È giusto affermare che molti a Hollywood si augurano di dimenticare il 2023.
Tra i duri scioperi della Writers Guild of America e della SAG-AFTRA (sindacato degli autori e degli attori, ndr), il crollo del mercato pubblicitario televisivo e l’incertezza incombente sull’economia e sull’intelligenza artificiale generativa, per il settore è stato un anno da dimenticare. Sebbene gli scioperi siano finiti e tutti siano tornati al lavoro, il 2024 si preannuncia quasi altrettanto incerto, con i venerabili Studios hollywoodiani che probabilmente prenderanno decisioni che influenzeranno il mercato, la continua evoluzione dell’IA che spaventa i creativi e i fattori macroeconomici che si faranno sentire.
Ecco alcune delle grandi questioni commerciali che The Hollywood Reporter si pone per il 2024:
Le previsioni sulla Paramount di Shari Redstone
Cosa farà Shari Redstone? Cercherà un accordo con Warner Bros. Discovery, ora che sappiamo che Bob Bakish e David Zaslav hanno parlato di una possibile intesa lo scorso 19 dicembre?
Continuerà a parlare con Skydance e RedBird della sua holding di famiglia, la National Amusements? Oppure vedrà cos’altro il mercato potrà sopportare? Forse vendendo in modo frammentario?
Il futuro di Paramount Global, la società mediatica che possiede il celebre studio Paramount, la Cbs, Paramount+ e una serie di canali via cavo in declino, è un tema molto sentito a Hollywood.
Redstone venderà la sua quota, permettendo all’acquirente di decidere il futuro di Paramount? Oppure prenderà in considerazione una vendita totale? Ci sono acquirenti per l’intero pacchetto, dato il suo carico di debiti (anche WBD ha molti debiti)? Oppure deciderà di tenersi la società e di perseguire un piano di rilancio? Nel frattempo, Paramount+ continua ad avvicinarsi alla redditività, anche se le sue dimensioni suggeriscono che avrà difficoltà a competere con società del calibro di Netflix e Disney nella guerra dello streaming.
Scalare la montagna dei contenuti di punta
All’inizio di quest’anno, John Landgraf, responsabile di FX, ha rivelato che nel 2022 i canali televisivi e i servizi di streaming avrebbero debuttato con 599 serie sceneggiate. Il 2023, con il suo programma di produzione influenzato dallo sciopero, sarà ben al di sotto di questo numero. E il mercato potrebbe non tornare più indietro.
Gli Studios di Hollywood stavano già iniziando a ritirarsi prima degli scioperi. Ma dopo il loro inizio si è dato il via libera alla cancellazione di massa di numerosi progetti, compresi alcuni che avevano già ottenuto il via libera per una prima stagione. La grande domanda è quale sia la “nuova normalità”. Disney prevede di spendere 25 miliardi di dollari per i contenuti nel 2024, in calo rispetto ai 27 miliardi del 2023, anno in cui lo sciopero ha avuto il suo impatto. Ma con i costi per lo sport che dovrebbero essere piatti, i cali si concentreranno sulle offerte di intrattenimento.
Hollywood e il dilemma Disney di Bob Iger
Dall’elaborazione di una strategia globale per il futuro, alla ricerca di un successore adeguato, ai rapporti con Nelson Peltz e con gli ex dirigenti Disney Ike Perlmutter e Jay Rasulo, Bob Iger ha il suo bel da fare alla Disney.
Per quanto riguarda Peltz: Iger e il consiglio di amministrazione della Disney inizieranno il 2024 con una probabile lotta per le deleghe, con Peltz che vuole due posti nel consiglio di amministrazione, uno per sé e l’altro per l’ex direttore finanziario della Disney Jay Rasulo. L’ultima volta Iger ha battuto Peltz, ma con le azioni Disney ancora in ribasso. Non è chiaro dunque quale sarà la proposta dell’azienda per contrastare il gioco del presidente del consiglio di amministrazione di Wendy’s Company. Naturalmente, anche Peltz ha mantenuto un riserbo sui suoi piani di rilancio.
Sulla successione: Iger ha dichiarato che la caccia al prossimo Ceo è “intensa” e che ha condotto “un’autopsia” su quanto è accaduto l’ultima volta, in modo che non si ripeta. Iger sceglierà un dirigente interno o un esterno per un nuovo ruolo (forse Coo?) che gli consenta di diventare il prossimo Ceo? O aspetterà fino al 2025? In ogni caso, Iger ha dichiarato che “sicuramente” lascerà l’azienda nel 2026.
Sulla strategia: tutti gli occhi sono puntati su ESPN (emittente televisiva dedicata esclusivamente allo sport h24, ndr), che sta cercando partner esterni e sviluppando una strategia direct-to-consumer. Si prevede che questi dettagli si cristallizzino nel 2024, anche se il prodotto di punta di ESPN non debutterà nell’anno solare. E che dire dei film Disney, che hanno avuto un anno difficile? Iger ha dichiarato che sta lavorando duramente per cercare di correggere la rotta creativa, anche se i risultati potrebbero dover aspettare fino al 2025.
Rischi e opportunità dell’IA generativa
Se il 2023 è stato l’anno in cui l’intelligenza artificiale generativa ha fatto il suo ingresso nel mainstream, il 2024 potrebbe essere l’anno in cui ne vedremo l’impatto. La WGA e la SAG-AFTRA sono state sufficientemente spaventate da questa tecnologia da cercare di tutelarne i posti di lavoro a Hollywood e negli Stati Uniti.
Sebbene l’IA sia già ampiamente utilizzata nell’industria degli effetti speciali, sottrarrà effettivamente posti di lavoro ad attori, sceneggiatori o altri operatori del settore? Una startup di AI utilizzerà la tecnologia per creare un film al di fuori del sistema degli Studios?
E naturalmente, gli Studios vedranno le società di IA come una potenziale fonte di guadagno, magari concedendo in licenza le loro librerie per insegnare al software il business cinematografico passato e presente?
Accordi, accordi, accordi?
Il 2023 non è stato certo un anno di boom per gli accordi con i media. È vero che è stata conclusa l’acquisizione della WWE (azienda statunitense di intrattenimento che si occupa principalmente di wrestling, ndr) da parte di Endeavor e l’affare Activision Blizzard da parte di Microsoft. Ma l’aumento dei tassi di interesse e l’aggressività del dipartimento di giustizia e della commissione federale per il commercio (FTC) hanno portato a un mercato lento.
Tuttavia, una manciata di sentenze delle autorità di regolamentazione e la forte probabilità di una riduzione dei tassi di interesse l’anno prossimo fanno presagire un boom di transazioni.
Certo, sappiamo delle trattative con Paramount, ma Comcast metterà in gioco NBCUniversal? E che dire di Fox? Potrebbe essere in programma un nuovo tentativo di riunire l’impero di Murdoch?
Hollywood: la pubblicità si riprenderà?
Il 2023 non è stato solo un anno perso per le produzioni cinematografiche e televisive, ma anche per la pubblicità. Certo, ci sono stati dei punti forti: lo sport ha retto e le nuove offerte di streaming hanno continuato a crescere, ma la tv lineare, il perno del settore pubblicitario dell’intrattenimento, è caduta in un precipizio e non si è ancora ripresa.
A peggiorare le cose a Hollywood, il colosso pubblicitario GroupM prevede che il mercato pubblicitario rallenterà nel 2024, affermando che il settore ha “raggiunto un punto di inflessione significativo nella consapevolezza che la tv lineare è davvero in declino”.
L’unico segnale di speranza: la spesa politica durante le elezioni del 2024 dovrebbe rappresentare un anno di boom per i proprietari di stazioni televisive locali.
Il gioco di potere dell’NBA
Cosa farà Adam Silver? Il commissario della NBA sta avviando trattative per la rinegoziazione dei diritti con i due attuali partner televisivi della lega: ESPN della Disney e Warner Bros. Discovery. Entrambi i marchi vogliono disperatamente mantenere l’NBA – è considerata la più attraente per i diritti degli sport dal vivo dopo la NFL, visti i suoi ascolti e il suo pubblico più giovane – ma nessuno dei due vuole pagare gli ingenti aumenti che la lega sembra voler chiedere.
E allo stesso tempo ci sono altri soggetti che si stanno muovendo sul campo: Amazon, NBC, Apple, YouTube. La NBA può contare su una domanda reale. Per ora, si prevede che la lega cerchi almeno tre partner, dando a una delle altre parti una possibilità di giocare se si riallaccia con ESPN e TNT, come previsto (anche se probabilmente con meno partite a stagione), ma se vuole massimizzare il suo guadagno potrebbe anche puntare a quattro partner, perseguendo una strategia più vicina a quella della NFL o della NASCAR.
Si tratta di un affare importante, che potrebbe modificare il futuro dei diritti sportivi. La palla è nel campo della NBA.
L’ambizione del Golfo che guarda a Hollywood
Il 2022 è stato l’anno in cui il fondo pubblico d’investimento dell’Arabia Saudita ha orchestrato un accordo per la fusione tra LIV Golf e il PGA Tour, acquisendo una partecipazione significativa nel settore del golf. È stato anche l’anno in cui l’IMI di Abu Dhabi ha unito le forze con RedBird Capital e Jeff Zucker per lanciare RedBird IMI, concentrandosi sugli investimenti nel settore dello sport e dei media. Il fondo sovrano del Qatar ha acquisito una partecipazione in Monumental Sports & Entertainment, proprietario dei Washington Wizards.
Il 2023 potrebbe essere l’anno in cui questi investimenti entreranno nel vivo. RedBird IMI è sul mercato alla ricerca di grandi affari, il PIF saudita ha concluso accordi nel settore delle MMA e ha espresso interesse ad acquisire i Miami Open e i Madrid Open da IMG di Endeavor. Ha anche avuto colloqui con l’ATP, che organizza i Grandi Slam di tennis, per ospitare un nuovo evento a Riyadh.
L’Arabia Saudita ha cercato di espandere il proprio business cinematografico con offerte di produzione lucrative e altri incentivi.
Lo sport e l’intrattenimento non sono solo redditizi, ma anche influenti, e gli Stati del Golfo hanno le risorse necessarie e sembrano tutti interessati a esplorare il settore.
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