È sempre brutto ricevere recensioni o commenti negativi. Lo è sul serio, A dire il vero. I social non ci hanno minimamente temprato e un’osservazione, che sia online o in faccia, è sempre uno schiaffo difficile da ignorare. Lo diventa ancor di più quando arriva da una persona inaspettata, dal nostro più onesto confidente, magari detto addirittura alle nostre spalle.
Ma come si fa a fidarsi di qualcuno dopo essere stati traditi dal nostro più fedele alleato? È possibile riacquistare la sicurezza naufragata? Che poi, in realtà, sarebbe prima il caso di chiedersi se un appunto, qualsiasi tipo di appunto, saremmo davvero in grado di incassarlo.
Beth (Julia Louis-Dreyfus) afferma di sì. Lei, scrittrice da sempre, sta completando le proprie memorie. Ci sta mettendo tanto, forse troppo, ma è un lavoro lungo, complesso, di cui non è poi tanto sicura, e dopo il successo precedente deve per forza pubblicare un libro che riesca a diventare un best-seller. Un giorno, però, le sue convinzioni vanno in fumo.
Quando pensa di aver finalmente trovato la quadra per andare in stampa, sente il marito Don (Tobias Menzies) confessare di non amare il suo prossimo lavoro. Lo ammette a un suo amico, in confidenza. Lo stesso Don che aveva letto tutte le correzioni, le versioni aggiornate, era stato dietro l’ideazione, la progettazione e l’exploit creativo della moglie, senza mai accennarle quei dubbi che, secondo lui, era ormai troppo tardi per manifestare.
A dire il vero
Cast: Amber Tamblyn, David Cross, Tobias Menzies, Julia Louis-Dreyfus, Owen Teague
Regista: Nicole Holofcner
Sceneggiatori: Nicole Holofcner
Durata: 93 minuti
A dire il vero, quanto può far male una critica?
Ma le sorti di un libro possono far vacillare anche le sorti di un matrimonio? Parrebbe di sì. Persino uno di quelli solidi, partecipativi, in cui i coinvolti si amano ancora come il primo giorno, ma che improvvisamente vengono strappati l’uno dall’altro per una piccola, probabilmente sciocca, di certo comunicabile prima, incomprensione. Va bene, non chiamiamola incomprensione, ma diamo a Cesare quel che è di Cesare: una critica.
Con la solita leggerezza di Nicole Holofcener, A dire il vero è la storia di una scrittrice, ma potrebbe essere quella di ognuno di noi. Noi, così convinti di saper incassare i pugni, certi che nulla potrebbe mandarci al tappeto. Sicuri che, dal nostro sentirci superiori, un minuscolo appunto saremmo più che felici di accettarlo (mentendo, è evidente).
Con una penna che è sempre insieme dolce e al contempo affilata, Nicole Holofcener scrive e dirige una commedia che ha il piacere delle visioni disimpegnate, ma intelligenti. Piccole perle di quotidianità finemente trascritte, che hanno il glamour indie delle strade di Manhattan sullo sfondo e la ricchezza di dialoghi più che frizzanti anche quando i personaggi si trovano davanti a una parete di articoli sportivi.
È acuta e irriverente e mentre ci mostra l’andare in crisi della protagonista, Holofcener ci dice che anche lei ha sofferto per una recensione negativa, anche noi siamo rimasti bruciati da un commento avverso, e abbiamo poi segnato nel nostro quadernino nero il nome di chi si è anche solo permesso di provare a darci un consiglio. Insomma che, in crisi, finiamo per andarci tutti. Esatto, a dire il vero, anche noi.
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