Il nuovo videogioco dedicato a Hellboy è un lavoro scolastico. Non nel senso amatoriale del termine, si nota subito che è sviluppato da un team appassionato e ben rodato come quello di Upstream Arcade, che aveva già dimostrato il suo grande amore per lo stile artistico di Mike Mignola in una loro precedente produzione, West of Dead.
L’esecuzione di questo Web of Wyrd suona però incredibilmente schematica, come un compito in classe realizzato dignitosamente, ma sul quale avrebbe giovato più lavoro per amalgamare al meglio tutti gli elementi della sua formula, che ora risultano frammentati e sconnessi, rallentando il ritmo di gioco in modo considerevole. Entra in un’area tra rovine e atmosfera funebre, uccidi i nemici a pizze in faccia, raccogli bonus, cambia area, e ricomincia.
Hellboy e la BRPD (organizzazione fittizia acronimo di Bureau for Paranormal Research and Defense; Ufficio per la ricerca e difesa del paranormale) si ritrovano in una villa abbandonata e costruita da un misterioso architetto. Nella magione, trovano una serie di portali infradimensionali, con i quali vengono catapultati nel Wyrd: un regno di mezzo immerso nel nulla cosmico, in cui spiriti e strane divinità controllano la storia del giovane diavolo, come se tirassero le fila di uno spettacolo di burattini.
L’estetica di Hellboy, al 100%
Questo lento ritmo di gioco suona un po’ come un controsenso: Hellboy è pur sempre un diavolo d’azione. Lento e monolitico, ma d’azione. E durante le ore di gioco, questa sensazione di pesantezza del Rosso (come viene soprannominato) si percepisce sia negli attacchi che nei movimenti. Dettagli che all’inizio possono risultare calzanti per il personaggio, ma che presto si mostrano per ciò che sono: animazioni legnose che frenano l’energia del giovane diavolo (e il movimento della telecamera non aiuta, con un’inquadratura in terza persona spesso confusa).
L’estetica dell’ambientazione e del Rosso, ideato dal fumettista Mike Mignola e pubblicato per la prima volta nel 1993 con Dark Horse Comics, viene invece ripresa nella sua bellezza artistica attraverso la tecnica cel-shading, ottima per le trasposizioni dei fumetti, riuscendo sempre a restituire un’immagine con un tratto più grezzo, quasi come se fosse stato disegnato a mano. Questa tecnica ha infatti già dimostrato la sua praticità in diverse altre produzioni, come XIII di Ubisoft, basato sull’omonimo fumetto fantapolitico franco-belga scritto da Jean Van Hamme e disegnato da William Vance.
Un’anima sconclusionata
I pugni di Hellboy colpiscono i nemici con una forza soddisfacente, esplodendo in animazioni spettacolari. Le ore di gioco, quando scorre senza intoppi, sono piacevoli alla vista. Ma oltre il lato estetico, Web of Wyrd è un gioco discreto, che non riesce a costruire una storia e una progressione capace di coinvolgere giocatori e le giocatrici nell’intreccio, parecchio abbozzato e laterale rispetto al gameplay puro da picchiaduro d’azione, con un vago accenno di rigiocabilità.
A fronte di una produzione senza infamia e senza lode, l’interpretazione magistrale del protagonista è stata affidata a Lance Reddick (Fringe, John Wick), venuto a mancare il 17 marzo dopo una lunga malattia.
Upstream si è forse giocata troppo presto la carta “amore per Hellboy” con il suo videogioco del 2019 West of Dead, in un formato che avrebbe certamente reso giustizia all’opera di Mignola, e con la voce profonda del pistolero non-morto concessa dallo stesso Ron Perlman, che ha interpretato il diavolo nei film di Guillermo del Toro. Nulla è perduto, soprattutto non il franchise di Hellboy, e Upstream potrà certamente mostrare tutto il suo potenziale in un prossimo lavoro sul Rosso. Perché la stima per il personaggio e per Mignola ci sono (e si vedono), manca solo un gameplay più solido e maturo.
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