È un “attacco insidioso” quello del governo polacco contro la regista Agnieszka Holland, vincitrice del Leone d’argento – premio speciale della giuria a Venezia 80 con The Green Border. È ciò che afferma la federazione dei registi europei, schierandosi a sostegno di Holland e del messaggio del suo ultimo film.
The Green Border racconta il confine bielorusso-polacco dal punto di vista dei migranti nordafricani e mediorientali, ingannati dalla propaganda che prometteva un facile passaggio verso l’Unione europea. Mostra come quegli stessi migranti siano diventati pedine di un gioco geopolitico, a costo della loro stessa vita. L’argomento, naturalmente, non ha incontrato il favore del governo polacco. Il ministro della giustizia polacco Zbigniew Ziobro si è scagliato contro Holland online, paragonando il film e la sua rappresentazione delle guardie di frontiera polacche alla “propaganda nazista”.
“Nel Terzo Reich, i tedeschi producevano film di propaganda che mostravano i polacchi come banditi e assassini. Oggi hanno Agnieszka Holland a disposizione”, ha scritto Ziobro su X, la piattaforma social precedentemente nota come Twitter.
Holland, che ha affrontato direttamente la condizione degli ebrei durante l’olocausto in due dei suoi film più noti, Europa, Europa (1990) e il candidato all’Oscar In Darkness (2011), ha chiesto a Ziobro di scusarsi per i suoi commenti e ha minacciato di sporgere denuncia per diffamazione contro di lui. Ha inoltre chiesto che al ministro una donazione di beneficenza di 50 mila zloty polacchi (circa 11 mila e 600 dollari) a un’associazione che aiuta i sopravvissuti all’olocausto.
La lettera aperta
In una lettera aperta di lunedì 18 settembre, la federazione dei registi europei ha dichiarato di essere “piena di rispetto” per Holland per la sua “forza e il suo coraggio di fronte ai terribili attacchi contro di lei e il film in Polonia”, mostrando piena solidarietà. Il gruppo, che rappresenta più di 20 mila registi cinematografici e televisivi europei, ha affermato che Ziobro ha fatto le sue osservazioni “senza aver visto il film, rendendo tali commenti non solo calunniosi e infondati, ma che essendo stati espressi da un ministro del governo, diventano di fatto una forma insidiosa di propaganda”. La giuria della Mostra del cinema di Venezia, al contrario, “ha valutato tutte le prove prima di prendere la sua decisione: ha visto il film. Tutto quanto”.
La federazione ha dichiarato che i suoi membri “appoggiano pienamente” la European Film Academy, che ha condannato i commenti di Ziobro e ha elogiato Holland per aver “parlato contro l’ingiustizia e l’oppressione”. Anche l’associazione polacca Women in Film ha condannato pubblicamente la dichiarazione di Ziobro ed è intervenuta a favore di Holland.
Mike Downey, presidente della European Film Academy e produttore di The Green Border, ha dichiarato che il sostegno dei registi europei e di altre organizzazioni internazionali “è di enorme importanza per la difesa di Agnieszka Holland in questi tempi di grande aggressività”. Ha chiesto “la fine immediata dell’ostilità e delle minacce” contro la regista e ha elogiato il suo “impegno critico nei confronti delle questioni importanti del nostro tempo, così come sono visibili intorno a noi in Europa e nei film realizzati”. E ha aggiunto: “Crediamo fermamente che la cultura in ogni società ne tragga beneficio”.
La discussione su The Green Border non accenna a fermarsi e quasi certamente proseguirà con la distribuzione del film in Polonia, a partire dal 22 settembre.
Traduzione di Pietro Cecioni
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