Un tempo qui, figlio mio, era tutto Netflix. Oggi il nostro paese di calciofili si trova di fronte a un bivio importante: vale la pena sottoscrivere un nuovo abbonamento per vedere Ted Lasso? La serie sull’allenatore venuto da oltreatlantico non è l’unica a rendere interessante l’abbonamento ad Apple TV+. Certo, avere tre altri tre abbonamenti non è più sostenibile. E con la seconda stagione di Vita da Carlo come si fa? Sta su Paramount Plus…
La soluzione è tanto semplice quando complessa: i pacchetti. Bundle, li chiamano gli inglesi. Pagare due piattaforme meno di quanto le pagheresti separate, più di quanto ne pagheresti una sola. Prendi due, paghi uno e mezzo. È la grande soluzione del 2024 per evitare la costante minaccia del calo di abbonati e per contrastare l’aumento dei prezzi.
Per i consumatori sembra una cuccagna e infatti le piattaforme non ne vanno altrettanto pazze: i guadagni per utente, viene da sé, sono minori. Si possono guadagnare nuovi utenti che non si sarebbero iscritti senza pacchetto, ma anche perderne per dividerli con un competitor.
Mettersi d’accordo con la concorrenza, peraltro, non è mai piacevole. Piuttosto che mettersi d’accordo con Comcast per la gestione di Hulu, Disney ha direttamente comprato la piattaforma. Il Disney bundle (Disney+, ESPN+ e Hulu) offre agli americani intrattenimento per adulti e bambini, e lo sport. Delle recenti rilevazioni di Antenna parlano di un vantaggio evidente: lo scorso novembre, il calo di abbonati di Disney + è stato del 4%, Hulu del 5% ed ESPN+ del 7%, quest’ultima la media nell’industria. Il calo del Disney Bundle, invece, è stato solo del 2%.
Anche Apple sembra del tutto intenzionata a spingere i consumatori verso il suo Apple One, il pacchetto che offre intrattenimento, musica, videogiochi e cloud a 20 euro al mese, un prezzo molto vantaggioso: pagando tutte le varie componenti senza bundle, si pagherebbero 48 euro. Nonostante la maggior parte delle entrate di Apple provenga dagli Iphone, la percentuale dei cellulari cala ogni anno. I guadagni provenienti dai servizi dell’azienda, invece, si sono triplicati nel giro di sei anni.
Proprio Apple sarebbe ai preparativi con la Paramount per lanciare un prezzo congiunto negli Stati Uniti (finalmente avranno l’occasione per vedere sia Ted Lasso che Vita da Carlo). La mossa sembra ragionevole: Apple non ha un catalogo folto quanto quello delle concorrenti e Paramount ha poco da perdere. I suoi conti non sono messi bene e c’è chi immagina che questo pacchetto sia il preludio di un’acquisizione da parte dell’azienda di Tim Cook. Che Paramount smetterà di esistere come società autonoma è dato quasi per scontato dagli analisti, che aspettano di capire se la fusione avverrà con Warner Bros. Discovery, NBCUniversal o Apple.
Secondo un sondaggio di Bango rivolto ai manager del settore, il campo più promettente dove costruire bundle è quello delle telecomunicazioni, che al contrario dell’intrattenimento rimangono un servizio irrinunciabile. Negli Stati Uniti, l’araldo dei bundle è Verizon, che ai propri clienti offre Netflix e Max a dieci dollari al mese (con pubblicità) e il Disney Bundle a un prezzo scontato.
In Italia, il pacchetto super-inclusivo – che negli Stati Uniti è un miraggio – è offerto proprio da TIM, che offre ai propri clienti Netflix, Prime Video, Disney +, Infinity+, Dazn e TimVision a 40,99 euro al mese, e non è l’unica azienda di telefonia a offrire pacchetti del genere. Per rimanere competitiva, Sky ha fatto il percorso opposto, entrando nel mercato delle telecomunicazioni con la sua rete wifi.
Il limite ai pacchetti possibili è quello della fantasia delle piattaforme. In alcune città francesi, Netflix ha lanciato il Carrefour bundle con la catena di supermercati. Il piano pubblicitario di Netflix include un 10% di sconto sui i prodotti Carrefour e la spedizione a casa della spesa sopra i 60 euro.
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