Sono nati i Lingotto Studios. Lo ha dichiarato Gl Events, società francese proprietaria del Lingotto Fiere di Torino, che in una comunicazione pubblicata da Repubblica mercoledì 21 febbraio, ha annunciato di aver messo a disposizione i 100mila metri quadrati di superficie dei padiglioni per produzioni cinematografiche italiane e internazionali.
Questo dopo che la Film Commission Torino Piemonte ha inserito gli spazi nel suo catalogo di luoghi utilizzabili come teatri di posa e set. “Decine di case di produzione hanno visitato e apprezzato gli ambienti”, ha affermato l’Ad di Gl Events italia Gàbor Ganczer su Repubblica. Tra questi, segnala il quotidiano, anche Prime Video.
Un piano da 12 milioni di euro
La notizia arriva concomitante all’annuncio di Gl Events di investire nel complesso di Lingotto Fiere, che ospita anche il Salone del Libro, circa 12 milioni di euro in tre anni, per rifare e ampliare i servizi igienici e la sicurezza dei padiglioni. Nello specifico, il cambiamento strutturale prevede l’inserimento di bagni gender free e la realizzazione di ingressi indipendenti per agevolare il flusso dei visitatori, nonché un rifacimento degli impianti.
Ma la società francese, dopo aver annunciato il suo piano di restyling del complesso fieristico, ha neanche troppo velatamente attaccato la Regione Piemonte e la Camera di Commercio nel tentativo di chiedere un aiuto economico per questo rilancio.
“Se con la Città si è iniziato un dialogo per la promozione delle manifestazioni che si terranno nella struttura, gli altri due enti invece non hanno risposto al nostro invito a incontrarci per discutere le possibili strade”, ha dichiarato a Repubblica Christophe Cizeron, Ad di Gl Events Venues.
Torino punta a un sistema Studios
La nascita degli annunciati “Lingotto Studios”, che svolgeranno queste attività senza togliere nulla alle fiere in programma, arriva all’interno di un contesto in costante cambiamento per la città di Torino, che la presidente della Film Commission locale Beatrice Borgia aveva definito come una “città laboratorio”.
In una precedente intervista con The Hollywood Reporter Roma, Borgia e il direttore della Film Commission Paolo Manera avevano manifestato la loro intenzione di creare un sistema di Studios torinese, per favorire il tempo di permanenza delle produzioni sul territorio.
“Stiamo continuando a portare avanti questa idea, anche perché identificato come un gap di filiera”, afferma Borgia, sostenendo che ormai il capoluogo è un “set a cielo aperto”, che potrebbe “non aver bisogno di Studios”. In realtà, segnala la presidente, “quando le produzioni vengono per girare, avere degli Studios aiuta a intercettare e aumentare la loro permanenza sul territorio”
La prima concretizzazione di questo piano, ha raccontato Borgia a THR Roma, è stata la nascita di un virtual set della società Prodea, un teatro di posa di 2000 metri cubi con schermi led su cui proiettare le scenografie.
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