Il problema, se di problema vogliamo parlare, è che ci sono due paesi, due realtà e due dimensioni diverse. Sembrano uguali, ma non lo sono. Sembrano parlarsi, ma in alcuni momenti, quasi all’improvviso, usano una lingua che l’altro non riconosce. Chi si trova da un lato guarda i propri vicini come alieni: ma che dice, ma perché, ma il cinema, per piacere, è un’altra cosa (tutti sanno che cos’è il cinema, ovviamente; e tutti sono pronti a spiegarlo). C’è un’Italia che twitta, commenta e che s’esalta. E c’è un’Italia, invece, che fa fatica a seguire il discorso generale e a condividere il punto di vista degli altri – è la maggioranza, non prendiamoci in giro.
Videogiochi e horror da box office
Ieri, ha fatto il suo esordio Il sol dell’avvenire di Nanni Moretti, distribuito da 01 Distribution e prodotto da Sacher Film, Fandango, Rai Cinema e Le Pacte, e nonostante le urla festanti e gli applausi del pubblico e di una parte, la gran parte della critica, è arrivato solo terzo. “Solo”, ecco. Con le virgolette. Incasso: 98.307 euro. Presenze: 15.669. Il primo e il secondo posto del botteghino italiano sono stati conquistati da Super Mario Bros – Il Film, che fino a ora ha raccolto in totale più di 14 milioni di euro, e La Casa – Il risveglio del male, che ha superato velocemente la quota dei 100mila euro: il primo è figlio di uno dei videogiochi più popolari, e amati e diffusi, del mondo; il secondo è un horror, e gli horror, come abbiamo imparato nel tempo, hanno una capacità straordinaria di portare il pubblico in sala.
Il resto della classifica mostra poche, vere sorprese. E anche questo, volendo, può essere qualcosa sui cui confrontarsi: esce Nanni Moretti e aspettiamo? Esce Nanni Moretti e lasciamo tutta la piazza a lui e agli americani? Nanni Moretti che andrà a Cannes, Nanni Moretti che si cita, che riscrive la storia, Nanni Moretti che usa i se e fa esattamente quello che Nanni Moretti ha sempre fatto: cinema. Alleluia.
Brand e passaparola
Ieri era giovedì. E non è un aspetto secondario, quando si analizzano i dati del box office. Il weekend, ufficialmente, inizia oggi. Quindi è probabile (molto sicuro, azzardiamo) che Moretti andrà meglio, coinvolgerà altri spettatori e incasserà molto di più (non sappiamo dirvi quanto: non facciamo previsioni; proviamo ad analizzare i dati, nudi e crudi). Possiamo sperare, come si fa sempre, nel passaparola: alla gente Moretti piace, e allora, chi lo sa, dopo una settimana di lavoro, dopo tanto impegno e fatica, dopo riunioni, liti, crisi, sospiri, sì, ecco: tutti al cinema.
Il tema che, prima o poi, andrebbe affrontato è un altro. Moretti è un brand – ci perdonerà se usiamo questa parola odiosissima. Ma ha una sua forza e un suo seguito. Questo è un dato di fatto. Si è creato un profilo Instagram, che è una delle cose più belle dell’Internet italiano, eppure ancora non riceve la giusta attenzione da chi, in teoria, quell’attenzione dovrebbe dargliela per lavoro – reparti marketing e comunicazione.
Guardiamo il manifesto, bellissimo, che hanno fatto i francesi. Guardiamo, anche, quello che una clip, una sola clip, di Nanni che parla tra sé e sé può fare. Moretti è modernissimo, vive nel futuro; forse, è il caso di provare a seguirlo – o almeno, di provare a capirlo.
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