“Vogliamo mettere in campo una riforma su alcuni punti rilevanti del tax credit audiovisivo entro la fine dell’anno, rivedendo i criteri di accesso”. Lo ha dichiarato a The Hollywood Reporter Roma Nicola Borrelli, direttore generale della direzione cinema e audiovisivo del ministero della cultura, mentre i produttori stanno ancora aspettando risposte sulle nuove misure, perché da metà luglio tutto tace sul fronte credito d’imposta. “Abbiamo realizzato dei decreti ponte per consentire a chi ha svolto le riprese nel corso del 2023 di presentare domande, sostanzialmente con le vecchie regole”, spiega Borrelli.
Nell’intervista, il direttore ha assicurato che i produttori indipendenti saranno centrali nelle nuove regole del tax credit, descrivendoli come “i primi beneficiari del nostro intervento”. “Bisogna vedere come integrare questa finalità con altre esigenze importanti per il settore,” aggiunge Borrelli, sottolineando come “il tax credit deve essere uno strumento per realizzare le opere, non l’obiettivo per cui le opere vengono realizzate”.
Le prossime notizie su questa misura del governo dovrebbero arrivare tra “qualche settimana”, garantisce Borrelli. “Il lavoro istruttorio è stato già svolto, dobbiamo mettere in fila e aggiornare spunti e riflessioni arrivate dal settore,” conclude.
Il questionario sulle IA
“L’intelligenza artificiale è uno strumento che avrà conseguenze molto forti sul settore, sia in termini positivi che negativi”, continua Nicola Borrelli, che durante il convegno Intelligenza Artificiale: creatività, etica, diritto e mercato ospitato dal ministero della cultura il 19 settembre ha sostenuto la necessità di conoscere e studiare il fenomeno per poi agire e regolarlo.
Una linea d’azione ribadita anche dalla sottosegretaria al MiC Lucia Borgonzoni, che all’apertura del convegno ha garantito l’impegno del governo e del ministero nel definire “strumenti e misure che riconoscano la centralità dell’uomo sulla macchina, a tutela della creatività umana e della proprietà intellettuale nonché delle opere stesse”.
Dal 2024, sul fronte IA, ci sarà una novità. Per i produttori che faranno richiesta di incentivi statali, il ministero sta pensando di inserire – questo il piano – una norma che richiede la compilazione obbligatoria di una sorta di questionario. “Una forma di autodichiarazione in cui i richiedenti dei benefici esplicitano gli strumenti di intelligenza artificiale che sono eventualmente presenti nell’opera che noi andremo a finanziare”.
L’intelligenza artificiale, però, è una tecnologia già ampiamente utilizzata in tantissimi processi produttivi: in molti software per il montaggio ed effetti speciali è inserita di default per la corretta esecuzione di alcune funzionalità. “L’obiettivo degli incentivi statali è quello di aiutare la creatività italiana ed europea, non i software”, ha affermato il direttore Borrelli.
“Acquisire informazioni sui software è su quanto l’IA è utilizzata nella filiera comporterà una serie di scelte, di definizioni,” aggiunge, “non pensiamo di avere la verità in mano, ma tutto questo verrà fuori da un confronto continuo e costante con le associazioni di categorie e con tutti gli stakeholder del settore”. L’utilizzo dell’intelligenza artificiale durante la produzione però, non pregiudica dall’ottenimento dei finanziamenti. Almeno in una “prima fase” più conoscitiva.
Tax credit videogiochi
Si attende il nuovo tax credit anche per l’industria dei videogiochi, che ha visto una notevole crescita in Italia durante la pandemia, con una lieve – ma fisiologica – contrazione nel 2022.
Il direttore generale del cinema e audiovisivo al MiC Nicola Borrelli ha assicurato che il credito d’imposta per i videogiochi – attualmente con un’aliquota al 25% – “aumenterà”. E aggiunge: “Vogliamo seguire le esigenze del settore senza creare nessun tipo di problema”. La percentuale di aliquota potrebbe aumentare anche al 30%.
“Il tax credit sui videogiochi è in atto da pochi anni, e stiamo testando volta per volta”, afferma Borrelli, suggerendo che è già arrivato il momento di “fare un’altra messa a punto” per questa tipologia di finanziamento. “A partire dall’aliquota, e bisogna ragionare anche sui costi massimi ammissibili, perché abbiamo scritto il credito d’imposta solo tre anni fa, ma per il settore è come se fossero passati 40 anni”.
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