Giuseppe Scoditti, 195 centimetri di dimensione artistica da Moretti a Sorrentino

Attore ne Il sol dell'avvenire, sul red carpet di Cannes oggi si fa notare per il suo metro e novantacinque di altezza (a cui ha dedicato uno spettacolo a teatro). E sul palco dichiara il suo amore-odio per il regista della Grande Bellezza. Ecco la video-intervista di THR Roma

Deve averlo capito subito Nanni Moretti chi si trovava di fronte quando ha incontrato Giuseppe Scoditti. Una forza della natura, un fisico che non sembra adatto a un talento comico, tanto è asciutto e altissimo, ma che in realtà lo rende allo stesso tempo bello e fumettoso, capace di occupare lo spazio esistenziale e recitativo come e meglio di altri. Il regista de Il sol dell’avvenire l’ha provinato più volte, poi ha capito: serviva un altro personaggio, scriverne uno per lui. “Ti rendi conto? Non solo vengo scelto da Nanni che per me è un mito, a cui ho dedicato un pezzo ispirato a Caro Diario, ma poi lui inventa un personaggio per me. E ora sono a Cannes. Se non inizio a drogarmi ora, non succede più”.

Giuseppe Scoditti, Contenuti Zero

Politicamente scorretto almeno quanto è garbato al limite della dolcezza, ha un talento al contempo educato ed esplosivo, chiarissimo nel suo lavoro nel collettivo Contenuti Zero – per chi li ricorda, una sorta di Cavalli Marci o Broncoviz (da Luca e Paolo a Crozza, Signoris e Dighero, per intenderci) -, che unisce tanti giovanissimi artisti con l’ambizione di diventare i Monty Python italiani. “Sogniamo di fare un film tipo Il senso della vita, ma la verità è che noi, alla Arbore, daremmo il meglio in un programma televisivo”.

Giuseppe Scoditti è anche teatro, un po’ stand-up comedian e un po’ mattatore, ha avuto successo sia con 1 e 95, il racconto di cosa vuol dire avere la sua passione per l’arte e quel corpo in cui contenerla, un pretesto per una riflessione ironica, giocosa ma anche profonda su tante cose. Perché il nostro di contenuti, in realtà, ne ha tanti. “E poi quello spettacolo mi lascia in eredità lo smoking con cui andrò sulla Montée del Marches, fu la spesa più esosa di quella produzione: dovetti farlo fare su misura, non esistono della mia taglia”.

Nel suo destino, però, c’è anche un premio Oscar: Paolo Sorrentino vieni devo dirti una cosa. Pièce che, a dir la verità, all’inizio aveva un altro titolo – guardate la video intervista per scoprirlo, e apprezzate che non lo usiamo per fare clickbaiting – e che “ogni sera mi costringe a tenere due posti liberi in platea, nella speranza che venga a vedermi. Quel giorno, il finale dello spettacolo sarà diverso”.

Con questo ragazzo ci si diverte molto e c’è da giurarci che Sorrentino non accetti mai l’invito perché sa che lo si nota, morettianamente, di più se non va. E perché, in fondo, quel colpo di scena darebbe un finale grandioso ma inevitabile all’opera di un talento così speciale.

Questo giovane artista c’è e si vede. Con i suoi 195 centimetri di dimensione artistica.