Per Killers of the Flower Moon di Martin Scorsese, la costumista Jacqueline West si è immersa nella ricerca sugli abitanti di Osage County, Oklahoma, dei primi anni Venti. Ha visitato i musei che commemorano i magnati del petrolio che hanno depredato la zona e ha guardato rari filmini in bianco e nero commissionati dalle famiglie Osage, che vantavano un certo benessere materiale per via dei diritti minerari sulla loro riserva ricca di petrolio. Julie O’Keefe, consulente per i costumi Osage, ha assicurato l’autenticità e le sfumature della narrazione degli abiti e dei materiali tradizionali, che resistono anche dopo il trasferimento forzato della tribù dal Missouri all’Oklahoma nel 1872.
“Avevo queste tavole di 3 metri sulla gente del posto, a tutti i livelli, sparse per il mio magazzino”, dice West a proposito della sequenza introduttiva in cui il veterano della prima guerra mondiale Ernest Burkhart (Leonardo DiCaprio) arriva a Fairfax e incontra i due mondi in cui presto si infiltra. Commercianti bianchi in giacca e cravatta e lavoratori dei campi trasandati cercano fortuna, mentre i membri della nazione Osage indossano abiti che rappresentano il loro orgoglio culturale e la loro ricchezza. Coperte decorate da motivi avvolte in modo impeccabile su completi su misura, pantaloni di fustagno e abiti in voga nei ruggenti anni Venti segnalano il loro status di persone con il più alto tasso di ricchezza pro capite sulla Terra.
I destini della futura moglie di Ernest, Mollie Kyle (Lily Gladstone), e delle sue sorelle rappresentano lo spettro di esperienze della prima generazione Osage, dalla separazione forzata dalle famiglie per frequentare i collegi gestiti dal governo, al rapporto con il sistema dei bianchi che cerca di rubare il loro patrimonio e la ricchezza legata al petrolio. “Uso le sorelle come microcosmo”, dice West. La “tradizionale” Mollie – come sua madre, Lizzie Q (Tantoo Cardinal) – indossa camicette Osage “classiche” in cotonina o satin, bordate con nastri fatti a mano. Per realizzare con precisione le camicie di Mollie, West ha studiato le foto delle vere sorelle, i pezzi del museo e i cimeli della famiglia Osage che erano in prestito. William “Kugee” Supernaw, proprietario del negozio di forniture Supernaw’s, ha realizzato a mano la preziosa collana di perline di Mollie e le spille circolari d’argento, capisaldi dell’abbigliamento Osage.
West ha basato l’abbigliamento da flapper della “moderna” Anna (Cara Jade Myers) su Natacha Rambova, la costumista di Cecil B. DeMille, un’innovatrice nel campo della moda. Minnie (Jillian Dion) e Reta (Janae Collins), sposandosi al di fuori della tribù, offrono altre “gradazioni” della rappresentazione tradizionale Osage. Ma le coperte – status symbol Osage ma anche dimostrazioni di generosità – uniscono la comunità. “L’abbigliamento degli anni Venti”, dice West, che ha chiesto a Pendleton, produttore di coperte tradizionali per i nativi americani fin dall’inizio del Novecente, di ricreare motivi ed etichette dell’epoca. O’Keefe ha invitato le artigiane Osage Janet Emde, Ruth Shaw e Anita Fields a realizzare a mano i nastri tradizionali.
O’Keefe spiega che le coperte comunicano storie attraverso colori e motivi particolari e il metodo di avvolgimento. Preparandosi alla morte di Lizzie Q, Mollie ripiega con precisione la sua coperta nera sulla spalla in un angolo “per rispetto alla madre morente, e per un motivo pratico, per pettinare i capelli della madre e prendersi cura di lei”, dice O’Keefe.
Ernest sposa Mollie – su indicazione dello zio William King Hale (Robert De Niro) – e si avvolge una coperta intorno alla vita, mentre quella decorata di Mollie vanta quasi 25 metri di nastro. West e O’Keefe hanno anche personalizzato il costume nuziale di ciascuna sorella con motivi unici, come i fiori di loto di Minnie, e con elaborate cinture intrecciate a mano. “Abbiamo cercato di inserire tutti gli elementi dell’arte Osage in ognuno di essi”, dice West.
Il perfido Hale mostra la sua integrità di facciata attraverso un completo beige a tre pezzi. Per l’abito, il borsalino e gli occhiali da guida all’avanguardia, West si è ispirata al personaggio del costruttore Ronald Colman nel western del 1926 Fiore del deserto. “William Hale ha tutte queste altre persone che fanno il lavoro sporco per lui”, dice West, i cui costumi per lui sovvertono il cliché western dei cattivi in nero e dei buoni in bianco. “Quindi è stato subliminale. Indossa un abito chiaro quando è apparentemente amico degli Osage, e altre volte indossa un abito scuro, come il diavolo”.
Godendosi la sua nuova ricchezza, Ernest ora può portare addosso il suo dichiarato amore per il denaro attraverso bellissimi completi a tre pezzi, realizzati su misura dalla United American Costume House. West ha basato il suo aggiornamento del guardaroba sulla prima star del western di Hollywood, Tom Mix, famoso per i suoi cappelli Stetson, gli stivali da cowboy bordati di diamanti e gli abiti su misura fatti a Pawhuska, Oklahoma. Ernest ha nel suo abbigliamento anche dettagli che ricordano il suo legame, o piuttosto la sua incursione, con la comunità Osage: una fascia intrecciata a mano che decora il suo Stetson e una giacca a righe ispirata a Tom Mix, fatta con una coperta Pendleton. West immaginava che fossero regali di Mollie. “È una donna tradizionale”, dice West. “Potrebbe rivendicarlo per sé con piccoli tocchi di arte Osage”.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma