Anche Amazon, con Prime Video, si unisce alla tendenza delle piattaforme su abbonamento con pubblicità. Il gigante tecnologico inizierà a inserire annunci pubblicitari nelle serie e nei film del suo servizio di streaming all’inizio del prossimo anno negli Stati Uniti, in Canada, nel Regno Unito e in Germania. Molti altri paesi seguiranno nel corso del 2024.
Così Prime Video si aggiunge a Netflix, Disney+ e Max. A differenza di questi operatori, tuttavia, Prime Video non offrirà il suo livello con pubblicità incluse a un prezzo inferiore. L’opzione con pubblicità sarà quella predefinita per gli abbonati ad Amazon Prime, e chi vorrà guardare film e spettacoli senza pubblicità dovrà pagare un piccolo extra ogni mese.
1 L’anno prossimo gli utenti di Prime Video inizieranno a vedere la pubblicità nella programmazione?
Sì. Come i concorrenti per lo streaming, Amazon si sta convincendo che un secondo flusso di entrate derivante dalla vendita di annunci pubblicitari sia utile per Prime Video, in aggiunta alla quota dell’abbonamento Prime destinata al pagamento dello streaming.
2 Perché ora o, anzi, tra qualche mese?
Amazon afferma che utilizzerà le entrate extra derivanti dalla vendita di spazi pubblicitari (e il costo aggiuntivo per la visione senza pubblicità) per “continuare a investire in contenuti interessanti e incrementare questo investimento per un lungo periodo di tempo”. Prime Video ospita alcuni programmi molto costosi, tra cui il mezzo miliardo di dollari de Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, la serie di spionaggio Citadel e il Thursday Night Football (Tnf), per il quale Amazon paga alla Nfl circa un miliardo di dollari all’anno. Il Tnf, tra l’altro, ha già un carico pubblicitario simile a quello delle trasmissioni Nfl sulle reti lineari.
3 Quante pubblicità ci saranno?
Amazon afferma di voler mostrare “un numero significativamente inferiore di pubblicità rispetto alla tv tradizionale e agli altri fornitori di programmi tv in streaming” nella programmazione di Prime Video. Scendere al di sotto della soglia dei 18 minuti di pubblicità all’ora è un obiettivo che altri fornitori di servizi on-demand hanno già raggiunto con i loro livelli ad-supported. Freevee, lo streaming gratuito di Amazon con supporto pubblicitario, presenta in genere dai tre ai sei minuti di pubblicità per episodio sulle sue serie originali.
4 Oh sì, Freevee. Questo annuncio quindi non ha portato a nulla di nuovo?
Secondo Amazon, il servizio Freevee non sarà influenzato dal passaggio agli annunci pubblicitari di Prime Video.
5 Quanto costerà?
Per gli attuali abbonati Prime Video, non ci saranno costi aggiuntivi. Amazon afferma che non aumenterà il prezzo dell’abbonamento nel 2024. Tuttavia, chi vuole guardare film o programmi televisivi senza pubblicità dovrà pagare un extra di 2,99 dollari al mese, o poco meno di 36 dollari all’anno, ancora da definire in Italia. Gli sport in diretta avranno pubblicità indipendentemente dal livello a cui gli utenti si iscrivono.
6 Anche i film avranno la pubblicità?
Sì, in numero “limitato”, come per le serie tv. Al momento non è chiaro se gli annunci appariranno durante la visione di un film o in un blocco non fisso che non sarà possibile saltare, come avviene su altri streamer.
7 Torniamo al prezzo: la maggior parte dei servizi di streaming non offre i propri livelli con supporto pubblicitario a prezzi scontati? Perché non c’è un’opzione più economica?
È vero che i livelli ad-supported di Disney+, Max e Netflix – così come piattaforme come Hulu, Peacock e Paramount+, che hanno sempre incorporato la pubblicità nelle loro attività – costano meno di quelli senza pubblicità (di solito circa 6-8 dollari in meno al mese). Per Amazon, tuttavia, questa non è un’opzione, dal momento che Prime Video fa parte di un pacchetto di servizi, che vanno dalla spedizione gratuita dei pacchi allo streaming musicale, che vengono forniti con l’iscrizione ad Amazon Prime.
8 Non ci siamo già passati?
Sicuramente, e non solo con gli streamer che inseriscono pubblicità nella loro programmazione. Le piattaforme di streaming stanno imparando (o reimparando, nel caso di quelle di proprietà di aziende mediatiche tradizionali) ciò che le reti via cavo sanno da anni: i canoni di abbonamento sono belli e la pubblicità è bella, ma avere entrambi i flussi di entrate allo stesso tempo è ancora meglio per i profitti.
Traduzione di Pietro Cecioni
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