Un nuovo rapporto suggerisce che la Peak Tv (cioè la tendenza alla produzione di massa per inseguire la necessità delle piattaforme di streaming di costruire cataloghi ricchi, ndr), potrebbe finire. In un anno di doppi scioperi sindacali e in cui il settore si ritrova a tirare continuamente la cinghia, gli spettatori del 2023 hanno avuto a disposizione una programmazione notevolmente più scarsa rispetto al recente passato.
Il rapporto di fine anno della società di dati Luminate su cinema e tv mostra che l’anno scorso hanno debuttato in totale 1.784 serie televisive di tutti i generi e su tutte le piattaforme. Si tratta di un’enorme quantità di show, ma anche del 21% in meno di prime rispetto al 2022, con un calo di 480 prime in totale.
Secondo Luminate (di proprietà di Penske Media Corp., società madre di The Hollywood Reporter), la produzione di prime televisive dell’anno scorso è addirittura inferiore a quella dell’anno pandemico 2020, che ha visto comunque poco meno di 2.000 debutti di stagioni e serie. Il numero di serie è aumentato nel 2021 e si è mantenuto abbastanza stabile l’anno successivo, prima di calare bruscamente nel 2023.
È finita la prima era dello streaming?
Il calo non è poi così sorprendente se si considerano gli eventi dell’ultimo anno. Gli scioperi di sceneggiatori e attori in cerca di migliori contratti e condizioni di lavoro hanno fatto chiudere molte produzioni televisive in estate e in autunno, e i conglomerati mediatici che producono la maggior parte delle serie stanno tagliando i costi, anche per quanto riguarda la programmazione, dato che i giorni di spese senza freni della prima era dello streaming sembrano essere finiti.
Tuttavia, i numeri dipingono un quadro piuttosto crudo di quanto il mondo televisivo si sia rimpicciolito l’anno scorso. L’analisi di Luminate mostra che nel terzo trimestre dell’anno – quando il numero delle prime è solitamente in aumento, con l’inizio della stagione televisiva tradizionale – hanno debuttato meno di 450 serie, contro le poco più di 600 nel 2022 e un record di 678 (miglior risultato in 5 anni) nel 2021.
Le commedie e i drammi hanno registrato i cali più consistenti: le commedie hanno avuto un calo del 30% (134 contro 192) rispetto al 2022, mentre le serie drammatiche sono diminuite di circa il 25% (381 contro 510). Ciò che Luminate definisce programmazione “alternativa” (show non sceneggiati, documentari e simili) è diminuita di circa il 20%, ma comprende comunque la maggior parte di tutte le prime, con 1.038 titoli. L’animazione ha subito il calo minore, con una diminuzione di appena il 7%. Le serie non sceneggiate e quelle animate hanno potuto continuare la produzione durante lo sciopero della Sag-Aftra (almeno per quanto riguarda il materiale scritto in precedenza), poiché gli interpreti di questi show sono coperti da contratti diversi con gli Studios e le piattaforme streaming.
Gli effetti degli scioperi e della maggiore attenzione delle aziende ai propri bilanci potrebbero ripercuotersi anche nel 2024: l’attesa raffica di accordi post-sciopero non si è materializzata, e diverse serie che normalmente avrebbero dovuto debuttare in autunno stanno iniziando solo ora a tornare sugli schermi. I dati indicano una potenziale fine della Peak Tv.
Traduzione di Nadia Cazzaniga
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