WomenLands, parlano Anna Foglietta e Alissa Jung: “Come donne, non solo nel cinema, bisogna avere visione e pazienza. E non cedere terreno”

All'incontro moderato dalla direttrice Fabia Bettini e dalla presidente di Cinecittà Chiara Sbarigia le due attrici ricevono l'Excellence Award per l'impegno sociale con le rispettive associazioni

WomenLands, letteralmente terre di donne, spazi delle e per le donne, è il nome del nuovo ciclo di incontri che debutta ad Alice nella Città. Un’iniziativa aperta 18 ottobre, in collaborazione e a supporto del comitato Expo 2030 Roma e che si concluderà a Parigi il 28 novembre, in occasione dell’annuncio della città che ospiterà la manifestazione.

La sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema “entra finalmente dentro Roma”, afferma la direttrice Fabia Bettini, durante l’inaugurazione al Palazzo delle Esposizioni. Nuova location che diventa a sua volta un luogo concreto in cui fare la differenza. Come le due associazioni delle prime donne premiate con i WomenLands Excellence Awards, Anna Foglietta e Alissa Jung. “Per il loro impegno sociale e per il loro sguardo al femminile sul mondo”, sottolinea Bettini, ma anche per il modo in cui “da artiste partecipano alla politica culturale del nostro paese”.

Il ruolo sociale della (donna) artista

“Il cinema è lo specchio della società, ma quante parole, quanta retorica, quanta strumentalizzazione c’è ancora dietro le figure femminili?”, dichiara subito Anna Foglietta. “Veniamo usate perché è necessario metterci, nei film e nelle storie ma quanto siamo davvero raccontate nella nostra complessità? E quanto siamo invece solo funzionali?”: a un uomo, a un figlio, a un ruolo.

“Basta vedere quanto guadagna una protagonista rispetto a un protagonista”, aggiunge Alissa Jung. “Dire che siamo tutti uguali è una bugia. È mia figlia, molto più arrabbiata di me da questo punto di vista, a farmi notare tante disparità, facendomi comprendere come io le abbia accettate. C’è ancora tanto lavoro da fare e dobbiamo invitare gli uomini a fare questa battaglia con noi, perché il femminismo è anche per l’uomo, perché vuole dire la liberazione dal patriarcato per tutti, uomini e donne”.

A rispondere è la direttrice Bettini, ricordando quanto la stessa Alice nella Città si impegni nel selezionare ogni anno storie fuori dai cliché, in cui i personaggi siano “reali”, credibili. “Non solo madri, ma madri che sbagliano, cadono e si rialzano, spesso con lo stesso aiuto dei figli, per esempio”. Come accade in Too Leslie, uno dei film più prestigiosi nella selezione di Alice 2023. Già candidato agli scorsi Oscar proprio per la protagonista Andrea Riseborough.

Lo stesso obiettivo di WomenLands, coerente con quello di Humanlands – il progetto di candidatura di Roma a Expo 2030 – è quello di riportare l’attenzione sui diritti e sulle relazioni umane. Con particolare attenzione, in questo caso, al gap di genere. “Bisogna avere visione e bisogna avere pazienza”, prosegue Foglietta, “Attendere e faticare tanto, ma soprattutto non cedere terreno”.

Every Child is My Child e Pen Paper Peace

Ogni bambino è il bambino, il nostro bambino. È questo il senso della onlus fondata e promossa da Anna Foglietta nel 2016 di fronte all’apparente impotenza del mondo nelle stragi di bambini in Siria. “È la dimostrazione di quanto un atto di profonda volontà possa davvero cambiare le cose”, afferma l’attrice, ricordando che negli ultimi sette anni sono più di 500 i bambini siriani supportati dall’associazione, soprattutto dal punto di vista scolastico.

Lo stesso obiettivo è quello di Pen Paper Peace, l’associazione fondata da Alissa Jung nel 2008 prima a Berlino e poi durante il lockdown del 2020 anche in Italia, con la collaborazione del marito Luca Marinelli. Pen Paper Peace, come suggerisce anche il suo nome è un sostegno didattico ed educativo, sia in Europa sia fuori dall’Europa. In Germania, soprattutto, afferma Jung, il suo scopo è “spiegare che in Occidente si vive bene perché da qualche altra parte si vive male e che non è una coincidenza. Tutto è collegato e il nostro privilegio deriva dal post-colonialismo. Io stessa prima di questo progetto non avevo mai studiato a scuola il violento colonialismo tedesco in Namibia”. A questo si aggiunge, dal 2020 l’iniziativa “Buddy”, una piattaforma interattiva in cui i bambini possono rivolgersi e chiedere aiuto, per le loro difficoltà scolastiche, a dei “fratelli o sorelle maggiori”, persone appositamente formate in grado di offrire loro un aiuto alla pari.

Ad Haiti, in Honduras e in Namibia, invece, Pen Paper Peace, come suggerisce il nome stesso, si occupa di fornire aiuto scolastico a bambini in situazioni particolarmente gravi, come nell’isola di Haiti colpita prima da un uragano nel 2004 e poi da un potente terremoto nel 2010. “Con penna e carta – conclude Jung – si può infatti ancora cambiare il mondo”.