Sirocco and the Kingdom of the Winds è un forte turbinio di emozioni. Una tempesta che travolge nei suoi 80 minuti di animazione, con un tratto ispirato al grande maestro giapponese Hayao Miyazaki, ma firmato dal regista francese Benoît Chieux.
Sirocco, che visivamente è certamente molto derivativo, però ha una identità propria. Il film – mostrato in anteprima come proiezione speciale ad Alice nella Città – è infatti una dolce storia sul potere della sorellanza, sull’emancipazione, sulla forza della fantasia, delle emozioni e dell’amore. Una pellicola tenera, dolce e avvolgente. Un’ode alla complicità delle sorelle (e perché no anche dei fratelli), e a quel prezioso legame che regala tante gioie e dolori.
Sirocco, la trama
Juliette e Carmen, due bambine ospiti da un’amica di famiglia scrittrice di libri di fantasia, scoprono un passaggio segreto per entrare nel mondo del loro libro preferito, il Regno delle correnti d’aria. Un libro che porta con sé i ricordi della sua autrice, Agnes, che dentro quei testi ha sfogato la sua creatività e reso giustizia ai suoi affetti.
Le due sorelle, dentro quel mondo, vengono trasformate in gatti, e separate l’una dall’altra. E grazie all’aiuto dell’incredibile cantante Selma, devono riuscire a ritrovarsi e sconfiggere le impetuose intemperie lanciate da Scirocco, il padrone dei venti e delle tempeste. Un personaggio da tutti descritto come terrificante e pericoloso, ma che in realtà potrebbe essere solo vittima di se stesso.
Sirocco infatti è tanto un film sulla sorellanza quanto un film sull’emotività maschile: il principale antagonista è in realtà una persona spaventata dalle sue stesse emozioni. Che non conosce e non vuole scoprire, represse. Emozioni che fanno paura e che lo allontanano, cercando rifugio in una solitudine che non risolve niente e che, anzi, acuisce ulteriormente quel senso di inadeguatezza che divora da dentro senza pietà.
Anche i maghi dei venti piangono
Scirocco prova un amore che gli fa battere talmente forte il cuore da sprigionare uragani incontrollabili: un’emotività immatura, nonostante lui sia il mago Scirocco, il padrone dei venti. Eppure le emozioni e la fantasia possono salvarci da noi stessi, facendo cadere quella maschera d’apatia che costringe a non mostrarsi deboli, perché gli uomini che provano emozioni sono deboli, secondo qualcuno. Ma non è così, non deve essere così. Ed ecco che questa consapevolezza salva, regalando un attimo di respiro, una fresca brezza, piacevole, pacifica.
In una scena del film, dopo la sua magistrale performance in mezzo alle nuvole, la cantante Selma si trova a fronteggiare le viscide lusinghe dello scontroso sindaco della città. E di fronte a quella sfacciataggine dice che è tutto profondamente “ingiusto”. “Il pubblico può scegliere l’artista, ma l’artista non può scegliersi il pubblico”.
Allora proprio per questa ingiustizia, si dovrebbe scegliere come artista Benoît Chieux e come spettacolo Sirocco and the Kingdom of the Winds. Un ottovolante di emozioni che saprà intenerire, far riflettere e appassionare trasversalmente sia grandi che piccini.
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