Edoardo Leo e una lucertola ultra settantenne che insegna a sbagliare. “Nelle imperfezione degli altri ci si riconosce”

"Ci sono più livelli in cui questo film è interessante. La sua grande forza è che parla davvero a tutti. C'è un'arguzia visiva. Non solo nei dialoghi". Il doppiatore racconta a THR Roma l'esperienza di prestare la voce a Leo, protagonista della pellicola d'animazione disponibile su Netflix dal 21 novembre

“Secondo me sono gli stessi. Quello che è alla base della crescita credo sia la stessa identica cosa. Non credo siano problemi diversi da quelli che avevamo noi quando eravamo bambini”. A parlare è Edoardo Leo che presta la voce a Leo, una simpatica lucertola ultra settantenne alle prese con i problemi dei giovani studenti di una scuola elementare della Florida, protagonista del film d’animazione Netflix disponibile sulla piattaforma dal 21 novembre. “È proprio questo che lo rende un progetto interessante e universale. Perché anche quando sei grande ti rivedi nei bambini protagonisti. La grande forza di Leo è che davvero parla a tutti. Ovviamente la tecnologia ha creato qualche sfumatura diversa. Ma di base il problema dell’accettazione i ragazzini ce l’avevamo mille anni fa e ce l’hanno adesso”.

Leo, una lucertola saggia e (im)perfetta

Da decenni la lucertola è intrappolata nella stessa classe in compagnia di una tartaruga. Quando scopre che gli resta solo un anno da vivere, Leo pianifica la fuga per provare l’ebbrezza della vita all’esterno, ma rimane coinvolto nei problemi che preoccupano gli studenti, inclusa una supplente incredibilmente perfida. Tra i consigli elargiti dalla lucertola il più importante è il più inaspettato: non essere perfetti e fare errori. “Ogni tanto mi è capitato di dire una frase non mia: ‘Siamo una generazione triste piena di ore felici’. È un po’ quello che vediamo su Instagram. Però la sensibilità dei bambini può essere un po’ diversa. Hanno le antenne molto più ricettive delle nostre. Un piccolo problema lo amplificano” continua l’attore e doppiatore.

“Credo però che l’imperfezione sia la chiave. I bambini di Leo hanno davanti una lucertola che non è un saggio perfetto. È un settantaquattrenne che fa errori, che sbaglia. Nell’imperfezione degli altri ti ci riconosci. Anche perché la perfezione è dannatamente noiosa”.

Arguzia visiva e narrativa

Ma come si trova la voce di una lucertola ultra settantenne? “Non è stato facile (imita la voce di Leo, ndr). C’è un lavoro tecnico profondo e complesso alla base. La voglia di rispettare il lavoro originale di Adam Sandler e di trovare una chiave nostra, italiana” confessa Edoardo Leo. “Abbiamo cercato di lavorare su queste tre cose e di unirle. A un certo punto abbiamo trovato il timbro, ci siamo guardati al doppiaggio e abbiamo detto: ‘Questo è Leo’. Da lì in poi è stato un grande divertimento”.

Una delle particolarità del film è il suo essere trasversale ed estremamente divertente. Per ogni fascia d’età. Aspetto riconosciuto anche dal doppiatore. “Sono certo che i bambini lo guarderanno insieme ai genitori o ai nonni. Ci sono più livelli in cui questo film, è interessante per tutti. E ci sono stati momenti in cui guardando il doppiaggio originale ho riso tantissimo. C’è un’arguzia visiva rara. Non solo nei dialoghi. La sequenza in cui Leo si perde in quel paesaggio di costruzioni come se fosse King Kong è strepitosa”.