Vincere Venezia rende al box office? La risposta è scontata: dipende. Dal film, naturalmente, e dalla vita successiva al Leone d’oro, ma anche d’argento o altro premio. In un mercato sempre più complesso, oltretutto, le considerazioni da fare sul successo di un film sono molte e con numerose variabili.
Soprattutto, dove deve essere cercato questo valore? Perché se un film Leone d’oro va male in Italia, non è detto che abbia la stessa sorte in Francia, per esempio. E la cosa più importante, in ogni caso, sarebbe che avesse il meritato successo nel paese di origine.
Abbiamo così deciso di fare una piccola indagine, prendendo in considerazione gli ultimi dieci anni di Mostra del Cinema di Venezia, dal 2013 al 2022, ovvero da quando le piattaforme hanno iniziato ad affacciarsi sul mercato dell’audiovisivo. A dirla tutta, c’era solo Netflix, che però è diventata ben presto anche una delle voci d’incasso di chi un Leone lo doveva far fruttare.
Prima di andare nel dettaglio dei singoli anni bisogna però fare un’indispensabile premessa.
Il podio olimpico
Ci sono tre film vincitori del Leone d’oro che sono fuori categoria, per ovvie ragioni. Nel 2017, La forma dell’acqua, di Guillermo del Toro, che avrebbe poi vinto l’Oscar pochi mesi dopo. Per uniformità useremo come valuta sempre i dollari, così da non dover perdere tempo in conversioni di cambio. La forma dell’acqua ha avuto un incasso americano di 63 milioni di dollari, globale di 195 milioni di dollari. I territori in cui il film è andato meglio sono stati la Spagna, la Francia e l’Italia, tutti e tre sopra gli 11 milioni. Segue il Regno Unito, abbastanza sorprendentemente essendo un film in lingua inglese e diretto da un regista molto amato dal pubblico britannico.
Nel 2018 vince Roma, di Alfonso Cuarón. Come sempre, il film fa tutta la corsa fino agli Oscar, vincendo come miglior film straniero, regia e fotografia (sempre Cuarón). Essendo una produzione Netflix, non abbiamo dati di incasso, anche se il film ha avuto anche uno sfruttamento in sala. Ma in alcuni paesi Netflix non era ancora arrivato, quindi qualche briciola la conosciamo. In Cina, per esempio, ha incassato quasi 600.000 $. In Corea del Sud, invece, prima di arrivare su Netflix, ha fatto un’uscita in sala di cui si conoscono però gli incassi, quasi 300.000 dollari.
Il 2019 è l’anno di Joker. Leone rivoluzionario, molti lo identificano come il primo dato a un cinecomic. In realtà il film di Todd Phillips ha poco a che fare con il genere, ma questa è un’altra storia. Vince due Oscar, tra cui quello per l’interpretazione di Joaquin Phoenix. Soprattutto, è il Leone d’oro che ha incassato di più nella storia della Mostra, un miliardo e 74 milioni di dollari, trentottesimo maggiore incasso di tutti i tempi. E forse, a suo modo, cambia definitivamente (dopo la prima svolta del 2016) la storia recente del festival, soprattutto nella linea editoriale.
Naturalmente questi sono casi limite. Tre film prodotti da major (Fox, Netflix, Warner), da registi noti e con un ottimo rapporto con il botteghino.
Andiamo a vedere invece i veri film da festival.
2013
È l’ultimo Leone italiano, Sacro G.R.A., il documentario di Gianfranco Rosi, che incassa complessivamente 1.369.000 $, di cui 1.314.000 in Italia. Un ottimo risultato per un documentario in Italia. Il film ha avuto delle buone vendite internazionali (23 paesi, secondo fonte FilmItalia), e il Leone d’oro ha certamente aiutato.
Fu quella un’edizione particolarmente favorevole al cinema italiano, supportata anche dal fatto che Bernardo Bertolucci fosse presidente di giuria. Elena Cotta vinse la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile per il suo ruolo da protagonista in Via Castellana Bandiera. Il film uscì in sala subito dopo il festival, portando a casa un incasso italiano di 389.000 € e poco più di mezzo milione di dollari nel mondo.
Ma quello fu anche l’anno di Zoran, il mio nipote scemo, commedia agrodolce di Matteo Oleotto con un grande Giuseppe Battiston che si aggiudicò la Settimana Internazionale della Critica. Uscito in Italia il 31 ottobre successivo alla Mostra, portò alla fine a casa 615.000 € al nostro box office e 835.000 dollari complessivi nel mondo.
Purtroppo di nessuno dei tre film sono disponibili dati ministeriali relativi a contributi di varia natura.
Nello stesso 2013 nel palmares troviamo anche Philomena, di Stephen Frears, commedia drammatica di Steve Coogan e una grande Judi Dench. Gli viene assegnato, abbastanza generosamente, un premio Osella per la sceneggiatura. Ma il premio vero arriva dal botteghino, con 100 milioni di dollari incassati nel mondo, di cui 18 nel paese di origine, il Regno Unito. Ma in questo caso, l’Osella c’entra poco.
2014
Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza dello svedese Roy Andersson vince il Leone d’oro. Poi avrà anche iniziato a riflettere sul milione e quattrocentosettantaduemila dollari incassati in tutto il mondo. In Svezia ne ha portati a casa 390.000. Ricordiamo che il film svedese di maggiore incasso della storia è Uomini che odiano le donne, il primo film della trilogia Millennium tratto dai romanzi di Stieg Larsson. In Italia il bel film di Andersson ha incassato poco meno che in Svezia, 351.000 $, e sono i due territori in cui ha raccolto di più.
Quell’anno le Coppe Volpi furono vinte da Adam Driver e Alba Rohrwacher, protagonisti di Hungry Hearts di Saverio Costanzo. Entrambi sono stati in corsa anche nel 2023, ma per film diversi (Ferrari e Hors-saison). Nonostante i due premi, Hungry Hearts non è andato oltre un incasso mondiale di 549.000 $, di cui 504.000 in Italia.
2015
Desde Allá (in italiano Ti guardo) è un Leone d’oro storico per la Mostra. Si tratta infatti del primo film venezuelano a vincere il massimo riconoscimento. Peccato che il record non sia stato anche d’incassi. È di appena 150.000 $ il bottino portato a casa dal film diretto da Lorenzo Vigas, di cui 30.000 negli Stati Uniti. Meglio è andata in Italia, dove ne ha portati a casa 60.000. Purtroppo non ci sono dati d’incasso relativi al Venezuela.
Anche quest’anno una Coppa Volpi italiana, quella a Valeria Golino, bravissima in Per amor vostro di Giuseppe Gaudino. Uscito subito dopo la Mostra, il 19 settembre, distribuito da Officine Ubu, il film ha incassato 357.000 €
2016
Lav Diaz è uno dei grandi maestri del cinema contemporaneo. Il Leone d’oro a The Woman Who Left è uno dei molti grandi riconoscimenti ricevuti in carriera, che però purtroppo non vanno di pari passo con le soddisfazioni finanziare. Secondo il sito Box Office Mojo il film ha incassato poco più di 4.000 $ e non risulta essere tra i maggiori incassi nelle Filippine nel 2016 e nel 2017, mercato cinematografico oltretutto molto vivo, con una produzione intensissima soprattutto di pellicole di genere, dall’horror alla commedia all’action.
Ma l’edizione 2016 di Venezia fu un momento di svolta per il festival. Fu infatti quell’anno che la Laguna diventò il punto di partenza dei film che volevano diventare protagonisti della corsa agli Oscar. Emma Stone vinse la Coppa Volpi con La La Land (di Damien Chazelle, presidente di giuria in questa edizione della MOstra, nella quale Emma Stone era in concorso con Poor Things), che avrebbe portato a casa 471 milioni di dollari nel mondo. Il Leone d’argento, gran premio della giuria, fu assegnato ad Animali Notturni di Tom Ford, che già qualche anno prima aveva portato al Lido il suo primo film A Single Man, che regalò la Coppa Volpi a Colin Firth nel 2009.
Il cinema italiano non fu molto fortunato nella maggiore competizione, ma Liberami, il documentario di Federica Di Giacomo, vinse il concorso di Orizzonti. Il film ebbe solo fugaci e non registrati passaggi in sala.
2017
Nell’anno de La forma dell’acqua ci fu un altro riconoscimento per un film che avrebbe fatto molta strada. Si tratta dell’Osella alla sceneggiatura per Tre Manifesti a Ebbing, Missouri. Il film di Martin McDonagh (che incontreremo di nuovo “fra qualche anno”) avrebbe poi vinto due Oscar, tra i molti premi ricevuti nella Award Season, e incassato 162 milioni di dollari. Il lancio veneziano contribuì molto.
Anche in questa edizione il premio maggiore di Orizzonti lo vince un film italiano, Nico 1988 di Susanna Nicchiarelli. Co-produzione importante, con un budget di 3,2 milioni di euro e un contributo selettivo da circa 750.000 €. Il film, uscito il 19 ottobre dopo la Mostra, ha incassato in Italia 197.000 euro, forte anche di una seconda tornata nei cinema quando venne candidato a otto David di Donatello, vincendone quattro.
2018
Nell’anno di Roma c’era davvero l’imbarazzo della scelta. Ancora più del film di Alfonso Cuarón, a giovarsi dei premi veneziani, due oltretutto, Leone d’argento Gran premio della giuria e Coppa Volpi per Olivia Colman, fu La favorita di Yorgos Lanthimos. Dalla Laguna iniziò la cavalcata che portò al film sette BAFTA e l’Oscar, il Golden Globe e il BAFTA alla Colman. E 95 milioni di dollari di incasso globale, di cui 21 nel Regno Unito, paese d’origine. In Italia furono 3.3, negli USA 34 milioni.
2019
L’anno di Joker fu anche quello di Roman Polanski, che con L’ufficiale e la spia vinse il Leone d’argento – Gran premio della Giuria. Esiste uno scatto bellissimo di Polanski seduto su una scalinata all’interno del palazzo del cinema di Deauville, dove si trovava per presentare il film, con il regista polacco intento a guardare lo smartphone quasi in lacrime nel momento in cui riceve la notizia. Il premio portò grande fortuna al film, che incassò quasi 12 milioni in Francia e 3.8 in Italia, i due paesi in co-produzione. Negli Stati Uniti non è mai uscito.
Coppa Volpi per Luca Marinelli, per il Martin Eden firmato da Pietro Marcello, una produzione con 4,4 milioni di euro di budget e un contributo produttivo ministeriale da 950.000, oltre a ulteriori supporti da parte di Regione Lazio, Campania Film Commission e una serie di supporti dal lato co-produttivo tedesco. Uscito perfettamente in contemporanea alla Mostra, il 4 settembre, il film riesce a sfruttare l’onda del premio e a incassare 1.763.000 € e 3,1 milioni di dollari in tutto il mondo, con un’ottima performance in Francia con 847.000 $.
C’è un altro film italiano nel palmares 2019. Si tratta di La mafia non è più quella di una volta, di Franco Maresco, che si aggiudica il premio speciale della giuria. Anche questo esce in contemporanea al festival, il 12 settembre, e incassa 118.000 €
2020
L’anno della pandemia e di Nomadland. Anche in questo caso, il film di Chloe Zhao partì da Venezia per arrivare agli Oscar, facendo incetta nel frattempo di qualunque riconoscimento (è il film più premiato della storia). E 39 milioni di dollari in un mondo in cui i cinema erano per la maggior parte chiusi può essere considerato un risultato straordinario. Senza quell’edizione coraggiosissima di Venezia sarebbe probabilmente andato direttamente in piattaforma o avrebbe aspettato l’edizione estiva di Cannes 2021. Quel Leone d’oro fu davvero la fortuna del film.
Ancora una Coppa Volpi per l’Italia, questa volta a Pierfrancesco Favino per Padrenostro, dall’attore anche prodotto. Il film esce poi il 24 settembre, ancora in pieno Covid, tanto che le sale cinematografiche verranno chiuse alla fine di ottobre (la capienza era al 50% con il distanziamento). Nonostante tutto, il premio veneziano spinge il film fino a fargli sfiorare il milione di euro d’incasso. Costato 3,1 milioni di euro, il film usufruisce di quasi 1,4 milioni di Tax Credit e di un contributo della Calabria Film Commission.
Lo stesso anno c’è anche l’esordio di Pietro Castellitto nella sezione Orizzonti, di nuovo in concorso quest’anno con Enea a Venezia, dove vince il premio per la sceneggiatura. I predatori esce il 22 ottobre, praticamente una settimana prima della seconda chiusura delle sale per il Covid. Incassa 160.000 € – dopo essere costato 2.180.000 € con contributi ministeriali di diversi tipi tra selettivi, tax credit e reinvestimenti di 1.550.000 €, cui si è aggiunto anche un contributo della Regione Lazio. Senza il Covid, I predatori si sarebbe rivelato un investimento molto vantaggioso.
2021
Vince la Francia, con La scelta di Anne, diretto da Audrey Diwan. Film molto bello, con un argomento forte, ma nonostante ciò il Leone non gli giova. Meno di 400.000 $ in Francia, meno di 100.000 in Italia. Ma quello fu anche l’anno di Paolo Sorrentino e di È stata la mano di Dio. In quanto film Netflix, non ci sono dati d’incasso, ma molti spifferi dell’epoca parlavano di un incasso di 8 milioni di euro per il film vincitore del Leone d’Argento – Gran premio della Giuria, e del Premio Mastroianni al miglior esordiente Filippo Scotti. Tredici milioni di budget, coperti completamente dalla piattaforma. L’altro Leone d’argento, quello per la regia, andò a Il potere del cane di Jane Campion, ancora Netflix. Campion avrebbe poi vinto Oscar, Golden Globe e BAFTA.
Il Premio Speciale della Giura va a Il Buco, di Michelangelo Frammartino. Co-produzione tra Italia, Francia e Germania, il film, vista la sua complessità tecnica, ha avuto a disposizione un budget di 3,8 milioni di euro. Ha avuto accesso a 400.000 euro di selettivi di produzione e 790.000 di tax credit, più altri 118.000 di tax credit di distribuzione. Altri 430.000 sono arrivati da Eurimages. Altri fondi sono poi stati messi a disposizione da Regione Lazio e Calabria Film Commission. Da segnalare l’incasso di circa 100.000 euro ottenuto in Olanda, dove Frammartino ebbe un enorme successo con il suo Le quattro volte, in cartellone per molti mesi al cinema dell’EYE, la cineteca nazionale olandese.
2022
La carrellata si chiude con il sorprendente Leone d’oro a Tutta la bellezza e il dolore, biografia, quasi auto, filmata dell’artista e fotografa, Nal Goldin. Poco meno di 1,5 milioni di dollari in tutto il mondo, di cui 500.000 negli USA. In Italia 107.000, uscendo come evento di tre giorni. La sorpresa dell’anno scorso fu Gli spiriti dell’isola, di Martin McDonagh, che vinse per la migliore sceneggiatura, mentre il protagonista Colin Farrell portò a casa una meritata Coppa Volpi. Circa 49 milioni di dollari, 11 nel paese d’origine, il Regno Unito, 2.4 in Italia.
Ma non è finita qui, perché l’edizione 2022 è stata anche quella di The Whale, di Tár (Cate Blanchett Coppa Volpi) di Bones and All Leone d’argento per la regia e Premio Mastroianni per la giovane e bravissima Taylor Russell.
La sorpresa italiana è Vera, che nella sezione Orizzonti si aggiudica i premi per la migliore regia a Tizza Covi e Rainer Frimmel, e a Vera Gemma per la migliore interpretazione femminile.
E adesso vedremo nei prossimi mesi quale sarà la vita dei premiati di questa ricca edizione 2023. Gioveranno i due premi vinti a Io, Capitano di Matteo Garrone? Poor Things ha iniziato la sua trionfale marcia verso gli Oscar a Venezia. E Green Border può già essere considerato il favorito per il miglior film straniero – o anche quest’anno sarà Hamaguchi. Intanto bisogna però rispondere alla domanda: quanto vale un Leone? Tanto, e il valore di un premio alla Mostra del Cinema di Venezia è cresciuto a dismisura negli ultimi sette anni. E non è solo il botteghino a parlare, ma tutto quello che accade a un film che viene presentato e premiato a Venezia nei mesi successivi. Sono i Cancelli del Cielo. E speriamo restino aperti anche dopo l’era di Alberto Barbera, il cui mandato scadrà dopo la prossima edizione della Mostra.
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