A Cannes approda il caso Le Retour: una storia “proibita” di adolescenza, sorellanza e (poco) sesso

Dopo le polemiche sulla scena di sesso fra minori, girata senza autorizzazioni e poi rimossa dal film, il film di Catherine Corsini arriva in concorso alla Croisette con una vicenda autobiografica ambientata in Corsica, terra natale del padre della regista

Sorpresa, di sesso ce n’è pochissimo. Non sarebbe una notizia, non fosse che proprio una scena di sesso – girata senza il consenso della Commission des Enfants du Spectacle – ha messo nei guai il film di Catherine Corsini, Le Retour, rientrato all’ultimo minuto in concorso a Cannes dopo un bando di qualche giorno, servito a chiarire la posizione della regista francese. 

Corsini, veterana del festival (nel 2021 era in concorso con Parigi, tutto in una notte) e cofondatrice del movimento femminista francese 50:50, non l’ha presa benissimo: pur ammettendo l’errore, e accettando di eliminare la scena “incriminata” dalla versione finale del film, ha definito “false e fuori controllo” le voci circolate intorno alla pellicola – una storia legata alla sua biografia, alle sue radici corse e alla scomparsa prematura del padre, in cui il sesso gioca una parte minima e non determinante.

La storia è quella di due giovani sorelle, la disciplinata Jessica (Suzy Bemba) e la ribelle Farah (Esther Gohourou), che durante l’estate accompagnano in Corsica la madre Khédidja (Aissatou Diallo Sagna), babysitter di una ricca famiglia francese in vacanza. Il ritorno in Corsica, paese originario del defunto padre delle ragazze, è destinato a cambiare per sempre il corso delle loro vite: il paese è piccolo, la gente mormora, e il motivo per cui Khédidja abbandonò isola e marito, quando le figlie erano ancora piccole, è destinato a non rimanere un segreto. 

E il sesso? Siamo in estate, le ragazze sono sveglie, hanno 18 e 15 anni. Il richiamo dell’amore arriva forte, chiaro (e un po’scontato): Jessica perde la testa per Gaia (Lomane de Dietrich), figlia ricca e annoiata della famiglia per cui lavora sua madre, mentre Farah finisce per legarsi più di quanto avrebbe creduto a Orso (Harold Orsini), bagnino e pusher a tempo perso (la scena rimossa dal film riguarda loro due). La dinamica fra le sorelle è esplosiva ed efficace (a Farah le battute migliori), ma le cattive compagnie e i party selvaggi in villa suggeriscono abbastanza chiaramente la piega che prenderà la storia, almeno per quanto riguarda le ragazze: l’adolescenza non è l’età della saggezza e non basta andare bene a scuola per mettersi al riparo dalle tentazioni. Il sesso, come dire, qui è il problema minore.

Quanto al mistero della scomparsa del padre – di cui, nel film, ci parla il vecchio amico di famiglia Marc-Andria (Cédric Appietto) – la risoluzione è altrettanto scontata ma meno intrigante. È singolare come Corsini, che per girare Le retour è tornata in Corsica per la prima volta dopo 30 anni (“Ho pianto tutte le notti”), non riesca a sviluppare in profondità proprio il tema dell’abbandono, ovvero quella scintilla biografica che l’avrebbe spinta a girare il film: un frettoloso flashback motiva la scelta “fatale” compiuta 15 anni prima da Khédidja, ma cosa passi veramente per la testa di questa donna non è chiaro. E non sarà il film a spiegarlo, nonostante un finale consolatorio e commovente. 

Atteso in sala in Italia con I Wonder Pictures, Le Retour mette in scena l’adolescenza vista dagli occhi di due ragazze intelligenti e aggredite dalla vita, disegnando caratteri e dialoghi con grande abilità. Peccato non riesca a fare altrettanto con la vita degli adulti: raccontarli con la stessa attenzione avrebbe giovato al film,  – libero della zavorra delle polemiche – finisce per correre a Cannes più “scarico” del previsto.