Le piume, mai così tante sul red carpet. Come copricapo da influencer, come sexy macramè da tiktoker, intrecciate in un lungo orecchino: il look aborigenal chic – così inclusivo, così contemporaneo – è il must have del red carpet di Cannes.
Ieri toccava agli indigeni del Mato Grosso, coinvolti dalla produzione di Indiana Jones in una regale sfilata sul tappeto rosso insieme al cast. Oggi è la volta del giovane Aswan Reid, 10 anni, aborigeno australiano, protagonista insieme a Cate Blanchett (anche produttrice) del film nella sezione Un Certain Regard The new Boy, diretto dal conterraneo Warwick Thornton, Camera d’oro a Cannes alla terza opera da regista: la storia, quella di un orfano indigeno che approda in un monastero cattolico sconvolgendone l’ordinaria quotidianità, è quella del regista, anche lui per metà aborigeno Kaytetye (per la cronaca: la tribù massacrata dagli europei fin dai primi del XIX secolo).
Una presenza magnetica, quella di Reid, tanto nel film quanto sul red carpet: di rosso vestito, ciuffo davanti agli occhi e broncetto giudicante, il giovane attore sfilava severo attraverso l’esercito di narcisisti piumati, donne pulcino e nude look con invidiabile professionismo. Intorno a lui, richiamati dal clamore della prima di The Zone of Interest di Jonathan Glazer, molti dei membri della giuria (il presidente Ruben Östlund, i giurati Julia Ducournau, Paul Dano e Denis Ménochet: mai visto una giuria così bella, sembrano gli Avengers), Chiara Mastroianni per Eureka di Lisandro Alonso, e ancora Carla Bruni e Natalie Portman, sul red carpet con l’entusiasmo di chi aspetta il proprio turno alla boulangerie.
Attesi domani i nativi americani Osage, protagonisti del film di Martin Scorsese Killers of the Flower Moon. Un prevedibile tripudio di piume, con un red carpet ancora una volta diviso tra orgogliosa appartenenza nativa e smania modaiola digitale
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