“Non credo sia uno spoiler dire che la banda tornerà insieme”. Lo ha detto Dan Harmon, ideatore della sit-com The Community, che con la star Joel McHale e il co-sceneggiatore Andrew Guest hanno presentato il film ufficiale della serie, prima dello sciopero. Anche se Harmon e Guest devono ancora lavorare sulla sceneggiatura, che alla fine è stata approvata da Peacock, è probabile che una rimpatriata al Greendale Community College sia ancora al centro del progetto.
Negli anni della serie, dal 2009 al 2015, “sei stagioni e un film” era diventato sia un hashtag che un appello per i fan di Community. Poco prima dell’arrivo della pandemia, la Sony si è rivolta ad Harmon, desiderosa di esplorare seriamente il concetto di “e un film” dopo aver visto lo show godere di una forte rinascita grazie allo streaming. Harmon ha quindi reclutato Guest, che aveva lavorato alle prime stagioni ed era stato richiamato per il finale della serie.
“Penso che Dan, come parte della sua evoluzione nel comprendere se stesso e il suo processo creativo, sappia che ha bisogno di un partner”, ha affermato Guest, parlando di un argomento che Harmon esplora in modo molto approfondito nella recente intervista di copertina per The Hollywood Reporter. “È per questo che ha qualcuno che dirige Rick and Morty e qualcuno che dirige Krapopolis, quindi credo che sia Dan che la Sony si siano detti: con chi ti mettiamo in coppia?”.
La produzione del film di The Community
All’inizio del 2020, durante un pranzo con Harmon al The Smoke House, Guest ha accettato di partecipare al progetto. Da lì, la conversazione si è rapidamente spostata su come sarebbe potuto essere il film e, cosa altrettanto importante, su chi ne avrebbe fatto parte. “È stato un processo molto lungo perché volevamo includere il maggior numero di membri del cast che volevano essere inclusi e quindi dovevamo sapere chi era interessato prima di sapere come sarebbe stato il film”, ricorda Guest, che ha parlato con THR. “Perché se stiamo facendo un film con Jim Rash e Joel McHale, il film c’è, ma dobbiamo capirlo prima che dopo”.
Per la loro gioia, tutti, tranne Chevy Chase, che aveva lasciato la serie prima della conclusione, hanno accettato di tornare. La sfida è diventata quella di conciliare tutti i loro impegni, soprattutto perché l’ensemble comprende talenti ormai richiesti come Donald Glover e le star Alison Brie, Gillian Jacobs e Yvette Nicole Brown. E per Harmon, girare separatamente i personaggi non era una buona idea. “È importante che si incontrino, lo è per me come spettatore e per chiunque abbia amato la serie”. “E si si deve vedere che si vogliono bene, un sentimento che se si gira separatamente, in mesi diversi e in posti diversi, non viene trasmesso”.
Il blocco causa sciopero
Prima che gli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA bloccassero la produzione per diversi mesi, Harmon ha rivelato che il piano era di girare il film ad Atlanta per garantire la presenza di Glover. “E Donald era entusiasta”, spiega a proposito del più grande talento dello show, che ha lasciato la serie a poche stagioni dalla fine. Ma ora che le interruzioni hanno sconvolto i programmi di tutti, Harmon ammette di essere preoccupato che l’intero progetto vada in frantumi. Come dice lui stesso: “Nel momento in cui riusciremo a coordinarci di nuovo, quante probabilità ci sono che gli impegni di tutti si allineino di nuovo?”.
Ma non è l’unica paura di Harmon. Anche le aspettative troppo alte dei fan pesano come macigni. “E questo è il fandom che mi ha sostenuto di più, tutto sommato, e che ha sofferto di più per avermi sostenuto”, afferma. “Perché non pensavo a loro quando stavo litigando con Chevy. Solo dopo mi sono reso conto di aver ferito queste persone che non volevano pensare a me come a una specie di strano, sedicente Kubrick. A loro importava del Greendale, di questo mondo che avevo creato”.
E dopo tutto questo, non vuole davvero deluderli proprio adesso. “Odio dire quanto sono terrorizzato all’idea di sbagliare, perché c’è una parte di me che sa che quella paura non può assolutamente tradursi in nulla di buono”, continua Harmon. “E non si arriva da nessuna parte imitando quello che si pensa di dover fare o quello che si pensa vogliano – aggiunge – ma non voglio davvero sbagliare, e ciò mi spaventa”. “Ma poi mi aggrappo alla speranza che essere onesto con me stesso su quanto sono spaventato sia quantomeno un modo per spezzare il circolo vizioso”.
Traduzione di Pietro Cecioni
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