Esiste una versione del Canto di Natale di Dickens in cui la perfidia del Deadpool di Ryan Reynolds incontra i balletti di TikTok (Spirited – Magia di natale, su AppleTV+). Ed esiste un Babbo Natale violento e alcolizzato – quello di David Harbour in Una notte violenta e silenziosa – che anziché mangiare latte e biscotti in piena notte impala sconosciuti e costruisce trappole splatter che nemmeno Kevin Mac Allister in Mamma ho perso l’aereo avrebbe saputo immaginare.
È la prova che i classici, anche quelli natalizi caduti ormai in uno schema ripetitivo e sempre uguale, possono essere reimmaginati in una nuova chiave, anche con un po’ di cattiveria. E che, nonostante sia confortante aspettare i miracoli sulla 34ª strada, la realtà è ancora la fonte migliore di ispirazione per le storie destinate a restare nella memoria collettiva.
Per chi riesce a tenere gli occhi aperti anche dopo il picco glicemico del cenone e per chi vuole fuggire dalle urla, dalle tombolate e dalle raffiche di domande dei parenti serpenti, per fortuna ci sono i film e le serie di Natale in cui rifugiarsi.
Natale, appuntamento al cinema
In attesa del nuovo lavoro di Hayao Miyazaki, Il ragazzo e l’airone, che inaugurerà il 2024 in sala, dicembre resta uno dei mesi più ricchi al botteghino. Come sempre riserva un posto speciale all’animazione Disney, questa volta con il film che celebra i 100 anni degli Studios, Wish, un’opera nostalgica e derivativa, ispirata a molti dei lungometraggi precedenti e pensata per i fan più nostalgici. Negli Stati Uniti non ha conquistato il botteghino e, infatti, anche in Italia non sembra sfidare davvero quello che si presenta come il vero blockbuster del mese: il Wonka di Timothée Chalamet diretto da Paul King. Una dolce favola-musical che perde l’alienazione inquietante di Roald Dahl ma crea un irresistibile mondo di fantasia e cioccolato.
Sempre sulle note del musical, il giorno di Natale arriva in sala il remake de Il colore viola (di Blitz Bazawule), ispirato allo spettacolo di Broadway più che al film di Steven Spielberg. Una versione che mette sullo sfondo la violenza raccontata dal romanzo di Alice Walker e porta in primo piano il realismo magico e la riscoperta gioiosa di sé, già presente in filigrana nella storia originale. Ma per chi vuole davvero spingersi al limite del rapporto tra cinema e musica, durante le festività arriva in sala anche un documentario e film-concerto, Renaissance – A Film by Beyoncé, diretto e prodotto dalla pop star che durante l’estate ha girato il mondo in un tour molto “cinematografico”, con diversi cambi di abiti e scenografia.
Di tutt’altro umore è la storia vera di One Life il film di James Hawes con Anthony Hopkins nei panni di Sir Nicholas Winton, lo “Schindler britannico” che con l’operazione Kindertransport salvò circa diecimila bambini ebrei prima dell’inizio della seconda guerra mondiale. Una sorpresa per i cinefili, infine, è Foglie al vento di Aki Kaurismäki, Premio della giuria a Cannes 76, in sala dal 21 dicembre. Una storia d’amore che con ironia gioca con la freddezza scandinava, senza un bacio e senza un carezza, ma riesce ad arrivare al cuore attraverso due solitudini che, insieme, trovano un’altra dimensione di felicità.
The Bear, 2×06: Fishes (e altri consigli dalle serie tv)
Una delle serie dell’anno ospita uno dei episodi natalizi migliori di sempre. Pesci, sesto episodio della seconda stagione di The Bear è uno speciale da un’ora che interrompe la trama trascinando il pubblico al cenone di Natale della famiglia Berzatto, cinque anni prima degli eventi narrati. È la chiave per comprendere la famiglia disfunzionale di Chef Carmy (Jeremy Allen White) e al tempo stesso permette di comprendere e sentire sulla propria pelle la stessa agitazione esplosiva del protagonista. Con un cast d’eccezione (compresi Jamie Lee Curtis e Bob Odenkirk) è una visione stressante ma verosimile ed emotivamente potente.
Sempre “in famiglia” ma di tutt’altro genere è invece il decimo episodio della settima stagione di Friends, L’armadillo natalizio (The One with the Holiday Armadillo). Un’occasione per ridere ancora del buffo costume che Ross Geller indossa per spiegare l’Hanukkah al figlio, che vorrebbe festeggiare solo il Natale, e che in realtà è un episodio che nasconde un messaggio più profondo: la costruzione del loro legame attraverso le tradizioni e la propria eredità culturale.
E per chi insegue un po’ di romanticismo, resta un classico l’undicesimo episodio della quinta stagione di Una mamma per amica. Chi non vorrebbe una pista di pattinaggio personalizzata come dichiarazione indiretta (ma non troppo) d’amore?
Storie inusuali per le vacanze
Ci sono almeno due classici di Natale che natalizi in realtà non sono, se non per la loro ambientazione. Eppure restano dei cult del periodo: Die Hard – Trappola di cristallo di John McTiernan e Eyes Wide Shut di Stanley Kubrick.
Il primo (disponibile anche su Disney+) rivisita nel codice dei film d’azione un tema ricorrente dei film natalizi, il valore del ricongiungimento familiare, nonostante le avversità. Il secondo (su Netflix) usa il contesto voluto da Kubrick come strumento per criticare la morale cristiana della società rappresentata e le sue ipocrisie.
Un terzo film che non nasce per le feste di Natale ma è diventato negli anni uno dei titoli più apprezzati del periodo è Carol di Todd Haynes. Una graduale e intensa storia d’amore che nasce proprio durante lo shopping natalizio, tra Carol (Cate Blanchett) e Therese (Rooney Mara) nella New York degli anni Cinquanta. Con tutte le difficoltà che una storia fra due donne suscita al tempo.
Classici e novità in streaming
Le principali piattaforme streaming sono già pronte al Natale da diverse settimane, con una collezione di titoli specifici in evidenza sulla home page dall’inizio di dicembre. Non può mancare La vita è meravigliosa di Frank Capra, gratis su Plex, né la misantropia del Grinch di Ron Howard o le commedie romantiche di Nancy Meyers, fra tutte L’amore non va in vacanza (entrambi i film sia su Netflix che su Prime Video). Ma sono due film originali degli Amazon Studios le vere rom-com dolci e moderne, con l’umorismo pungente della Generazione Z: Il tuo Natale o il mio? (di Jim O’Hanlon) e il suo sequel, con Asa Butterfield e Cosa Kirk.
Mamma ho perso l’aereo (di Chris Columbus) e il suo sequel dominano invece l’offerta di Disney+ insieme a Nightmare Before Christmas (di Henry Selick) e A Christmas Carol (di Robert Zemeckis) ma la piattaforma sperimenta anche con cortometraggi natalizi, le nuove uscite del Doctor Who con Ncuti Gatwa e persino (sulla scia di Netflix) con un’inquadratura fissa di tre ore sul camino del castello di Arendelle, direttamente dall’animazione di Frozen. Una curiosità per chi cerca soltanto il rumore confortante di un ceppo di legno scoppiettante mentre scarta i regali.
Uno dei titoli di punta natalizi di Netflix, poi, resta Love Actually (di Richard Curtis) nonostante sui social sia al centro di un trend negativo che lo accusa di essere un film poco femminista, in cui le donne sono sistematicamente tradite, insultate o subiscono il potere maschile. E sì, il bersaglio principale è proprio il primo ministro interpretato da Hugh Grant.
Lontano dalle polemiche, però, sulla piattaforma si può sempre guardare Elf (di Jon Favreau) con Will Ferrell, Parenti serpenti di Mario Monicelli e due titoli originali, ingiustamente sottovalutati o presto dimenticati: l’animazione di Klaus e il musical Jingle Jangle. Entrambi rielaborano le origini e il senso del Natale, il primo attraverso una storia umana di buone azioni, lontana tanto dal messaggio religioso quanto dalla tradizione di magia, miracoli e slitte volanti. Il secondo attraverso una storia d’amore familiare, con un’interessante colonna sonora soul e r’n’b firmata anche da John Legend.
Per finire, Natale con John Landis
Appuntamento immancabile in televisione ogni vigilia di Natale almeno dal 2008 (con rarissime eccezioni), Una poltrona per due di John Landis nel 2023 compie 40 anni e nonostante una comicità che porta i segni del tempo, dà ancora un ritratto vivo e reale della realtà americana e occidentale. Lo schema della commedia degli equivoci e dello scambio, che si riflette soprattutto nel titolo originale Trading Places, è analisi della disparità sociale ed economica che porta alle disuguaglianze. Un riso amaro che funziona ancora. E ancora.
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