Una giuria ha stabilito che la Disney ha violato la proprietà intellettuale di una società di effetti speciali utilizzando una tecnologia coperta da copyright per animare i personaggi in computer grafica de La Bella e la Bestia.
Giovedì 21 dicembre, una giuria di Oakland ha assegnato a Rearden un risarcimento di circa 600.000 dollari, dopo aver constatato che la Disney sapeva di aver violato il diritto d’autore utilizzando il software per gli effetti speciali MOVA Contour, che è stato utilizzato in una serie di titoli dai principali studios di Hollywood, ma ha continuato a usarlo e a trarne vantaggio. Una parte della cifra del verdetto, circa 350.000 dollari, ha lo scopo di far recuperare all’azienda i profitti attribuiti all’uso della tecnologia.
La cifra è davvero modesta rispetto a quello che la Disney avrebbe potuto potenzialmente perdere nella causa, che minacciava i profitti de La Bella e la Bestia. Rearden aveva chiesto più di 100 milioni di dollari, sostenendo che il successo al botteghino del film era dovuto al lavoro sugli effetti speciali svolto con MOVA.
Cinque mesi dopo l’uscita nelle sale de La Bella e la Bestia, la Disney era stata citata in giudizio da Rearden per aver utilizzato impropriamente la sua tecnologia in tre film, tra cui Guardiani della Galassia e diversi episodi degli Avengers. La domanda al centro della controversia era se DD3, la società con cui Disney aveva collaborato al progetto, fosse proprietaria della tecnologia che i principali soggetti coinvolti nel film avevano attribuito al suo successo a 10 cifre. Una complicata serie di trasferimenti di titolarità, che ha coinvolto una bancarotta e una vendita fraudolenta, ha di fatto portato alla confusione sulla proprietà e sulle licenze di MOVA.
La sentenza contro la Disney
La sentenza indica che i giurati non hanno attribuito gran parte degli incassi al botteghino de La Bella e la Bestia al lavoro sugli effetti speciali svolto da MOVA. Dei 255 milioni di dollari di profitti della Disney per il film, hanno attribuito circa 345.000 dollari all’uso della tecnologia.
In un prequel del 2016 della saga legale tra Rearden e Disney, un giudice federale aveva congelato le licenze MOVA di Digital Domain in un’ingiunzione preliminare che riguardava l’affiliata di DD3 Shenzhen Haiticheng Science and Technology e la Virtual Global Holdings, un’azienda con sede nelle Isole Vergini Britanniche che pensava di essere proprietaria del MOVA e lo aveva concesso in licenza a DD3. Il giudice distrettuale Jon Tigar ha stabilito che le società si sono comportate in modo “fraudolento” trasferendo la proprietà della tecnologia tra varie aziende cinesi. L’ordine ha posto le basi per l’azione di Rearden nei confronti di vari studios che hanno utilizzato la tecnologia.
Sebbene i giurati fossero a conoscenza della decisione, sono stati istruiti sul fatto che la Disney non era parte in causa e non è legalmente vincolata dalla sentenza finale.
In base al giudizio sommario, le richieste di risarcimento per concorso e violazione del marchio sono state respinte. Tigar ha rilevato che Disney “non sapeva, o non aveva motivo di sapere, della presunta violazione da parte di DD3 prima che il tribunale stabilisse nel 2017 che Rearden fosse proprietaria di MOVA”.
Disney e Rearden non hanno risposto immediatamente alle richieste di commento.
Il seguito del caso potrebbe arrivare sotto forma di un altro processo per Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame, che sono usciti dopo la decisione del 2017 che aveva messo in guardia la Disney sul fatto che forse stava violando il copyright sulla tecnologia di Rearden.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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