Il cacciatore di Michael Cimino torna al cinema per il suo 45esimo anniversario

L'appuntamento è il 22, 23 e 24 gennaio 2024, per riscoprire il 53esimo titolo nella classifica delle migliori pellicole statunitensi di tutti i tempi secondo l'American Film Institute

Di THR ROMA

45 anni dalla sua prima uscita, Il cacciatore di Michael Cimino torna al cinema. Appuntamento il 22, 23 e 24 gennaio 2024 per riscoprire uno dei film entrati nella storia o vederlo per la prima volta sul grande schermo.

Capolavoro del cinema mondiale, il film di Michael Cimino torna nelle sale in versione restaurata in 4K, distribuito da Lucky Red. Inserito prima al 79° e poi al 53° posto nella classifica dei migliori film statunitensi di tutti i tempi dell’American Film Institute, vinse moltissimi riconoscimenti, tra cui cinque premi Oscar (film, regia, suono, montaggio, attore non protagonista).

Il cast è guidato da Robert De Niro, con Christopher Walken, John Savage, John Cazale (nel suo ultimo ruolo) e Meryl Streep, che proprio con questo film inizia il suo lungo e ricco percorso di candidature all’Oscar.

Storia e epica de Il cacciatore

Racconto di formazione e di amicizia, Il cacciatore è un film potente e lucido che mostra la tragedia della guerra del Vietnam pur non essendo etichettabile come opera di genere: alle immagini del conflitto Cimino predilige la metafora e lo sguardo sulla quotidianità dei suoi protagonisti e sulle conseguenze sconvolgenti della chiamata alle armi.

Tre atti (prima, durante, dopo) per riflettere sul dolore causato da tutte le guerre, sulla solitudine di chi resta e di chi parte, sul vuoto lasciato da chi non torna, sulle lacrime di chi torna cambiato per sempre nell’anima e nel corpo.

Come Apocalypse Now di Francis Ford Coppola, Il cacciatore rientra di buon diritto nella categoria dei film leggendari: per le condizioni nelle quali è stato realizzato, per il risultato finale, per quello che continua a rappresentare nell’immaginario collettivo, facendo entrare la guerra del Vietnam nel subconscio dell’identità occidentale, una delle sue ferite aperte.

(Ansa)