Beatrice Borgia: “Torino è una città-laboratorio. Ed il virtual set è il primo passo verso gli Studios”

“Quando le produzioni vengono per girare, avere degli studi in pianta stabile aiuta ad aumentare la loro permanenza sul territorio”: parola della presidente della Film Commission Torino Piemonte, che indica la nascita dei teatri di posa virtuali di Prodea come un avvicinamento a un sistema di studi piemontese

Torino punta al mondo. E il mondo – forse – punta a Torino. Dalle Olimpiadi del 2006 la città ha vissuto un periodo di iato quasi straziante, ma la scintilla di alcune produzioni internazionali sul territorio e l’arrivo del tennis degli ATP (fino al 2025) e dell’Eurovision Song Contest nel 2022 hanno risvegliato il capoluogo piemontese da un torpore lungo un decennio.

Ora a Torino qualcosa succede, dallo sviluppo tecnologico di start-up e piccoli studi di sviluppo dagli hub delle OGR sino alle produzioni Rai e Netflix, La legge di Lidia Poët, con protagonista Matilda De Angelis (L’isola delle rose e Rapiniamo il duce) e basata sulla storia dell’omonima – e prima – avvocata vissuta agli inizi del Novecento, è l’esempio più lampante e immediato dalla homepage della piattaforma streaming Netflix.

La presidente della Film Commission Torino Piemonte Beatrice Borgia, che durante i production days di Torino Film Industry ha svelato il bilancio sociale della fondazione sulle produzioni e gli sviluppi del cinema sul territorio torinese, è sicura che le piattaforme come quella di Reed Hastings e Jeff Bezos abbiano in qualche modo aiutato lo sviluppo della produzione cinematografica della città, in una classifica ancora capitanata dalle fiction di mamma Rai.

Lo streaming e lo sviluppo del territorio

“L’arrivo di nuovi player, e questo sta succedendo un po’ in tutte le industrie, ha creato una disruption e una fame di contenuti,” spiega Borgia a The Hollywood Reporter Roma. “Nuovi attori del mercato sono alla ricerca di contenuti originali e proprietari, e questo ha aumentato la quantità di contenuti, sono ulteriori produzioni che andiamo a sostenere”.

Anche se segnali di fumo dal MIPCOM di Cannes indicano che la crisi attuale del sistema produttivo in streaming e broadcasting sia dovuto proprio alle esclusive e contenuti proprietari, con il CEO di Paramount Global che ha esplicitamente chiesto un ritorno al sistema di licenze, il lavoro di serialità di Netflix e PrimeVideo permette alle produzioni di rimanere più a lungo sul territorio e di dare visibilità, ampliando la cassa di risonanza.

Questo, però, porta effettivamente a galla un altro problema della filiera cinematografica torinese: il tempo di permanenza. Un’annosa questione che sta conducendo la Film Commission Torino Piemonte alla creazione di un sistema di Studios a Torino, come già avevano anticipato la presidente Beatrice Borgia e il direttore Paolo Manera in una recente intervista a THR Roma.

“Stiamo continuando a portare avanti questa idea, anche perché identificato come un gap di filiera”, afferma Borgia, sostenendo che ormai il capoluogo è un “set a cielo aperto”, che potrebbe “non aver bisogno di Studios”. In realtà, segnala la presidente, “quando le produzioni vengono per girare, avere degli studios aiuta a intercettare e aumentare la loro permanenza sul territorio”.

I (virtual) Studios

Questa idea degli Studios si è concretizzata recentemente con la nascita di un virtual set della media company Prodea, con amministratore delegato Corrado Camilla, cioè un teatro di posa di 2000 metri cubi con schermi led su cui proiettare le scenografie. E questi studi, secondo Borgia, sono un primo passo verso il sistema “Studios” di cui sopra.

“Abbiamo tecnologie avanzatissime non solo su scala europea, ma mondiale. Vincent Cassel, che aveva già girato in un virtual set in Canada, ha trovato quello torinese su un livello tecnologico superiore, anche per quanto riguarda l’affidabilità del sistema”, spiega Borgia, facendo riferimento ai mesi di maggio, giugno e luglio in cui l’attore de L’odio è stato a Torino insieme a Caterina Murino per girare The Opera!, il nuovo film di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco.

“È il primo progetto di questo tipo che abbiamo supportato e voluto, quindi non parliamo solo di studi tradizionali ma anche virtuali,” continua Borgia, e “stiamo andando avanti”. “Abbiamo intercettato interessi da investitori stranieri che potrebbero essere interessati a investire sul territorio”.

Torino “città-laboratorio”

La differenza tra Torino e Roma, dove il cinema regna ancora sovrano, è sull’innovazione. “Torino è una città laboratorio”, dice Borgia, ma sui nuovi media, nonostante il virtual set, non c’è ancora una vera e propria strategia da parte della Film Commission.

La Sardegna Film Commission ha invece cominciato la propria collaborazione anche con i videogiochi, attraverso un fondo di location scouting specifico per il settore e che ha visto come primogenito Saturnalia, prodotto dalla casa di sviluppo milanese Santa Ragione. Si tratta di un gioco horror con elementi del folklore sardo, ambientato in un piccolo paese dell’entroterra.

Quello dei videogiochi, che vede comunque negli spazi delle OGR studi virtuosi come 34bigthings, che hanno lanciato insieme a Microsoft il programma di accelerazione quickload, non è però un settore che la Film Commission di Torino sta “direttamente direzionando”.

“Chiaramente queste innovazioni hanno un effetto spillover”, afferma Borgia, spiegando che le tecnologie che si sviluppano in un settore possono essere utilizzate in un altro, “pensiamo alle scenografie virtuali” e “ai digital twin”. “Anche la parte di Virtual Reality, e di cinema a 360 gradi è molto interconnessa”, ma ad oggi “non ci sono ancora delle leve specifiche”.

Per il cinema – conclude Borgia – “Torino è pronta, ed è anche un ambiente amichevole per le produzioni internazionali”. “Ma bisogna mettere tutto a sistema pubblico e privato”.

Enzo Ghigo (Presidente Museo Nazionale del Cinema) e Beatrice Borgia (Presidente Film Commission Torino Piemonte). (Courtesy of TorinoFilmIndustry)

Enzo Ghigo (Presidente Museo Nazionale del Cinema) e Beatrice Borgia (Presidente Film Commission Torino Piemonte). (Courtesy of TorinoFilmIndustry)