Diverse certezze, qualche sorpresa, molti(ssimi) italiani. È il programma del Concorso della 80esima Mostra del Cinema d’Arte Cinematografica di Venezia, che promette fuoco e fiamme durante i giorni della sua manifestazione al Lido (30 agosto – 9 settembre). E, soprattutto, anche stelle e strisce. La paura, infatti, era che molti film seguissero l’esempio di Challengers di Luca Guadagnino, ex titolo d’apertura di Venezia 80, sostituto dal meno glamour e più politico Comandante di Edoardo De Angelis.
“Nonostante lo sciopero, tanti film americani sono confermati”, spiega Alberto Barbera, direttore artistico della Mostra, che dopo il colpo per l’abbandono subito con l’opera con Zendaya, Josh O’Connor e Mike Faist – di cui è cambiata anche la data di uscita, ora prevista ad aprile 2024 – è riuscito a tenere saldi, tra i più attesi, Yorgos Lanthimos (Poor Things) e Bradley Cooper (Maestro).
Un festival pieno di biografie, di icone storiche e di mostri alla Frankenstein, di cui vi presentiamo i titoli più attesi.
I titoli più attesi, per ora, a Venezia 80
Poor Thing di Yorgos Lanthimos
Un film di grandi attori, di cui si temeva il ritiro. Poor Things è una visione ancora più gotica e dark di un autore imprescindibile nel panorama europeo come Yorgos Lanthimos, che si destreggia nuovamente con divi e produzioni statunitensi, come accaduto nel suo ultimo passaggio a Venezia con La favorita. Tratto dal romanzo del 1992, Vita e misteri della prima donna medico d’Inghilterra scritto da Alasdair Gray, Poor Things ha una Emma Stone riportata (letteralmente) in vita, un Mark Ruffalo di cui non ci si può fidare e un Willem Dafoe fuori di senno. Quest’ultimo, diciamolo, non è certo una novità.
Priscilla di Sofia Coppola
Non è il sequel dell’Elvis del 2022 di Baz Luhrmann, bensì l’opera basata sul memoir della ex moglie del re del rock’n’roll, rimasta accanto all’uomo fino alla fine. Partendo da Elvis and Me scritto dalla stessa Priscilla Presley, assieme a Sandra Harmon, la storia vede il punto di vista della donna che, vicino al cantante, ha contribuito alla costruzione di un immaginario estetico e culturale. Riportando dopo anni Sofia Coppola al Lido, dopo il suo Leone d’oro Somewhere.
Maestro di Bradley Cooper
Per il suo esordio Bradley Cooper ha fatto un salto a Venezia. Ha presentato A Star Is Born, fuori concorso, facendo splendere durante la Mostra la “stella” di Lady Gaga, che grazie al film ha vinto il suo primo Oscar per la canzone originale Shallow. Per il secondo round, Cooper punta al concorso, e ci riesce. Porta sul grande schermo, in bianco e nero, la storia del leggendario compositore Leonard Bernstein, prodotto da Martin Scorsese, Steven Spielberg e Todd Phillips. Lo zampino – e distribuzione – è quello di Netflix.
The Killer di David Fincher
The Killer, inaspettatamente nella lista dei titoli in concorso, è il film di David Fincher su sceneggiatura di Andrew Kevin Walker, basato sul libro omonimo di Alexis Nolent. Più un assassino attende nell’ombra, più crede di stare per impazzire. Le eco sono quelle di Fight Club, lo sceneggiatore è quello di Seven, il tocco analitico e letale è di Fincher. Tutto nella cornice di Venezia 80.
Ferrari di Michael Mann
Sono dodici anni che Michael Mann aspetta di realizzare il suo film su Ferrari. E finalmente ce l’ha fatta. Scegliendo attori non proprio italiani – anzi, per niente -, ma affidandosi a volti noti che già si sono cimentati con figure dell’immaginario nostrano (Adam Driver è stato Maurizio Gucci in House of Gucci e Penélope Cruz Donatella Versace nella serie L’assassinio di Giovanni Versace), l’autore riprende la biografia del magnate delle automobili Enzo Ferrari, l’uomo che ha rivoluzionato la Formula Uno.
El Conde di Pablo Larraín
Pablo Larraín non lascia l’osso. Si direbbe quasi “la carne”. È a quella che si attacca il protagonista dell’autore cileno, un vampiresco Augusto Pinochet, dopo che il regista e sceneggiatore lo aveva solo evocato nella società e nella politica della sua trilogia composta da Tony Manero (2008), Post Mortem (2010) e No – I giorni dell’arcobaleno (2012). Stavolta il dittatore prende vita, mentre cerca la morte: è infatti un non-morto che vaga per il paese, attendendo la fine definitiva.
Memory di Michel Franco
Se cercate nel catalogo degli autori che più hanno fatto discutere negli ultimi anni a Venezia, tra i primi posti troverete Michel Franco. Molti non sono ancora riusciti a dirigere il suo Nuevo Orden o a riprendersi da Sundown, ma dovranno tenere duro e affrontare l’autore messicano anche quest’anno. Ciò che si conosce sono i protagonisti del suo Memory: Jessica Chastain e Peter Sarsgaard. Il resto? Da scoprire a Venezia 80.
Evil Does Not Exist di Ryusuke Hamaguchi
Barbera dichiara: “Forse non tutti sapevano che Hamaguchi stava preparando un nuovo film”. E poi eccolo qui, al Lido, dopo l’Oscar per il miglior film internazionale per Drive my car. A Ryusuke Hamaguchi non è bastata la statuetta degli Academy, né l’Orso d’argento per il premio della giuria a Berlino con Il gioco del destino e della fantasia, ma punta al Leone di Venezia 80. E lo fa col suo Evil Does Not Exist.
Origin di Ava DuVernay
Le star saranno impegnate a mantenere il punto con lo sciopero degli attori e sceneggiatori, ma una figura cardine dell’industria cinematografica statunitense sarà comunque presente alla Mostra del Cinema, almeno alla regia di un suo film. Ava DuVernay giunge al Lido con Origin. Chissà chi ci sarà del suo corposo cast: Ellis-Taylor, Jon Bernthal, Vera Farmiga, Niecy Nash-Betts, Audra McDonald, Nick Offerman e Connie Nielsen.
Bastarden di Nikolaj Arcel
Sono passati più di dieci anni da quando Nikolaj Arcel ha diretto Royal Affair, pellicola con interpreti una giovanissima Alicia Vikander e un già famoso Mads Mikkelsen, candidato al tempo per l’Oscar al miglior film internazionale. L’autore danese, dopo la parentesi statunitense (e deludente) di un blockbuster come La torre nera, arriva al festival con Bastarden, il sogno del protagonista Ludvig Kahlen nel rendere la brughiera fonte di ricchezza.
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