Un festival per celebrare “la vittoria del bene contro il male”, ma anche “l’uguaglianza fra sessi e caste” in un trionfo di colori che vorticano in cielo e ricadono sui corpi, tingendo i volti, i capelli e le braccia dei partecipanti. Dopo l’inaugurazione del 23 aprile a Verona prosegue con altre 15 date il tour dell’Holi Festival, la manifestazione che porta in Italia la tradizionale celebrazione induista della primavera. La prossima tappa è il 25 aprile ad Arsego (PD), per proseguire il primo giugno a Sottomarina (VE), il 13 agosto a Jesolo, il 15 agosto a Verona e raggiungere Milano a settembre.
Le origini del festival
Popolare in India, Bangladesh, Nepal e Pakistan, la “festa dei colori” è tra le più antiche celebrazioni indù della stagione primaverile. Durante i festeggiamenti, che durano due giorni, interi villaggi cantano e ballano lanciando in aria polvere colorata e acqua. Una festa che simboleggia la vittoria del bene sul male, l’arrivo della primavera e l’addio all’inverno, in cui vengono meno anche le rigide strutture sociali: ricchi e poveri, vecchi e giovani, uomini e donne festeggiano insieme praticando la tolleranza e il perdono.
Ideato otto anni fa dal trevigiano Fabio Lazzari con il vicentino Marco Bari, l’Holi Summer Tour – portato al cinema nel 2016 dal film Forever Young di Fausto Brizzi – ha conquistato anche in Italia oltre mezzo milione di appassionati. Due le caratteristiche ricorrenti dei raduni: la presenza della musica – dj set di melodie indiane, elettroniche e rap – e il lancio collettivo della polvere colorata e profumata, una volta all’ora, dopo il conto alla rovescia dal palco.
Tutti i colori dell’Holi
Non ci sono limiti di età per partecipare al festival, né regole particolari. L’ingresso all’evento principale è libero, ma a seconda della tappa può essere richiesto un biglietto d’ingresso: parte degli incassi sono devoluti dagli organizzatori ai bambini audiolesi del villaggio di Nandanagar, nel Nord-Est dell’India. A pagamento anche le polveri in vendita agli stand in otto colori (giallo, rosa, viola, azzurro, blu verde, arancio e rosso), composte di talco farmaceutico con coloranti naturali, biodegradabili e atossici: “in India usano l’amido di mais – spiega Lazzari – ma noi abbiamo deciso di evitarlo perché può dare problemi di intolleranza”.
Le date italiane del tour
Partito su ispirazione di un analogo festival in Germania, l’Holi ha viaggiato negli anni in Italia, attraversando anche Roma e Milano dove ha riunito, nel nome della fratellanza e del colore, 10.000 persone per data. La manifestazione più popolare si è però svolta a Padova, dove per l’Holi si sono radunate nella seconda edizione del festival 20.000 persone: “In quell’occasione è stata scattata la foto che ci ha fatti diventare virali”, racconta Lazzari. Due ragazzi stretti l’uno all’altra, i volti coperti dal colore, che si baciano appassionatamente. La foto, scattata da una partecipante, ha trasformato l’Holi in uno dei festival più “instagrammabili” d’Italia. Quanto ai due protagonisti della foto, la relazione non è durata: quando la polvere cade a terra, e la festa è finita, praticare la tolleranza e il perdono diventa molto, ma molto, più complicato.
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