Un Indiana Jones che incontra Angeli e demoni. O meglio, nelle parole della giovane regista esordiente Iris Gaeta, “Il sacrificio del cervo sacro che incontra Taxi Driver”. Quel che è certo è che in Fanum, il suo debutto al lungometraggio, un riferimento al personaggio iconico di Harrison Ford c’è, con l’attrice Valeria Solarino nei panni di un’archeologa esperta di civiltà etrusca, coinvolta suo malgrado in una serie di omicidi.
Un thriller mistery attraverso i territori bucolici e rocciosi di Tarquinia, per una pellicola scritta da Cristiano Gazzarrini, Nicolò Gaetani e Enrico Savini, prodotta da Play Entertainment e finanziata dal MIC, Lazio Cinema International 2022, in co-produzione con Agresywna Banda e con il patrocinio del Comune di Tarquinia.
In tutto cinque settimane di riprese nel viterbese, il territorio attraverso cui si aggira l’archeologa Marianne interpretata da Solarino, insieme ai colleghi Valeria Bilello, Michele Rosiello e Fortunato Cerlino. Il titolo stesso del film si riferisce al suo mestiere: quando Marianne riprende in mano le ultime ricerche della madre, da poco scomparsa, la sua attenzione è catturata dal Fanum Voltumnae, un luogo sacro agli etruschi e mai localizzato con certezza. La magia antica delle civiltà passate si incontra con i tormenti e i fantasmi della studiosa, innamorata della scienziata Elisabetta (Bilello) e persa tra indagini, sussulti interiori e storie d’amore.
Fanum: thriller e amore tra necropoli e misteri
“Il progetto di Fanum mi ha entusiasmata da subito. La tensione era palpabile fin dalla sceneggiatura. Quando poi ho incontrato Iris (Gaeta, ndr) ho avuto conferma del valore che avrebbe avuto quest’opera”. Valeria Solarino dimostra grande fiducia nei confronti della regista romana, all’esordio dietro la macchina da presa a ventisei anni, già autrice del cortometraggio Rising Heartbeats del 2019 con Alessio Lapice (Il primo re, Diabolik – Ginko all’attaco!) e Miriam Dalmazio (Il mio corpo vi seppellirà), disponibile su Prime Video.
Uno sguardo che alterna “sforzo fisico e sforzo psicologico”, visto il desiderio di Gaeta di sviluppare un racconto tanto d’azione quanto intimo, alla scoperta dei segreti custoditi dai protagonisti. “C’è un ritmo preciso nel film, ma l’aspetto intimo è ciò su cui abbiamo puntato – continua Solarino, parlando della sua Marianne – È una donna cazzuta, determinata, pronta agli scontri. Anche fisici, infatti sono piena di lividi. Decide di andare a fondo nelle ricerche portate avanti dalla madre, per ritrovare un contatto con il genitore, oltre che con la sua terra”.
Marianne ha perso la madre, ma non è il solo addio che ha dovuto affrontare. In Fanum la protagonista deve superare anche la morte della compagna, affrontando una faticosa rinascita grazie alla relazione con il personaggio di Elisabetta, interpretata da Valeria Bilello.
Due donne per un amore oltre il genere, come commenta Solarino: “Il fatto che si tratti di due personaggi femminili non è una forzatura per rendere la storia contemporanea. Anche mentre leggevo la sceneggiatura avevo la sensazione che la loro relazione nascesse in maniera spontanea, con curiosità e infatuazione reciproca. In Elisabetta la mia Marianne ritrova un’apertura, una spinta che aveva smarrito dopo la perdita dell’ex compagna”.
Terra, tradizione e ritorno alle origini
Anche Bilello rilancia le parole della collega: “Sono due anime che si incontrano, che hanno voglia di scoprire insieme il passato, con una connessione particolare tra questo mondo e quello degli etruschi. Sono donne molto diverse, che si riconoscono immediatamente. Due persone che provano a stare insieme. Punto. Fanum lo racconta con semplicità, senza bisogno di spiegare nulla”.
È proprio questo collegamento tra modernità e tradizione che ha conquistato Valeria Bilello: “Ho riscoperto cose che avevo dimenticato, come il ruolo delle donne nell’era etrusca. Ricoprivano una certa importanza nell’educazione dei figli, nel presenziare agli eventi sociali e agli spettacoli, senza sottostare al controllo patriarcale”.
Controllo con cui dovrà confrontarsi il suo personaggio, figlia nel film dell’attore Fortunato Cerlino: “Elisabetta ha un padre complesso. Prima gli è devota in maniera quasi infantile, ma con Marianne riuscirà a cambiare, a porsi in maniera diversa rispetto alle sue origini”.
Un “thriller intimo”, Fanum, come ama definirlo Iris Gaeta. “Posso assicurare che questa intimità viene restituita perfettamente dal film – afferma Bilello – Iris lavora sui dettagli, su piccole sospensioni, sui non detti. Scava nel profondo in modo molto personale. Iris è una giovane promessa: ci guarda dall’obiettivo, ma non sa che anche noi guardiamo con speranza verso di lei”.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma