hung Tran, un delizioso film della IFC, invece del thriller vincitore della Palma d’Oro di quest’anno, Anatomia di una caduta di Justine Triet, che ha fatto piazza pulita di altri contendenti. Se Perfect Days o La passione di Dodin Bouffant non fossero entrati nella shortlist, le commissioni di quei Paesi avrebbero dovuto cospargersi il capo di cenere. Ma entrambi hanno superato la selezione.

Le vittorie a metà

1) Barbie

Il blockbuster di Greta Gerwig, acclamato dalla critica, ha ottenuto più menzioni nella shortlist di qualsiasi altro film: cinque. Ma tre di queste sono arrivate in una sola lista, quella delle canzoni originali (le altre due sono per la colonna sonora e il sonoro). Inoltre, il film ha mancato un paio di nomination che si pensava potesse ottenere: miglior trucco/parrucco e migliori effetti visivi. Credo che si debba parlare di una vittoria a metà.

2) Il colore viola

È stata una mattinata un po’ deludente per le ambizioni della Warner. Le musiche del film di Blitz Bazawule sono state premiate con un posto nella shortlist per la miglior colonna sonora e due posti nella shortlist delle canzoni originali (per Keep It Movin’ e Superpower (I)). Ma non è riuscito a entrare in due liste in cui ci si aspettava che entrasse: trucco/parrucco e, cosa più preoccupante per un musical, sonoro (una categoria in cui, va notato, non sono rientrati nemmeno Povere creature! e Spider-Man: Across the Spider-Verse).

I perdenti

1) I candidati al miglior film che speravano in un riconoscimento per gli effetti visivi

Dopo aver escluso Oppenheimer dalla sua longlist, il settore effetti visivi ha ora escluso Barbie e Killers of the Flower Moon dalla sua shortlist, optando invece, tra gli altri titoli, per il film d’animazione Spider-Man: Across the Spider-Verse. L’unico candidato di alto livello per il miglior film che è entrato nella lista finale dei 10 per la categoria è Povere creature!. Dato che tre degli ultimi quattro vincitori della categoria dei migliori effetti visivi erano candidati al miglior film, questo potrebbe indicare che Povere creature! è il favorito per l’Oscar agli effetti visivi e che è più forte di quanto si pensasse?

2) Canzoni dei film d’animazione

A parte Am I Dreaming da Spider-Man: Across the Spider-Verse, nessuna canzone tratta da film d’animazione è stata inclusa nella rosa delle migliori canzoni originali di quest’anno. No Peaches da The Super Mario Bros. Movie, che è stata nominata per la categoria corrispondente ai Golden Globe e ai Critics Choice Award. Non This Wish da Wish, che è stata nominata per il corrispondente Critics Choice Award. E non For the First Time o The Scuttlebutt da La Sirenetta, Better Place da Trolls 3 – Tutti insieme o Steal the Show da Elemental. Un po’ strano.

Nel frattempo, passando ad altre stranezze legate alla musica…

Alexandre Desplat, da tempo uno dei favoriti dell’Academy, non è entrato nella rosa dei candidati per la colonna sonora originale, né per The Boys in the Boat, né per Nyad – Oltre l’oceano.

Ma, sicuro come il giorno che segue la notte, Diane Warren è tornata nei 15 finalisti per la migliore canzone originale, questa volta per The Fire Inside dall’altrimenti dimenticato Flamin’ Hot.

3) I film che speravano nei premi per trucco e parrucco

Oltre all’esclusione di Barbie e Il colore viola, c’è da chiedersi cosa mancasse nel trucco di Nyad – Oltre l’oceano e nelle acconciature di Priscilla. Anche chi odia quei film riconosce che questi aspetti sono impressionanti. Quindi, a questo punto, è difficile immaginare che ottengano riconoscimenti in altre categorie.

Le nomination agli Oscar – le cinquine di finalisti per ciascuna delle 23 categorie – saranno annunciate il 23 gennaio 2024.

 

Traduzione di Nadia Cazzaniga