Corpo Unico è letteralmente un “film di corpi”, corpi di donne e di uomini, uniti per sempre da una violenza mortale. Mia Benedetta, già attrice di teatro e cinema, debutta alla regia di un cortometraggio sul femminicidio “visto come problema culturale e non conseguenza di un raptus né natura primitiva dell’uomo”.
Sarà in programma il 19 ottobre alla XXI edizione di Alice nella città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma (18-29 ottobre). Nel cast Linda Caridi, Francesco Colella, Iaia Forte, Andrea Lattanzi, Vittoria Puccini e Francesco Bolo Rossini.
Il Corpo unico del titolo è un’analogia con la brutalità del mondo animale, dei pesci abissali che si uniscono per sempre in un unico flusso di sangue. Non prima che il maschio abbia ferito, squarciato la femmina e vi si sia attaccato, diventandone una sorta di parassita. In un mondo distopico la regista immagina che ogni donna sia stata uccisa per mano di un uomo. Gli assassini però vivono impuniti e solo chi si pente della violenza compiuta è condannato a ricordare in eterno la propria vittima. Anzi, a trasformarsi in lei. È ciò che accade ai tre protagonisti maschili: “Quasi una legge del contrappasso, verso la redenzione”.
Sei monologhi, sei corpi, tre personaggi e un solo punto di vista, quello femminile, nel copione fin troppo frequente “degli ultimi appuntamenti”, di quel “o mia o di nessuno che ricorre tragicamente in chi oggettivizza la donna, la possiede in modo drammatico”, dice Mia Benedetta a The Hollywood Reporter.
Nell’ottica di un cinema, così come l’arte tutta, che “crea e cambia l’immaginario” e idealmente crea coscienza civile, Corpo unico è una storia intercetta anche dal basso, dal giovanissimo pubblico di Alice, il bisogno di una nuova educazione affettiva e sessuale.
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