Beata gioventù, quella di Ken Loach. In tutti i sensi. A 87 anni compiuti meno di una settimana fa, il regista inglese cammina sotto il sole di Roma, 37 gradi a mezzogiorno, col passo svelto di un ragazzino. Studia la strada che domani mattina lo condurrà dal suo albergo alla Cappella Sistina, dove sarà ricevuto, insieme a 200 artisti, da Papa Francesco. L’occasione è di quelle irripetibili, il 50° anniversario dell’inaugurazione della Collezione d’Arte Moderna e Contemporanea dei Musei Vaticani: “Ancora non posso crederci che mi abbiano invitato”, spiega gentile il regista di The Old Oak (il film, passato in concorsa a Cannes, arriverà in Italia con Lucky Red) mentre passeggia mescolato ai turisti. Una busta di plastica in mano, un mazzetto di fogli nell’altra: per strada non lo riconosce nessuno.
Ken Loach e il Papa. L’avrebbe mai detto?
Non posso crederci. Straordinario. È la prima volta. E probabilmente l’ultima.
Che effetto le fa?
Da quando ho ricevuto l’invito, e ho cominciato a fare attenzione alle sue parole, mi è stato chiaro che il Papa è un autentico uomo di sinistra. Intendo: uno che parla così verrebbe immediatamente espulso dal partito laburista. Che teoricamente sarebbe la nostra sinistra. Ma il suo punto di vista sul capitalismo non sarebbe minimamente accettato dal partito, oggi. Sai, se sfidi un leader, o metti in dubbio la sua autorità, ti buttano fuori in un attimo. Proprio come è successo a me (nel 2021, ndr).
Cosa si aspetta dall’incontro di domani?
Sono molto curioso di sapere cosa dirà. Sarebbe fantastico poter avere un dialogo sulla povertà, contribuire alla causa. Ma mi basta anche solo dirgli grazie. Mi incuriosisce molto. E poi, naturalmente, c’è l’anniversario dei Musei Vaticani, la Cappella Sistina. Un regalo.
Non è mai stato tenero con la Chiesa, nei suoi film.
Le chiese appartengono alle persone che le hanno costruite. Anche il Papa sarebbe d’accordo. Del resto Gesù era un carpentiere con una famiglia di migranti. Quella del Papa è stata una delle poche voci che si sono alzate per proteggere gli interessi degli ultimi. Io non sono religioso, ma come puoi cacciare i migranti e dirti cristiano? Poi certo, la chiesa si è comportata anche in modo orribile, ha appoggiato dittature e fascismi. Ma quell’uomo mi piace. C’era quel certo arcivescovo (Dom Helder Camara, ndr) che disse una cosa, una volta.
Cosa?
“Quando dai da mangiare ai poveri ti chiamavano santo, quando chiedi perché sono poveri, dicono che sei comunista”. Il Papa chiede perché.
Si definisce ancora “agnostico con tendenza all’ateismo”?
Sì. Io penso che l’unica cosa che abbiamo è la ragione. È la ragione che ci ha dato la scienza. E non vedo perché non dovremmo usare lo stesso approccio razionale all’evidenza di ciò che ci circonda. Non posso immaginare dove finisca l’infinito. Non posso indovinare il punto in cui si incontrano due line parallele. Non so cosa ci sia oltre l’universo. Trascende la nostra possibilità di comprensione.
Quindi non crede ci sia vita dopo la morte?
A 87 anni non è che diventi all’improvviso un fervente credente.
Quindi la classe operaia non andrà in paradiso?
È una bella immagine. Guardi, io sono ottimista. La storia è dinamica. Le dittature nel mondo a un certo punto sono crollate. Anche il nostro sistema economico sta collassando. Il capitalismo è sopravvissuto sfruttando i lavoratori, molti dei quali oggi vivono in condizioni di estrema povertà. Loro creano beni di consumo, ma poi hanno bisogno di consumatori. I quali non hanno più soldi da spendere. Adesso stiamo lasciando morire le persone nel Mediterraneo, è una tragedia terribile. Fra dieci anni potrebbe toccare a noi. Una crisi terribile, paragonabile a quel che accadde alla fine della prima guerra mondiale. Gente come Le Pen in Francia, Bolsonaro in Brasile, Netanyahu in Istraele, se ne sta approfittando. Per non parlare di Putin. Fanno affari e intanto distruggono la sinistra. Che oggi, in Inghilterra, è completamente fuori uso. Si vedrà.
Silvio Berlusconi è scomparso da poco: che ne pensa?
Sono sicuro che sua madre lo amava. Sua madre, e un sacco di gente che ha tratto beneficio da lui.
Conosce la sua storia?
Ho visto quel che accadeva da lontano. Ma sa, noi abbiamo Boris Johnson. E abbiamo avuto la peggiore di tutti, Margaret Thatcher.
Delle intelligenze artificiali, atro tema caldo, che ne pensa?
La questione è: chi le possiede? Chi ha la conoscenza della tecnologia? Ci si può fidare di chi la gestisce? Usiamo la tecnologia per migliorare la nostra vita, ma anche per tagliare posti di lavoro. Chi sfrutta quei benefici? Più usiamo la tecnologia, più aumentiamo la contraddizione. Potremmo usare la tecnologia per costruire cattedrali. Ammesso che a goderne sia chi le costruisce, appunto. Invece che di chi ci sta distruggendo il mondo.
La tv la guarda? Le piacerebbe tornare a farla?
A me piace il cinema. Sedermi in sala. Concentrarmi, vivere l’esperienza. In tv guardo il calcio, il cricket e le notizie. A volte i documentari. Ecco, mi piacerebbe tornare a fare documentari. Tocchiamo ferro, alla mia età non si sa mai. Si vive giorno per giorno. Negli anni Ottanta feci una serie di documentari che criticavano il centrosinistra. Le reti si rifiutarono di mandarli in onda. Speriamo di avere più fortuna, adesso.
A teatro ci va? Le piace?
Ho cominciato col teatro. Se avessi dieci anni in meno lo farei ancora. Sono cresciuto con i classici, Shakespeare. Si imparano così le basi della narrazione. Ora il teatro mi annoia un po’. A volte lo trovo aggressivo, con gli attori che ti gridano in faccia. Almeno sai che quello che stai vedendo è vero. Non come al cinema.
Cioè?
Il cinema ha perso parte della sua umanità, quella che appartiene alla grande tradizione dei film italiani, ad alcuni bellissimi film dell’Est Europa. Il cinema senza umanità è meccanico. Non dico che possa non piacere. Ma lo guardi e non lo ami.
Ken Loach che piani ha per l’estate?
Toserò il prato. Mi ascolterò le partite di cricket alla radio. E farò i lavoretti di casa, che ho lasciato perdere per troppo tempo. Ho da poco festeggiato il mio compleanno e ho preso una decisione: comincerò a contare all’indietro. Mi sento un anno in meno.
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