Che Venezia sia un set a cielo aperto è ormai notizia vecchia. Casino Royale (2006), Indiana Jones e l’ultima crociata (1989) e Casanova (2005) sono solo alcuni dei film che sono stati girati nella Serenissima. La Veneto Film Commission, però, ha nei desiderata la promozione del territorio veneto in generale, non soltanto supportando le produzioni, ma creando anche un sistema di cineturismo.
Dalla nascita della fondazione, avvenuta nel 2019 ma che ha iniziato ufficialmente i lavori nel 2020, alcune città del Veneto sono diventate set per produzioni sia italiane che internazionali. A Chioggia, ad esempio, conosciuta e talvolta utilizzata come “piccola Venezia”, è stata ambientata la serie Netflix Odio il Natale, con Pilar Fogliati, sia per la prima che per la seconda stagione, che è uscito sulla piattaforma il 7 dicembre.
Mentre Padova e l’Archivio di Stato di Venezia hanno brevemente ospitato la produzione ricca di star di Julian Schnabel, con Oscar Isaac (Moon Knight), Gal Gadot (Wonder Woman) e Jason Momoa (Aquaman), in un codice Da Vinci dantesco intitolato In the hand of Dante, e tratto dall’omonimo romanzo di Nick Tosches.
Un film che lo stesso Schnabel, intervistato da The Hollywood Reporter Roma, aveva descritto come “due storie ambientate in mondi paralleli: una ai tempi di Dante, l’altra nel 21esimo secolo”.
L’Archivio di Stato, nell’opera del regista di Basquiat è due archivi diversi nel corso della storia: Verona e Ravenna, non Venezia.
Prima di noi
Ma ha comparire sui radar è anche la piccola città di Feltre, in provincia di Belluno, che nel 1991 ha ospitato le riprese del film Americano Rosso di Alessandro d’Alatri e che a ottobre ha visto arrivare la grande produzione di Prima di noi, la nuova fiction di Daniele Luchetti (L’amica geniale) e Valia Santella (Te lo leggo negli occhi), una saga familiare ambientata tra Friuli e Veneto nel 1919 e che ha occupato il comune dal 9 fino al 23 ottobre, per poi spostarsi a Vittorio Veneto.
La messa in onda delle dieci puntate di Prima di noi è prevista per novembre 2024, per la stagione invernale della Rai, e per quel periodo, l’amministrazione comunale della sindaca Viviana Fusaro spera di chiudere i cantieri in città, uno di questi proprio davanti al palazzo del comune, in piazza Maggiore, mentre l’altro impegnato nell’ampliamento e restauro del Teatro della Sena.
Alcuni di questi cantieri, ha spiegato la sindaca, dovevano essere chiusi nel 2019. “Da quando ci siamo insediati nel 2022 abbiamo fatto ripartire tutto e speriamo di chiudere entro fine del 2024”.
La terrazza veneziana
Volenti o nolenti si torna comunque a Venezia, dove è stato girato – prima della nascita della Film Commission – anche il film di Clint Eastwood 15:17 attacco al treno (2018), sulla stessa terrazza del Conservatorio Benedetto Marcello dove hanno girato altre “colazioni” negli anni successivi, tra cui quella di Kenneth Branagh, nei panni del detective Hercule Poirot nel film Assassinio a Venezia (2023). La stessa terrazza dalla quale si affaccia riflessivo anche Tom Cruise nell’ultimo capitolo di Mission Impossible: Dead Reckoning Parte Uno, per la regia di Christopher McQuarrie.
Una terrazza panoramica dalla quale si vede tutta Venezia, ed accessibile anche al pubblico. “Per noi è fondamentale avere questo sfruttamento turistico del palazzo, perché per mantenere elevatissimo il livello della didattica, abbiamo necessità di avere fondi, che non sono coperti totalmente dal ministero”, ha dichiarato il direttore amministrativo del Conservatorio Carmelo Sorgon.
“Non sono coperti neanche dalla retta degli studenti, dobbiamo mantenerlo a un livello basso, siamo in competizione con altri sei conservatori nel Veneto”. E conclude: “Questo mi da le risorse per mantenere alto il livello della didattica e per il mantenimento del palazzo, che è il secondo più alto di Venezia dopo palazzo ducale, e ha costi di mantenimento molto alti”.
Puntare sul cineturismo
La Veneto Film Commission vuole il cineturismo. “Il nostro lavoro deve sensibilizzare le politiche regionali, che già vanno in questa direzione, e in generale tutti coloro che lavorano nel turismo”, ha spiegato il direttore generale della Fondazione Jacopo Chessa a THR Roma, nel tentativo di puntare i riflettori anche su altre località della regione oltre a Venezia.
“Credo nel cineturismo. Ma arriva se c’è tanta produzione, e se c’è un tessuto in grado di accogliere e raccogliere le produzioni, essere attrattivo”. In questo senso, la regione Veneto stanzia un fondo di 20 milioni di euro in 5 anni per la produzione cinematografica, e ora il consiglio d’amministrazione della Film commission non conta più un pool di artisti ma di tecnici e imprenditori.
“Vogliamo dare degli strumenti agli amministratori locali, quando uno scrive un film non prevede l’impatto che può avere, ma una produzione per Netflix si può immaginare possa avere una grande visibilità”, continua Chessa. E conclude: “Il cineturismo si fonda su opere principalmente su opere di grande diffusione e più popolari, la nostra è una scommessa”. Tra i set in partenza questo mese, a Treviso, spicca quello della nuova fiction Rai L’ispettore Stucky, personaggio tratto dalla saga di romanzi di Fulvio Ervas con la regia di Valerio Attanasio.
“Quello del cineturismo è uno dei fronti su cui ci muoviamo”, ha dichiarato a THR Roma il presidente della Film Commission veneta Luigi Bacialli, riconfermato recentemente nel suo ruolo al cambio del CdA.
“Vogliamo che il nostro territorio sia punteggiato di set cinematografici, ma allo stesso tempo fare formazione e rendere il territorio autosufficiente dal punto di vista della produzione”. E conclude: “Dando ovviamente il benvenuto anche alle produzioni e alle maestranze nazionali e internazionali”.
THR Newsletter
Iscriviti per ricevere via email tutti gli aggiornamenti e le notizie di THR Roma