“Sono Indiana Jones. Quando me ne vado, lui se ne va”. Harrison Ford non ha mai avuto dubbi. Lui è e sempre sarà l’archeologo avventuriero creato da George Lucas all’inizio degli anni Settanta (che per il nome prese spunto da quello del suo husky, lo stesso che ispirò il personaggio di Chewbecca). Nessun recasting per Indy. E quando all’attore è stato proposto di tornare a vestire i panni di uno dei suoi personaggi più iconici, scommettiamo che non deve averci pensato molto ad accettare la sfida.
Indiana Jones e il quadrante del destino, il quinto capitolo della saga cinematografica creata da George Lucas e presentato in anteprima fuori concorso a Cannes 76, è il primo – in oltre quarant’anni dal suo esordio – che non vedrà dietro la macchina da presa Steven Spielberg (presente però in veste di produttore esecutivo insieme a Lucas).
Indiana Jones secondo James Mangold
Al suo posto un altro signor regista, James Mangold. Forse davvero l’unico nome lì fuori in grado di prendersi la responsabilità di traghettare la saga verso un nuovo capitolo. E rimanendo in tema di prime volte, Indiana Jones 5 sarà anche il primo film non tratto da una storia scritta da George Lucas. A firmare la sceneggiatura Mangold insieme a Jez Butterworth, John-Henry Butterworth e David Koepp (già penna di Indiana Jones e il testo del regno di cristallo).
Indy, come mostra il primo trailer ufficiale, è arrivato alla pensione. È il 1969 e il mondo è con il naso all’insù. Tutti vogliono scoprire chi arriverà per primo, tra Stati Uniti e Unione Sovietica, a issare la sua bandiera sulla luna. Jones, celebrato dai suoi colleghi con una festa di commiato, non vive con entusiasmo l’idea che il governo a stelle e strisce abbia reclutato i suoi acerrimi nemici, i nazisti, per aiutarli a soffiare l’allunaggio ai russi.
L’asso nella manica: Phoebe Waller-Bridge
Ma non c’è pensionamento che tenga. Ve lo immaginate Indy sulla poltrona tutto il giorno? No, vero? E infatti il nostro eroe torna in azione, questa volta alla ricerca del quadrante del tempo da strappare dalle mani di Jürgen Voller, membro della Nasa ed ex nazista interpretato da Mads Mikkelsen (uno che di villain se ne intente) intenzionato a cambiare il passato e il destino del mondo. Tutto merito (o colpa?) della figlioccia Helena con il volto di Phoebe Waller-Bridge, asso nella manica assoluto piazzato da Mangold & co che rende l’attesa di poter vedere finalmente in sala il film (dal 28 giugno) ancora più entusiasmante (ed estenuante).
Il vecchio (perdonaci Indy) e il nuovo (Helena), il passato e il futuro (chissà?) che si incrociano lasciando spazio a parentesi in cui il nostro eroe – al pari di Robert De Niro, Al Pacino e Joe Pesci in The Irishman – appare ringiovanito grazie all’intelligenza artificiale per mostrarci stralci di vecchi attriti tra Jones e i seguaci di Hitler. Di più della trama di Indiana Jones 5 non è dato sapere. Lo scoprono i fortunati che lo vedono in anteprima a Cannes al Grand Théâtre Lumière. Per tutti gli altri bisognerà aspettare con pazienza l’uscita in sala. Oppure il 24 giugno quando il cast, compreso Harrison Ford, presenterà la pellicola al Taormina Film Fest.
Fedora, frusta e revolver: Indiana Jones, la leggenda
Se poi ci si volesse rinfrescare la memoria con le gesta di Indy, dal 31 maggio tutti i capitoli precedenti saranno disponibili su Disney+. A partire dal primo, Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta, omaggio sfrenato di George Lucas ai film d’azione degli anni Trenta in cui il professore di archeologia “ricercatore di antichità rare” fa il suo esordio sul grande schermo. Nasce il mito di Indy. Merito anche di fedora, frusta e revolver. Laica trinità pop che ha contribuito ad alimentarne la leggenda.
E poi? Nel 1984 esce Il tempio maledetto, parco giochi per Spielberg che si diverte come un pazzo a dare vita al capitolo più action della saga che quest’anno, grazie ai Daniels e il loro Everything Everywhere All at Once, ci ha regalato la reunion di cui non sapevamo di avere bisogno tra Spielberg, Ford e Ke Huy Quan. Cinque anni dopo è il turno de L’ultima crociata in cui Harrison Ford è affiancato da Sean Connery nei panni del padre (rapito dai nazisti) di Indy. Il cerchio si chiude con il penultimo capitolo, Il regno del teschio di cristallo. Quello del nuovo millennio – uscì nel 2008 – di Shia LaBeouf e del tanto atteso matrimonio tra Indy e Marion (Karen Allen). Ma anche quello meno amato dai fan che, nella scelta di inserire un’apparizione aliena, videro una nota stonata.
E parlando di note, anche Indiana Jones e il quadrante del destino vedrà John Williams musicare il film in quella che sarà l’ultima colonna sonora del compositore. Un’uscita di scena gloriosa, tra fiati e archi trionfanti.
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